Come
volevasi dimostrare. Dopo tante parole e tante beghe, anche Bologna Fiere si è sfilata dal bando per la gestione del ramo d'impresa del Salone
del Libro. Non c'erano le condizioni per cavarne un ragionevole guadagno,
dovendo pagare un affitto da urlo a Gl Events. Stamattina quindi in via Santa
Teresa c'era un'unica busta contenente un'offerta. Verrà aperta da un'apposita
commissione, ma non occorre essere veggenti per anticipare che si tratta - come
da copione - dell'offerta di Gl Events, che a questo punto ha
definitivamente messo le mani sul Salone. Con tutto ciò che potrà derivarne, e
che potete leggere nel post "Tutto
il potere ai francesi".
Amabilmente chiacchierando con il portavoce del Salone, ho anche appreso che la presidente Milella "sta lavorando in pieno accordo con il direttore Ferrero", e ha intessuto "significativi contatti con importanti possibili sponsor".
In compenso ho avuto la conferma che il Salone del 2016 verrà presentato, "com'è tradizione", a metà gennaio. In effetti fu presentata a metà gennaio l'edizione 2015, dopo un primo tentativo di presentazione in dicembre, rinviato all'ultimo momento per motivi che sono rimasti ignoti.
Il CdA fa i conti
Il Consiglio d'Amministrazione della Fondazione per il Libro si è riunito oggi pomeriggio, e ha discusso della situazione finanziaria. A quanto dichiarato, la spending review estiva della presidente Milella - che ha comportato fra l'altro il mancato rinnovo del contratto a cinque collaboratori - ha rimesso in sesto il conto economico del 2015, che dovrebbe chiudersi addirittura con un piccolo attivo. Ma il problema vero sono i soldi promessi da Regione e Comune per ripianare i bilanci del 2014 e del 2015: 650 mila euro caduno. Quei soldi non sono ancora materialmente arrivati. A parte la difficoltà di reperire le somme, pesa anche un altro fattore: la Regione, prima di versare i fondi, a norma di legge pretende dalla Fondazione un piano di rientro. Vedere cammello, poi dare denaro. Ma il piano finora non s'è visto. Il portavoce del Salone, che stamane m'ha telefonato per smentire le voci di un'ipotizzata soppressione del Salone Off, mi ha anche assicurato che il piano di rientro sarà pronto a breve, e che i professionisti incaricati di metterlo a punto ci stanno alacremente lavorando (beh, non mi ha detto "alacremente", infioretto un po'...). Sta di fatto che senza il piano non arrivano i soldi, e senza i soldi i consiglieri d'amministrazione potrebbero dimettersi. Qualcosa però si muove, e il CdA è convinto che i denari arriveranno in tempo utile.La razionalizzazione del Salone Off
A proposito del Salone Off (che al limite, mi assicurano, sarà "razionalizzato", qualsiasi cosa ciò significhi), il portavoce mi ha ricordato che la presidente Milella dà molta importanza al Salone Off 365 - una bellissima cosa però diversa dal Salone Off - e mi ha sottolineato che prosegue l'esperienza delle conferenze di scrittori trasmesse in diretta streaming a trenta Istituti italiani di cultura all'estero. Tutto ciò non c'entra con i destini del Salone Off, però io lo riporto per dovere di cronaca.Amabilmente chiacchierando con il portavoce del Salone, ho anche appreso che la presidente Milella "sta lavorando in pieno accordo con il direttore Ferrero", e ha intessuto "significativi contatti con importanti possibili sponsor".
La presentazione a gennaio
Ho chiesto quali sponsor, ma l'argomento è ancora riservato.In compenso ho avuto la conferma che il Salone del 2016 verrà presentato, "com'è tradizione", a metà gennaio. In effetti fu presentata a metà gennaio l'edizione 2015, dopo un primo tentativo di presentazione in dicembre, rinviato all'ultimo momento per motivi che sono rimasti ignoti.
