Nella foto: un consigliere comunale impone nuove regole alla Fondazione Cultura |
Ieri in Consiglio è approdata la mozione con la quale il Crociato Padano Fabrizio Ricca propone di non chiudere quella Fondazione (Nota di Gabo per i lettori distratti: sto parlando della Fondazione Cultura, non della Fondazione per il Libro. In questi giorni c'è un po' di confusione. Per il riassunto delle infinite puntate precedenti potete leggere l'ultimo post, che vi linko qui, in cui - riferendo della mozione di Ricca e dei maldipancia della maggioranza - ripercorro per l'ennesima volta la stucchevole telenovela).
Uno stallo messicano
Provo a descrivervi lo stallo messicano che si è creato sulla vicenda della Fondazione. A farla breve:1) La mozione-Ricca chiede di non chiudere la Fondazione Cultura.
2) Chiarabella ha passato la scorsa legislatura a ululare contro la Fondazione Cultura; e appena sindacata ha fatto scrivere nel programma della sua giunta che l'avrebbero chiusa seduta stante.
3) A mano a mano che sindacava, Chiarabella si è però resa conto che la Fondazione Cultura le serve; le ha affidato l'organizzazione di tutti gli eventi principali della Città, da Todays fino, in ultimo, al Salone del Libro; e quindi considera in cuor suo la chiusura della Fondazione una prospettiva piacevole quanto un'emorroide.
4) Purtroppo per Chiarabella, una parte della sua maggioranza considera piacevole quanto un'emorroide la prospettiva di trasgredire al programma di governo, che prevede la chiusura seduta stante della Fondazione Cultura.
Il compromesso
Ieri in aula mi sembravano tutti un po' imbarazzati. Tutti meno Chiarabella, per il semplice motivo che non c'era. Al momento del voto, però, anche i "duri e puri" si sono messi una mano sulla coscienza. Forse hanno provato a porre la faccenda su un piano di realtà. E poi non volevano dare un dispiacere a Chiarabella.Morale della favola: alla fine della fiera si è arrivati a un compromesso. La mozione è stata "sospesa": in concreto significa che la Fondazione Cultura non verrà chiusa, ma si comincerà subito a discutere su come migliorarla rivedendone scopi, struttura e funzionamento. E' esattamente ciò che aveva proposto Giovara in commissione, suscitando il dispetto della Ferrero; che però ieri mi è parsa molto più arrendevole e disponibile al dialogo.
Che cosa succede adesso?
Da quanto sopra riferito;in base ai normali tempi e metodi della politica;
tenuto conto che l'onere e l'onore di migliorare la Fondazione Cultura spetterà a consiglieri comunali e assessori dei quali sono a tutti ben note le altissime e specifiche competenze nei settori della cultura, delle fondazioni, del fundraising, delle sponsorizzazioni, del marketing culturale, dell'organizzazione e gestione di eventi, e in genere dell'arte, dello spettacolo e della letteratura, nonché del leggere e dello scrivere e del far di conto;
e presa in ovvia e doverosa considerazione la Legge di Murphy;
mi sento autorizzato a prevedere che la Fondazione Cultura vivrà a lungo così com'è oggi, almeno finché la scelta accolita di intellettuali s'accapiglierà su come cambiarla; e morirà per overdose di miglioramenti quando finalmente la scelta accolita avrà dettato le nuove regole per renderla migliore e più efficiente.
Così saranno tutti felici: i fans della Fondazione Cultura che la vogliono conservare, e gli avversatori che la vogliono chiudere. Un po' per uno non fa male a nessuno. Ma neanche tanto bene.
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