L'ultimo farò (quello del 2019) |
Va bene - a me pare una stronzata, ma va bene, facciamo che va bene - il "San Giovanni al Cubo" che per una sola consonante non suona come una tetra profezia; e va bene la baracconata tivù con Genova e Firenze; macchecazzo, come t'è venuta l'idea di abolire il "farò"? Cioé, per evitare assembramenti? Basta dire alla gente che se ne stia a casa, se ti fa tanto paura che arrivino le masse: un farò "a porte chiuse", giusto per la soddisfazione di non interrompere il rito. Ma davvero tu, dopo che hai autorizzato le Frecce Tricolori, pensi che un milione di torinesi si precipitano in piazza per vedere il "farò" di San Giovanni? Pensi che siamo più scemi dei genovesi, che invece al loro farò di San Giovanni non ci rinunciano? Ma va là.
Piuttosto, i torinesi ci sono affezionati al "farò", c'è da tanti e tanti anni e alla lunga, in un millennio o giù di lì, uno si affeziona. E poi c'è quella storia dell'anno fausto o infausto, a seconda di come cade la catasta. Beh, vien da dire che la previsione ormai è un po' scontata, da qualche tempo una sfiga permanente aleggia sulla città: ma non credo proprio che dipenda dal "farò".
Ma il capolavoro surreale dell'ultimo San Giovanni chiarabellesco sono senz'altro i droni. Ma 'sta donna ci è proprio affezionata, a 'sti mitici droni. Non può farli volare in piazza, quest'anno, ma non sia mai che non volano. Così li fa volare dentro la Mole. Forse pensa che i torinesi ci restano male, se a San Giovanni non volano i droni. Poverini, ci sono affezionati, ai droni. Al "farò" no, figurarsi, ma guai a togliergli i droni. Difatti i droni glieli fai vedere in tivà, ma il "farò" è poco tecnologico, in tv non ci sta bene.
E vabbé, quindi droni e spettacolo in tv, tipo Festivalbar. A San Giovanni tutti a casa, davanti alla tivù. Fortuna che quella sera c'è Atlalanta-Lazio: partitona.
Il best show comunque resta la dichiarazione appendinesca: "Essere in tre per ottenere un risultato esponenziale è la spinta che ci ha motivato a immaginare, insieme a Genova e Firenze, un format di San Giovanni unico per le città tra le più belle e ricche di valore artistico e culturale d'Italia. In un momento storico così straordinario abbiamo subito capito quanto fosse importante unire le forze e proporre un nuovo modello di condivisione e comunicazione sia per i nostri cittadini sia per tutti gli italiani che potranno scoprire come cultura, festa e innovazione potessero fondersi per valorizzare le nostre bellezze ed eccellenze. Mi auguro che ‘San Giovanni x 3’ possa sancire una nuova stagione di collaborazione tra le città e un nuovo motivo di attrazione per i nostri centri che sono pronti a riprendere nuova vita”.
Risultato esponenziale. Hanno subito capito. Meno male.
E dunque, ci informano dal Comune, "con questo progetto le città sperimenteranno un nuovo modello di comunicazione e di fruizione per un pubblico esteso, un format innovativo per raccontare un modo diverso di offrire contenuti artistici trasformando i limiti indotti dall’emergenza in opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e artistico dei rispettivi territori facendo leva sulla vocazione innovativa. Un’occasione per cambiare prospettiva e modalità di partecipazione andando oltre la fisicità dei luoghi simbolo e ampliando l’identità culturale e il senso di appartenenza dei cittadini".
Va così. Chiarabella voleva cambiare tutto, e almeno San Giovanni, con un little help dal virus, è riuscita a cambiarlo. E fancubo il "farò".
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