Poteva andare peggio. Potevano venire a picchiarci. Per il resto tutto è perduto, compreso l'onore.
Torino ha perso tanti a pochi: all'assemblea dell'Aie l'opzione del nuovo "Salone" a Milano ha vinto con 17 voti contro 7, e 8 astenuti.
Un capolavoro della creatività torinese, frutto di beghe, intrighi, scandaletti, scelte politiche suicide, bandi della mia ceppa, regolamenti di conti e altre stronzate che abbiamo saputo accumulare negli anni con tafazzesca minuziosità.
Così ci fumiamo ventinove anni di storia, una ricaduta sul territorio da 5 milioni e un gioiello culturale (nonché turistico, ma questo ai genii del mondo nuovo non interessa, perché il turismo è merda e non deve inzaccherare la kultura).
E ci becchiamo pure il pernacchio di quell'orribile Motta che dichiara gradasso all'Ansa: "L'amministrazione e la Fondazione di Torino decida di fare quello che vuole. Noi iniziamo un percorso nuovo".
Bene. Bravi.
Direi anche bis. Ma il bis non ci sarà.
P.S. A proposito di bis: dato che Settembre Musica gliel'abbiamo già regalato, cosa dovremo offrire ai milanesi la prossima volta? Una fetta di culo? E non ditemi che sono volgare. Potendo scegliere preferivo passare per volgare, che per fesso.
P.P.S. E adesso aspetto i badoglieschi proclami che il Salone di Torino continua e la trentesima edizione si farà. Andrà a finire come con Badoglio, lo sappiamo bene, ma prima dell'8 settembre (anzi, non appena mi passa l'incazzo) mi occuperò a fondo di queste e altre minchiate.
Torino ha perso tanti a pochi: all'assemblea dell'Aie l'opzione del nuovo "Salone" a Milano ha vinto con 17 voti contro 7, e 8 astenuti.
Un capolavoro della creatività torinese, frutto di beghe, intrighi, scandaletti, scelte politiche suicide, bandi della mia ceppa, regolamenti di conti e altre stronzate che abbiamo saputo accumulare negli anni con tafazzesca minuziosità.
Così ci fumiamo ventinove anni di storia, una ricaduta sul territorio da 5 milioni e un gioiello culturale (nonché turistico, ma questo ai genii del mondo nuovo non interessa, perché il turismo è merda e non deve inzaccherare la kultura).
E ci becchiamo pure il pernacchio di quell'orribile Motta che dichiara gradasso all'Ansa: "L'amministrazione e la Fondazione di Torino decida di fare quello che vuole. Noi iniziamo un percorso nuovo".
Bene. Bravi.
Direi anche bis. Ma il bis non ci sarà.
P.S. A proposito di bis: dato che Settembre Musica gliel'abbiamo già regalato, cosa dovremo offrire ai milanesi la prossima volta? Una fetta di culo? E non ditemi che sono volgare. Potendo scegliere preferivo passare per volgare, che per fesso.
P.P.S. E adesso aspetto i badoglieschi proclami che il Salone di Torino continua e la trentesima edizione si farà. Andrà a finire come con Badoglio, lo sappiamo bene, ma prima dell'8 settembre (anzi, non appena mi passa l'incazzo) mi occuperò a fondo di queste e altre minchiate.
Le case editrici torinesi ormai sono piccole edizioni indipendenti che stentano a sopravvivere, lo sai meglio di me. La tradizione editoriale torinese è finita con l'esaurirsi di una generazione straordinaria.
RispondiEliminaGli affari e i danée, quando ci sono, si fanno a Milano. A noi resta semmai Cioccolatò, ed è cosa ben triste.
Ma nessuno era stato sfiorato dall'idea che l'inserimento di due " Milanesi" nel cda significasse già qualcosa?
RispondiEliminaSono convinta che, oltre a "svolgere" una sorta di " controllo", indicassero già allora un orientamento significativo.
E come prima si è cercato di scaricare tutti i guai su una sola persona, sarebbe assurdo ora individuare una sorta di debolezza politica nel nuovo Sindaco.
Le responsabilità politiche ( solo?) sono evidentissime !!!