Passa ai contenuti principali

NEL 2015 A VENARIA IL MADE IN ITALY PRIMA DEL MADE IN ITALY

Vanelli davanti a un'opera esposta alla mostra degli Este
Arte e cultura, ragazzi, mica pizza e fichi. Sono orgoglioso del mio sabato. Ieri mattina l'Art Speed Date su Gandolfino da Roreto è andato benissimo, io mi sono divertito e direi anche il pubblico (numeroso e attento, come si dice in questi casi). Poi sono tornato alla Reggia di Venaria per rivedermi con calma la mostra sugli Este, e già che c'ero quelle delle carrozze reali e del bucintoro dei Savoia, che sono state riaperte e che meritano sempre la visita. Ve le consiglio caldamente: d'accordo, per il biglietto comprensivo di tutte le visite è 25 euro, ma li vale, e se siete tanto furbi da farvi l'Abbonamento Torino Musei, che costa 49 euro, in un colpo solo recuperate metà della spesa. Tenete conto che il 29 marzo alla Reggia si inaugura un'altra mostra che promette bene, "Alta moda, grande teatro": trent'anni di incontri e collaborazioni tra i protagonisti della moda italiana e gli interpreti della scena teatrale internazionale, con oltre duecento tra abiti di scena, da concerto, bozzetti e video firmati Armani, Balestra, Biagiotti, Fendi, Missoni, e opere di collezioni private di Roger Salas, Raina Kabaivanska, Valentino Garavani, Fondazione Roberto Capucci, Maurizio Galante Archivio, Missoni Archive, concepiti per artisti come Mirella Freni, Raina Kabaivanska, Joaquin Cortes, Kiri Te Kanawa, June Anderson. La mostra, curata dallo storico dell’arte e della moda Massimiliano Capella, ha esordito a Palazzo Sheremetev, sede del Museo di Stato di Teatro e Musica di San Pietroburgo: la Reggia di Venaria è l'unica sua tappa italiana.
Ad ogni modo: già che ero alla Reggia sono passato a fare un salutino al direttore della medesima, Alberto Vanelli, che ho trovato tutto trullero. E ci credo: la mostra degli Este tira più di una coppia di buoi, anche ieri alla Venaria c'era un gran via vai di visitatori - tantissimi francesi, che secondo me rosicano: i francesi rosicano sempre, quando vedono che les italiens fanno le cose meglio di loro... E poi Vanelli gongolava per via dell'accordo appena raggiunto con la Villa Reale di Monza, che in pratica mette le due regge sullo stesso piano in prospettiva Expo 2015: entrambe sedi di rappresentanza della manifestazione, quella di Monza per la Lombardia, quella di Venaria per il Piemonte. Per essere all'altezza dell'impegno, Vanelli ha in programma per il 2015 tre super-mostre: intanto quella dedicata a Raffaello, per la quale ci sono già gli accordi con i Musei Vaticani e gli Uffizi per una congrua fornitura di capolavori in prestito. E poi altre due idee che, dette così, mi sembrano geniali: una mostra sui giardini della grandi corti europee, e un'altra intitolata "Il Made in Italy prima del Made in Italy". Quest'ultima merita una spiegazione vanelliana: fin dal Medio Evo in Italia esistevano dei distretti produttivi specializzati e d'avanguardia, che imponevano il loro "marchio" sui mercati di tutta Europa. Tessuti, ceramiche, armature e tanti altri prodotti, creazione degli artigiani e delle botteghe del nostro Paese, godevano all'epoca della stessa fama e considerazione che accompagnano il Made in Italy di oggi: allora, come adesso, quei manufatti erano sinonimo di eccellenza, e uno status symbol per i ricchi e potenti del mondo conosciuto. Gli imperatori si comperavano a caro prezzo - ad esempio - le armature bresciane esattamente come oggi gli sceicchi fanno incetta di Ferrari. Perché erano il meglio del meglio, e perché erano un riconosciuto simbolo del potere. La mostra alla Reggia di Venaria presenterà i capolavori di alto artigianato che fecero la fortuna dell'antico Made in Italy, mostrando anche le tecniche produttive e raccontando quello che era il "mercato" dell'epoca.
Beh, ho detto a Vanelli che è un genio. Voglio dire, riuscite a immaginare una mostra più azzeccata, il occasione di un'Expo mondiale?

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da