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A POST FOR DUMMIES: CHI MENTE SUL VETO AL MUSEO?

Il mondo è davvero formidabile. Non mi stupisce quindi che del post di stamattina ("A pranzo con il sindaco") i più abbiano notato il dito (e cioé che sono andato a pranzo con il sindaco) e ben pochi la luna, ovvero che il sindaco ha fatto una dichiarazione che è lo snodo politico della deprecabile vicenda del Museo del Cinema
Davvero non ci avete fatto caso?

Riassunto per principianti

Vabbé, tocca spiegarvi tutto.
Come dovreste sapere, il casino al Museo del Cinema è scoppiato perché il Comune avrebbe posto il veto sul nome di Alessandro Bianchi, il candidato emerso da un bando, malgestito quanto si vuole ma pubblico e legittimo. Un bando pubblico, ovvero una procedura imposta dalla legge e dai regolamenti comunali, e da sempre invocata dai Cinquestelle come garanzia di trasparenza e onestà. Si noti che dacché sta al potere il trio Giordano interpreta in maniera assai pittoresca questa garanzia di trasparenza. Ma tant'è, la gente cambia.
Il veto del Comune, secondo l'incazzatissima Antonella Parigi e i suo ancor più incazzato presidente Chiamparino, nasceva dalla presunta vicinanza di Bianchi al pd. Ovvero, il Comune avrebbe detto no a Bianchi direttore del Museo in base a una pregiudiziale politica. Sulla questione - di evidente gravità - l'intera opposizione in Consiglio comunale ha presentato un'interpellanza a Appendino e Leon.
Per ora Appendino ha taciuto in pubblico, limitandosi a confidare ai suoi intimi, anche dopo gli ultimi accordi, che la questione non è ancora chiusa.

Leon e Giordana: versioni contrastanti

Ma l'infamante accusa di praticare la peggiore delle logiche spartitorie era stata subito respinta dall'assessore alle Fontane Francesca Leon. Il 13 dicembre, l'indomani dell'immonda pantomima al Museo, telefono alla Leon domandandole, testualmente, se sia vero che il Comune ha posto una pregiudiziale ad escludendum contro Alessandro Bianchi a causa delle sue presunte simpatie per il pd. Leon mi risponde che "il problema era la diversità di vedute fra noi e la Regione sul futuro del Museo. Noi proponevamo una linea che la Regione non condivideva". Risposta se vogliamo elusiva, ma che esclude la pregiudiziale politica, troppo imbarazzante per un'amministrazione che predica la meritocrazia.
Ieri Paolo Giordana, all'uscita dal ristorante, mi dichiara invece che "Appendino si oppose alla nomina di Bianchi perché la coloritura politica del candidato la metteva in difficoltà". Presumo con la base più incazzusa.
Io riporto diligentemente la dichiarazione nel mio post; ovviamente Giordana non smentisce; e intanto il popolo si balocca nell'alato dibattito su che cosa? Se sia lecito andare a pranzo con Giordana.
Posso dire? Vi meritate tutto quello che vi capita e vi capiterà.

Chi ha detto una bugia?

Si potrà obbiettare che il "mistero" sulle ragioni che hanno spinto il Comune a opporsi alla nomina di Bianchi non è definitivamente risolto, perché l'amministrazione ha fornito due versioni contraddittorie: e quindi potrebbe anche darsi che sia veritiera quella di Francesca Leon. 
Personalmente la questione non mi pare controversa: io sono convinto che chi decide è Giordana, non l'assessore. Tuttavia accetto la sospensione del giudizio. E' peraltro fuori discussione che, fra Giordana e Leon, uno dei due non dice la verità. E questo non è bello, nell'epoca dell'amministrazione trasparente.

Almeno non fatevi fregare sul pagamento

Nella speranzosa attesa di sapere ufficialmente chi dice le bugie, se Leon o Giordana (Appendino no, lei fa la monia quacia e si defila appena si alza la puzza), nell'attesa di quel bel dì, voglio offrire un altro servizio pubblico con il generoso scopo di farvi risparmiare qualche soldino: vi regalo un piccolo appunto a beneficio di chi dovrà, prima o poi, pagare la parcella della Praxi per l'inutile bando del Museo del Cinema buttato nel cesso insieme con le pretese di trasparenza.
Al momento non ci è dato di sapere a quanto ammonterà la parcella. E neppure se verrà pagata sull'unghia, o contestata come ipotizza Paolo Giordana.
Si parla - ma sono soltanto voci - di un conto attorno ai 50-60 mila euro. C'è chi dice addirittura 70 mila. Bum! Dovrebbe essere molto meno della metà.
E vi spiego perché la penso così.
Sono casualmente a conoscenza di un precedente che ritengo utile riferire.
Quando si trattò di scegliere il nuovo direttore del Circolo dei Lettori (Antonella Parigi s'era dimessa per assumere il ruolo di assessore regionale), il presidente del Circolo, Luca Beatrice, si rivolse alla Praxi per la selezione. Gli chiesero 15 mila euro. Dato che ballavano soldi pubblici, Beatrice mercanteggiò come un dannato, e alla fine si accordarono per 5 mila euro più Iva, pagati in due comode rate.
Non posseggo dati altrettanto puntuali, ma mi sembra di ricordare che il bando per la direzione del Museo Egizio (che portò alla nomina di Christian Greco), sempre affidato alla Praxi, fosse costato attorno ai 15-18 mila euro. Per avere un dato preciso bisognerebbe chiedere a Evelina, ma non la disturbo per così poco. Si informi chi deve.
Deduco comunque, in base ai precedenti, che la tariffa standard della Praxi per questo genere di servizi si aggiri sui 15 mila euro. Trattabili.
#sapevatelo

Commenti

  1. No, io avevo proprio notato la "confessione" del sindaco Giordana, e l'avevo commentato acidamente con gli amici: "ecco che anche Giordana ha dato una rigirata alla merda, così s'alza la puzza".

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  2. Grazie per aver scritto Monia Quacia. Mai definizione fu più centrata.

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