A volte penso che dovrebbero esserci elezioni tutti gli anni. Le cose accelerano, quando l'urna incombe. Nei giorni scorsi s'è risolta un'altra grana della cultura torinese, il rosso di un milione di euro che il Regio si trascinava dal 2008 per una serie di attività alla Reggia della Venaria volute dalla giunta Bresso senza copertura economica della determina. L'altro ieri la giunta regionale, dopo una battaglia con il coltello fra i denti combattuta dall'assessore Coppola per trovare i soldi, ha deciso di chiudere il buco con uno stanziamento aggiuntivo che sarà versato in due tranches, quest'anno e il prossimo. L'ufficio stampa di Coppola mi fa notare che con questa operazione si compie la promessa, fatta tre anni fa, di azzerare il debito dell'assessoratoalla Cultura: debito che, a detta della stessa fonte, era stato ereditato dalla precedente legislatura per un totale di 30 milioni. Prendo atto e segnalo con compiacimento, pur precisando per onestà professionale che i dati provengono dell'assessorato medesimo, e che non ho ancora avuto modo di verificarli. Peraltro va riconosciuto che la certezza dei contributi e l'azzeramento del debito dell'assessorato (il che ha anche comportato tagli dolorosi) sono stati tra gli obiettivi principali della gestione di Coppola.
Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente
io la chiamerei una classica regolazione di partita pendente, con un linguaggio burocratico ma efficace. E chissà quante ne vedremo di queste "partite"... che sono debiti contratti, nient'altro.
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