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TROVATI NEL TIDE: SCENE DALLA COMMISSIONE CULTURA

Memorie Sixties: i pupazzetti del Tide
Soffro di lievi ma fastidiose depressioni. Ogni tanto mi coglie il sospetto di essere davvero il cretino che descrivono i miei più accesi ammiratori. In quei casi la cura migliore è assistere al dibattito di un'assemblea elettiva. Ne esco rinfrancato, o quantomeno con la certezza di essere in numerosa, se non buona compagnia.
Avendo trascorso una domenica alquanto tristanzuola, stamattina ho deciso di accettare il gentile invio dell'amico Luca Cassiani e di seguire la riunione congiunta delle commissioni cultura di Comune e Regione. Così mi sono alzato di buon'ora e alle nove e un quarto mi ero assicurato un posto in prima fila nella sala dell'orologio in Municipio.
Il tema della matinée non era dei più emozionanti. Si trattava di ascoltare gli assessori Parigi (Cultura, Regione) e Passoni (Bilancio, Comune) su un'idea della Parigi: andare a prendere i fondi strutturali europei per creare alla Cavallerizza un ostello delle gioventù. Non voglio annoiarvi con i particolari del progetto. Mi sembra di aver capito che con la gherminella dei fondi europei gli enti pubblici potrebbero rientrare nella vicenda Cavallerizza, indirizzandola in ambito culturale. Una buona idea, direi, anche se non ho assolutamente voglia di stare a raccontarvela per filo e per segno. Mi annoierei io a scriverla ancor più che voi a leggerla. E comunque la trovate su tutti i giornali.
Ciò che davvero mi interessava, stamattina, era sentirmi meglio con me stesso, rintuzzare la mia auto-disistima e tirarmi su di morale. Obiettivo raggiunto grazie al fattivo contributo di un paio di rappresentanti del popolo, e del popolo stesso, presente in aula sotto forma di delegazione dell'Assemblea Cavallerizza 14.45 - gli "occupanti", per intenderci.
Andiamo con ordine. Prima ci sono le relazioni di Parigi e Passoni. Illustrano progetti, situazioni e difficoltà. Vi risparmio il tutto. Poi la parola passa ai consiglieri comunali e regionali che compongono le due commissioni. E qui arrivano le mie medicine.

Medicina 1: quello che gli piace mangiare male

Mangiare male: Maurizio Trombotto
Parlando del ruolo dei privati nella futura Cavallerizza, gli assessori accennano all'ipotesi di destinare alcuni spazi ai servizi per il pubblico, tipo ristorazione e bar. Mi sembra logico. Anche adesso, in stato d'occupazione, se vai alla Cavallerizza trovi chi ti serve un caffè. Quindi non mi sembra un sacrilegio. Naturalmente, precisa Passoni, l'ente pubblico avrà voce in capitolo per decidere se piazzare alla Cavallerizza - cito - "una caffetteria di charme o una pessima trattoria in stile finto-ottocentesco".
Come dice De Gregori? "Tra il bufalo e la locomotiva la differenza salta agli occhi".  Quindi io, nella mia ingenuità umana e politica, considero quell'alternativa paradossale. Ovvio che ci metteremo dei locali all'onor del mondo, intende dire Passoni.
Prende la parola il consigliere comunale di Sel Maurizio Trombotto, un uomo con l'aria un po' triste (e adesso so anche il perché). Fa le sue sensate osservazioni, e poi, in un empito di sincerità autobiografica, aggiunge: "Quanto alla scelta fra la caffetteria di charme e la pessima trattoria finto-ottocentesca, devo dire che io, per inclinazione personale, preferisco la pessima trattoria".
Mi viene da fare la ola. Fantastico. Il consigliere Trombotto conferma, con una sortita magistrale, i miei orridi pregiudizi sui comunisti. Non solo sono tristi e adorano vivere male, ma vorrebbero che vivessero male anche gli altri. Devi scegliere fra la caffetteria di charme (diciamo pure fighetta) e la bettola da vomito? Eddai, la bettola tutta la vita. A seguire: preferisci mangiare pane e cipolle o filetto e foie gras? Preferisci fornicare con una donna brutta o con una bella? Preferisci un calcio sui maroni o un weekend a Montecarlo? Preferisci perdere o vincere? La prima che hai detto. Sempre la prima che hai detto.
By the way, un editore intraprendente dovrebbe proporre a Trombotto di scrivere una guida dei suoi ristoranti preferiti, da intitolare "100 bettole da evitare come la peste".

