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LA PRIMA TROMBA DELL'APOCALISSE: LE BANCHE SONO NERVOSE

Michelangelo, Giudizio Universale (particolare: gli "angeli tubicini")
I sette angeli che avevano le sette trombe si accinsero a suonarle. Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra (Ap. 8,6-7)
Non vorrei spaventare nessuno, ma il dovere del cronista mi impone di riferire - a integrazione del post "L'Apocalisse è qui, e non abbiamo niente da metterci" - che in città gira voce che alcune istituzioni culturali si sarebbero viste rifiutare i prestiti dalle banche quando hanno offerto come garanzia i crediti con la Regione, perchè la Regione non è più ritenuta un pagatore affidabile. Insomma: mentre i crediti con il Comune sono ancora una garanzia bancaria sufficiente per accedere a prestiti, altrettanto non si può dire di quelli con la Regione.
Per chi non sa come funziona, spiego in breve: quando un ente pubblico delibera un contributo a favore di un'istituzione o una manifestazione, materialmente non dà subito i soldi: manda ai beneficiari del contributo una lettera ufficiale in cui dichiara che verserà la somma stabilita. Prima o poi.
I destinatari della lettera diventano quindi creditori della Regione. A questo punto, per avere subito i soldi necessari per organizzare la manifestazione o far funzionare l'istituzione, si rivolgono a una banca e chiedono un prestito: la lettera (che certifica il credito con l'ente pubblico) serve da garanzia. La banca anticipa i soldi e applica gli interessi. Più tempo passa, più interessi si pagano. Per cui ai beneficiari non resta che sperare che l'ente pubblico saldi in fretta il suo debito. Ormai, invece, i soldi dell'ente pubblico arrivano con tempi lunghissimi, fino a due anni di ritardo: e intanto l'istituzione culturale sborsa alla banca interessi che nessuno le rimborserà. Comunque, finora la lettera dell'ente pubblico era considerata da qualsiasi banca una garanzia sufficiente.
Se davvero adesso le banche non si fidassero più della Regione, il collasso di istituzioni e manifestazioni varie sarebbe immediato. Ho provato a verificare la voce. Impresa non facile. Nessuno ammette ufficialmente di essersi visto rifiutare un prestito bancario garantito dal "pagherò" regionale. Alcuni dichiarano che nulla è cambiato. Ma ho conferme riguardo ai prestiti già in essere: gente che li aveva ottenuti grazie alla lettera della Regione è stata discretamente contattata dalla banca che vorrebbe sapere se e quando arriveranno i soldi. Domanda alla quale nessuno può rispondere con certezza.
Episodi di questo tipo, se non isolati, la dicono lunga sulla situazione. Le banche sono nervose. Considerano a rischio la situazione finanziaria della Regione, e si preoccupano per il loro denaro.
Gli interessati ne parlano malvolentieri, e li posso capire. Sarò quindi grato a chi volesse segnalarmi eventuali casi significativi.

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