I Perturbazione - venerdì 21 a Hiroshima - scrivono a GaboSuTorino per salutare il pubblico di casa |
Quattro sesti dei Perturbazione il 27 febbraio allo showcase in Fnac |
Lui, gentilissimo come sempre, ha scritto, a bordo del furgone, mentre tornava con gli altri Perturbati da Roma, dove oggi hanno trascorso la giornata in Rai. Ha scritto lui, ma dentro a queste righe c'è tutta la band.
Come una storia d'amore
di Tommaso Cerasuolo
Nei quindici chilometri che separano Rivoli da Torino c'è la nostra essenza. Per tanti anni abbiamo invidiato e desiderato la città, le luci, le occasioni d'incontro che rimanevano a tre quarti d'ora di macchina (o di bicicletta...) dalla nostra ambizione. Questa fame atavica, questo bisogno di attenzione, di essere amati, ci ha temprati. Ci ha spinto a migliorarci, pure sentendosi un po' inadeguati, un po' ingenui, un po' goffi, in breve: provinciali. Ma sempre a disposizione, pronti per un nuovo palco, per un'occasione in cui mettersi alla prova, per crescere. Penso che questo sia il motivo per il quale ci dicono che siamo noi stessi nonostante tutti i cambiamenti di questi anni, nel suono, nella capacità di stare sul palco, nella visibilità. Rimane un'inquietudine, rimane l'ambizione, la fame atavica, il desiderio, il sogno metropolitano di un gruppo di provinciali.
Torino non è rimasta indifferente: Hiroshima Mon Amour, dove torniamo per celebrare insieme il primo giorno di questa complicata primavera, è stato il primo club, vent'anni fa, ad accorgersi di noi dandoci supporto. Ma la lista è lunga: le mille sale prove (Bassa Frequenza su tutte), la Holden, il Circolo dei Lettori, La Stampa, il Salone del Libro, Spazio 211, El Barrio, il vecchio Manhattan, i circoli, i centri To&Tu, Backdoor, Les Ypersound e i negozi di dischi, le band concittadine, i musicisti e i giornalisti e gli addetti ai lavori e chissà quanti ne stiamo dimenticando. Tutte queste realtà hanno forgiato i Perturbazione, prima con una diffidenza tipicamente sabauda e poi imparando a conoscerci, affezionandosi lentamente. Alla fine è arrivato l'amore. Di quelli che non scoppiano all'improvviso, ma nascono da una lunga frequentazione, dalla pazienza, dall'affetto e dal sacrificio, pure da altri amori finiti male. Nulla a che vedere col colpo di fulmine. Piuttosto... una perturbazione!
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