A volte penso che dovrebbero esserci elezioni tutti gli anni. Le cose accelerano, quando l'urna incombe. Nei giorni scorsi s'è risolta un'altra grana della cultura torinese, il rosso di un milione di euro che il Regio si trascinava dal 2008 per una serie di attività alla Reggia della Venaria volute dalla giunta Bresso senza copertura economica della determina. L'altro ieri la giunta regionale, dopo una battaglia con il coltello fra i denti combattuta dall'assessore Coppola per trovare i soldi, ha deciso di chiudere il buco con uno stanziamento aggiuntivo che sarà versato in due tranches, quest'anno e il prossimo. L'ufficio stampa di Coppola mi fa notare che con questa operazione si compie la promessa, fatta tre anni fa, di azzerare il debito dell'assessoratoalla Cultura: debito che, a detta della stessa fonte, era stato ereditato dalla precedente legislatura per un totale di 30 milioni. Prendo atto e segnalo con compiacimento, pur precisando per onestà professionale che i dati provengono dell'assessorato medesimo, e che non ho ancora avuto modo di verificarli. Peraltro va riconosciuto che la certezza dei contributi e l'azzeramento del debito dell'assessorato (il che ha anche comportato tagli dolorosi) sono stati tra gli obiettivi principali della gestione di Coppola.
William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h
io la chiamerei una classica regolazione di partita pendente, con un linguaggio burocratico ma efficace. E chissà quante ne vedremo di queste "partite"... che sono debiti contratti, nient'altro.
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