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Chiampa: "Senti, Piero, ci ho per le mani un paio di fondazioni... Interessa?" |
Mentre infuria la
tempesta perfetta, le casse pubbliche
piangono miseria, la cultura intona il
de profundis e lo scaltro Chiamparino medita di
defilarsi dalle fondazioni, il prode Fassino non rinuncia ai suoi nobili ideali. E accarezza due impegnativi progetti.
La conquista della Reggia
Sento infatti dire da più parti che il sindacoassessoreallacultura stavolta sarebbe proprio deciso a far entrare il Comune di Torino nel Consorzio della Venaria Reale.
Un progetto che accarezza da tempo. Non è chiaro con quali mezzi economici intenda realizzarlo: in teoria, per far parte del Consorzio occorre buttare sul piatto congrue risorse, e in tutta franchezza non riesco a immaginare dove oggi Filura potrebbe raccattarle. Eppure, a costo di non staccarsi più di dosso l'etichetta di
Conte Mascetti, l'intrepido Fassio è deciso a tirare diritto sulla strada che porta alla Reggia. C'è chi si spinge a dare per imminente una delibera in tal senso. L'operazione è spericolata, e forse pericolosa: ufficialmente i conti della Reggia sono in ordine, ma di questi tempi le cose cambiano in fretta. Va però detto che alla Venaria si è creato un vuoto di potere, con
la Regione che minaccia la ritirata,
un neo-direttore, Mario Turetta, azzoppato dalla brutta vicenda
dell'incario per diktat ministeriale, e
un neo-presidente, Paola Zini, che è senz'altro una degna persona ma non è un peso massimo politico o imprenditoriale in grado di battere i pugni sul tavolo. E la storia insegna che laddove si crei un vuoto di potere, ci sarà sempre qualcuno pronto a inserirsi.
Salvate il soldato Rivoli
Ancor più ambizioso è il secondo sogno di Fassino: fare la
Superfondazione a dispetto dei santi (e della riluttanza della Regione)
accorpando comunque la Gam e il Castello di Rivoli così da salvare
quest'ultimo, che sarebbe bell'e morto se Chiamparino decidesse davvero di mollare. Va detto che Fassio è un generoso idealista, ma non è scemo: follia non è l'ardire che ragiona, e la sua apparente follia ha una logica. Filura è infatti convinto che,
se anche la Regione uscirà dalla Fondazione del Castello di Rivoli, non farà comunque mancare i finanziamenti che oggi eroga: semmai cambierà la modalità di assegnazione e quindi il problema serà, al massimo, andarsi a prendere quei soldi con progetti ad hoc. Sulla carta, funziona: il manifatturiero Chiampa ha assicurato che non farà mancare il sostegno economico alle fondazioni culturali da cui la Regione uscirà.
E il Chiampa è uomo d'onore: hashtag #pierostaisereno.
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