Il comunicato ufficiale
In serata è arrivato anche il comunicato ufficiale del Salone:Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura si è riunito questo pomeriggio sotto la presidenza di Giovanna Milella. Erano presenti i consiglieri Roberto Moisio per la Città Metropolitana di Torino, Piero Gastaldo per la Città di Torino e Federico Motta per Aie – Associazione Italiana Editori. Assente giustificato il rappresentante della Regione Piemonte, Massimo Lapucci.Scaduto nella giornata odierna il termine della presentazione delle offerte per la gara relativa all’organizzazione del Salone 2016, il Consiglio ha nominato la commissione aggiudicatrice. La commissione è formata da rappresentanti della Fondazione per il Libro e degli Enti fondatori, nominati ad hoc: si insedierà nei prossimi giorni – in data ancora da definire - per esaminare la proposta giunta e procedere all’assegnazione provvisoria dell’appalto.L’apertura della busta avverrà in seduta pubblica alla presenza dei legali rappresentanti dei soggetti concorrenti. L’offerta presentata potrebbe essere respinta qualora, dal suo esame, risultasse che non è conforme a quanto richiesto dal bando. Successivamente, in seduta riservata, la commissione valuterà l’offerta tecnica, e, a seguire, verrà indetta nuova seduta pubblica nella quale verrà aperta l’offerta economica.Il Consiglio ha quindi esaminato la situazione finanziaria della Fondazione aggiornata alla luce del lavoro compiuto in questi mesi dalla Presidente Milella assieme ai tecnici: lavoro che ha portato alla predisposizione di un piano triennale di rientro per gli anni 2016-2018 e che è stato oggi sottoposto a un primo esame del Consiglio.Il piano di rientro prosegue e accentua l’opera di risanamento finanziario già intrapresa dall’estate scorsa, attraverso il contenimento delle spese e l’aumento delle entrate, fra cui si annoverano quelle derivanti dal nuovo bando per l’organizzazione del Salone, in virtù del quale il gestore verserà alla Fondazione per il Libro maggiori royalties sul ricavato netto delle biglietterie, della vendita degli spazi commerciali e sul fatturato dei nuovi contratti di sponsorizzazione.Il piano di rientro prevederà una drastica riduzione del deficit della Fondazione negli anni 2016 e 2017 fino al suo azzeramento nell’anno 2018 con il raggiungimento del pareggio di bilancio.«Il Consiglio ha molto apprezzato il lavoro svolto fin qui e le possibili soluzioni per mettere in sicurezza la situazione finanziaria della Fondazione – commenta la Presidente Giovanna Milella -, alle quali concorrono la grande competenza ed esperienza dei Consiglieri stessi. Questo piano, con l’impegno responsabile e fondamentale di Comune e Regione, sarà un vero programma di risanamento per il futuro del Salone».
Sarò ignorante ma non si potrebbe chiudere Il Circolo dei lettori? Le stesse iniziative potrebbero essere svolte sul territorio, nel circuito delle Biblioteche, nei circoli culturali, nei club, nelle Scuole e università e durante i vari Festival, scegliendo la location secondo il tipo di iniziativa. Potrebbero stare sotto il "cappello" Salone Off 365, con grandissimo risparmio e magari più ricaduta e interesse su tutta la città. Mantenere una struttura inutile e costosissima come Il Circolo dei lettori per permettere a 50 madame di andare a sentire la conferenza del loro scrittore favorito, mi sembra scandaloso.
RispondiEliminaNon sono per nulla d'accordo. La mancanza di una sede fissa è da sempre uno svantaggio per qualsiasi iniziativa che si basi su una molteplicità di avvenimenti. E' un concetto che qualsiasi organizzatore conosce benissimo. Intanto il Circolo propone tutti i giorni - e non una volta al mese, o giù di lì - numerosi incontri e conferenze; e costituisce un punto di riferimento per moltissimi cittadini - parlare di "50 madame" è a dir poco rozzo e disinformato - nonché un unicum che le altre città (chissàperché) ci invidiano e vorrebbero copiare. Senza contare che, al momento, il "cappello" del Salone Off 365 mi sembra piuttosto malconcio.
RispondiEliminaAltro è il progetto di una unificazione più o meno stretta di Circolo e Salone, che potrebbe produrre interessanti economie di scala e al tempo stesso rendere ancora più armonica e ricca l'offerta culturale.
EliminaSì, forse hai ragione, è moltissimo che non vado e ho dato un'occhiata al programma che è costante e variegato. Quando nacque, all'inizio, mi sembrò che non riuscisse ad "aggregare" particolarmente e che fosse un progetto autoreferenziale e calato dall'alto, nonostante la denominazione di Circolo. Adesso sarà un'altra cosa (ammetto la mia disinformazione), ma, va detto, coi soldi pubblici (e son tanti) non dico che son buoni tutti ma quasi tutti. In ogni caso, quando ballano tanti soldi pubblici le economie di scala sono doverose, senza contare la sgradevole sensazione che ognuno badi solo al proprio orticello.
EliminaMagari fossero buoni tutti. In realtà la cronaca ci segnala pasticci immani, con i soldi pubblici. E non parlo di ruberie, ma di minchiate da pura incapacità.
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