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In coda per Red Rhino: la folla davanti alla sala 2 del Reposi |
Lo ammetto. Stasera mi sono commosso. Prima di rincasare, sono passato dal Reposi. Volevo vedere "Walking with Red Rhino", il ricordo di
Alberto Signetto che Marilena Moretti ha realizzato fra mille difficoltà - le solite, maledette difficoltà economiche di chi fa cinema indipendente.
"Walking with Red Rhino" c'è perché l'hanno voluto in tanti, gli amici di Alberto e la gente comune che ha sostenuto il progetto con il
crowdfunding. Beh, sono andato al Reposi preoccupato. Volevo esserci ad ogni costo. Se la sala non fosse stata piena, sarebbe stata una sconfitta per tutti. Ma una giustizia evidentemente esiste. Anche se tardiva, anche se inutile. Fuori dal cinema c'era una coda che nemmeno per il nuovo Woody Allen. Una coda grande e magnifica persino per questo Tff che colleziona code e sold out in ogni sala, in ogni momento. C'era Torino, lì in attesa di riempire la sala 2 del Reposi. La gente del cinema, e gli altri. Quelli che hanno creduto in Alberto e nel suo lavoro, hanno cercato di sostenerlo in vita e lo hanno pianto in morte. E gli altri, la gente comune, gli appassionati di cinema, il popolo del Festival. Ho visto il fratello di Alberto, Alessandro. Era felice. Con una punta d'amarezza. Quel pubblico Alberto lo avrebbe meritato quand'era con noi. Adesso che lui non c'è più, quella sala strapiena è una gioia che ferisce al cuore.
Comunque stasera è stato bello. Una storia speciale anche per un Festival speciale, più che mai amato dalla gente. Al Tff quest'anno le sale sono imballate di default. Oggi al Massimo ho visto tre film, nemmeno dei più attesi o imperdibili: il documentario sui Sex Pistols di Julien Temple era in replica, "Baal" - lavoro di Schloendorff del 1969 - non è né celebre né facile, e "Il laureato" è uno dei titoli più visti di tutti i tempi. Eppure in sala non è rimasto mai un posto libero.
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