Oggi si apre la decima edizione di Torino Spiritualità, intitolata "Il cuore intelligente". Alle ore 18, al Teatro Regio, c'è la lectio magistralis (a ingresso libero) "Qualcosa invece di niente. Riflessioni su
Dio e sull’Uomo" del sociologo
e filosofo Zygmunt Bauman, il teorico della “modernità
liquida”. Segue, alle ore 21,30 sempre al Regio, un omaggio al saggio del filosofo britannico
Bertrand Russell "La conquista della felicità": un reading con la voce
recitante di Toni Servillo accompagnato
da Roberto Prosseda al pianoforte (poltrona alta visibilità 35 euro, intero 20 euro, ridotto Amici di Torino Spiritualità 17 euro).
Dopo lo spettaccolo ci sarà una serata a inviti in onore di Servillo, con una cena in piedi (très reservée) al Circolo dei Lettori.
Il programma completo della rassegna, comunque, lo trovate sul sito. Quello che non trovate da nessuna parte, invece, è il destino di Torino Spiritualità. Non che sia a rischio, tutt'altro. Però l'edizione che si apre oggi è acefala: nel senso che non ha un direttore. Come ben sapete, Torino Spiritualità nasce nel 2005 da un'intuizione di Antonella Parigi (già direttrice del Circolo dei Lettori), come evoluzione del progetto di Gabriele Vacis "Domande a Dio. Domande agli uomini" per lo Stabile. La Parigi è stata direttrice del festival fino a quest'estate, quando ha lasciato come conseguenza delle sue dimissioni dal Circolo, in seguito alla sua nomina ad assessore regionale alla Cultura. Molti, quindi, si domandano chi sarà il prossimo direttore di Torino Spiritualità. Io ho chiesto lumi al presidente del Circolo, Luca Beatrice (che stasera si dividerà fra Regio, Circolo e Juve-Cesena) e mi sono chiarito le idee. Il passaggio dovrebbe essere automatico: come fino a ieri la Parigi, anche il prossimo direttore del Circolo dei Lettori sarà automaticamente anche direttore di Torino Spiritualità. Fermo restando che il responsabile del progetto (insomma, quello che davvero "fa" il festival) era e resta Armando Buonaiuto, che fa parte della struttura del Circolo. Per cui, almeno qui, non dovrebbero esserci casini. Si spera.
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