Vabbè, adesso che un po' m'è sbollita la carogna, cerco di immaginare la prossima mossa per tentare di salvare ciò che resta del Salone del Libro.
Dato che non si è riusciti a dare un presidente alla Fondazione (né Massimo Bray né altri si sono fatti convincere) in concreto adesso - come sostengo da tempo - tocca al sindaco di Torino ricoprire nei fatti quel ruolo, in quanto presidente di turno dell'Alto Comitato di coordinamento del Salone. E difatti lunedì prossimo madamin Appendino incontrerà un po' di persone: se vogliamo dare un tono formale la faccenda, una sorta di "comitato di saggi" da cui cavare spunti utili a immaginare il Salone che verrà.
I "saggi" in questione saranno, almeno in questa prima fase, una mezza dozzina, più o meno. Ipotizzo dei nomi? Non è difficile: siamo agli inizi e gli indiziati sono abbastanza prevedibili, a voler usare la logica. Di sicuro non potrà mancare Ernesto Ferrero. Il "soldatino sabaudo" dopo aver salvato l'edizione 2016 s'è fatto da parte, non senza lasciare qualche ultimo buon consiglio come al solito inascoltato; però non ha mai smesso di "tifare" per il Salone, e anzi, in questi giorni convulsi è stato fra i più attivi sul fronte della diplomazia e delle proposte operative. Poi, secondo me, verranno chiamati a consulto due o tre "mancati presidenti": non solo Bray, ma anche altri nomi che sono circolati nei giorni scorsi, tipo Ossola e Giorgio Ficara. E ci vuole poco a prevedere che ci sarà Massimo Gramellini: La Stampa ha offerto al Salone una sponsorship forte, e Gramellini, oltre che direttore creativo della testata, è anche lo scrittore italiano più venduto degli ultimi anni. Chi altri? Sarebbe una imperdonabile idiozia non convocare Marco Pautasso, che del Salone è da sempre il braccio operativo più esperto e affidabile.
Dato che non si è riusciti a dare un presidente alla Fondazione (né Massimo Bray né altri si sono fatti convincere) in concreto adesso - come sostengo da tempo - tocca al sindaco di Torino ricoprire nei fatti quel ruolo, in quanto presidente di turno dell'Alto Comitato di coordinamento del Salone. E difatti lunedì prossimo madamin Appendino incontrerà un po' di persone: se vogliamo dare un tono formale la faccenda, una sorta di "comitato di saggi" da cui cavare spunti utili a immaginare il Salone che verrà.
I "saggi" in questione saranno, almeno in questa prima fase, una mezza dozzina, più o meno. Ipotizzo dei nomi? Non è difficile: siamo agli inizi e gli indiziati sono abbastanza prevedibili, a voler usare la logica. Di sicuro non potrà mancare Ernesto Ferrero. Il "soldatino sabaudo" dopo aver salvato l'edizione 2016 s'è fatto da parte, non senza lasciare qualche ultimo buon consiglio come al solito inascoltato; però non ha mai smesso di "tifare" per il Salone, e anzi, in questi giorni convulsi è stato fra i più attivi sul fronte della diplomazia e delle proposte operative. Poi, secondo me, verranno chiamati a consulto due o tre "mancati presidenti": non solo Bray, ma anche altri nomi che sono circolati nei giorni scorsi, tipo Ossola e Giorgio Ficara. E ci vuole poco a prevedere che ci sarà Massimo Gramellini: La Stampa ha offerto al Salone una sponsorship forte, e Gramellini, oltre che direttore creativo della testata, è anche lo scrittore italiano più venduto degli ultimi anni. Chi altri? Sarebbe una imperdonabile idiozia non convocare Marco Pautasso, che del Salone è da sempre il braccio operativo più esperto e affidabile.
Altri potrebbero aggiungersi, magari su indicazione della Regione.
Da questi "consulenti" - se questi saranno, sennò saranno altri ma la sostanza resta - usciranno, si spera, le prime idee per reinventare il Salone del Libro.
Commenti
Posta un commento