Medicina 2: quella che non legge i giornali

Giornali? No grazie: Francesca Frediani
Vabbé, mi dico, il Trombotto mi vale una settimana di Cipralex, posso anche tornarmene a casa. Per fortuna rimango e posso così scoprire un altro talento spaziale, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Francesca Frediani che - apprendo e riferisco per chi, come me, non la conoscesse - è laureata in Scienze della comunicazione, dal 2010 al 2014 ha fatto parte dello staff del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle in qualità di addetto stampa, e nel 2014 è stata eletta in Consiglio regionale con 1488 voti di preferenza. Forte dei suoi titoli accademici e dei suoi trascorsi professionali, la Frediani pone una questione di principio: "Ho saputo del progetto di accedere ai fondi europei soltanto adesso, in questa riunione, mentre i consiglieri di maggioranza ne erano preventivamente informati. Questo - precisa la Frediani con malcelata amarezza - è l'handicap di stare all'opposizione".
I consiglieri di maggioranza la informano che la notizia dei fondi europei è sui giornali di stamattina, ed essi stessi l'hanno appresa dalla lettura dei giornali medesimi.
Ora, è chiaro - anzi, chiarissimo, ancor più chiaro del complotto delle scie chimiche - che la lettura dei giornali è una pratica riservata alla Kasta. Stupisce tuttavia che non vi abbia accesso neppure una laureata in Scienze delle comunicazioni  e addetta stampa di professione.
E' pur vero che i giornali sono al soldo della Kasta, e che i proseliti del Movimento devono starne alla larga. Tuttavia suggerirei una consultazione in rete per stabilire se la consigliera Frediani possa essere autorizzata, in via eccezionale e in considerazione del suo alto ruolo, quantomeno a sfogliare al bar la Gazzetta dello Sport.

Medicina 3: quelli nati ieri

Gli assessori dichiarano che tra gli enti chiamati a discutere sul destino della Cavallerizza ci sarà anche il Teatro Stabile. L'affermazione allarma molti consiglieri che - sospettando indicibili gabole - vogliono sapere perché proprio lo Stabile, e non un'altra "realtà teatrale del territorio". L'arcano glielo risolve Passoni, rivelando che fino allo scorso novembre alla Cavallerizza c'era un teatro. Un teatro dello Stabile, giustappunto. Stupore fra la folla. Passoni magnanimo precisa che comunque se arriverà una proposta valida da un'altra "realtà teatrale del territorio", essa sarà presa in considerazione. La folla appare sollevata.

Medicina 4: quelli che la cultura la difendono in itagliano

A questo punto sono lì che mi domando se questi fuoriclasse li abbiamo trovati nel Tide. La mia depressione è svanita, ma la mattinata mi riserva ancora qualche bella sorpresa. L'intera simpatica discussione si basa infatti su un pregiudizio interessante. Da più parti arriva l'auspicio che ogni decisione riguardo la Cavallerizza sia ampiamente partecipata. Che ci sia il "massimo ascolto" di chiunque abbia un'opinione in merito. In particolare bisogna "ascoltare i cittadini". Anzi, si impone "un adeguato coinvolgimento della cittadinanza".
Beh, io sono l'ultimo al mondo autorizzato a difendere la democrazia. Però mi sembra che ormai si sia perso di vista il principio base della democrazia occidentale, ovvero la "rappresentatività", che - spiego per chi non lo sapesse - funziona così: i "cittadini" votano i loro rappresentanti, e poi i rappresentanti - che come dice il nome stesso "rappresentano" i cittadini - si scornano tra di loro.
Capisco che il metodo possa incontrare obiezioni, specie se si ascoltano certi "rappresentanti". Ma d'altra parte, se vi imbarazzano o non vi fidate, perché li avete eletti?
Sia come sia, oggi prevale invece la democrazia assembleare: ogni "cittadino" (e "cittadina", amano precisare) deve comunque dire la sua, su ogni minchiata. Proprio come accadeva nell'Atene del Quinto Secolo. Con la lieve ma non trascurabile differenza che nell'Atene del Quarto Secolo i "cittadini" erano quattromila su una popolazione di quarantamila anime. Oggi, con numeri un po' più impegnativi, può essere complicato -almeno a parere dei più retrivi passatisti - ascoltare e mediare l'opinione di tutti. Compreso Gigetto er Canaro.
Ciò premesso, all'incontro sono presenti i portavoce degli "occupanti" della Cavallerizza. E possono intervenire leggendo una loro dichiarazione. Ve ne offro un brevissimo estratto: "Chiediamo il riconoscimento di un processo di progettazione partecipata monitorato dall'Assemblea Cavalerizza 14.45 con l'ausilio di facilitatori professionisti che consideri le proposte della cittadinanza e di enti pubblici e privati compatibili con la salvaguardia del bene".
Non ho mai preteso dagli italiani una particolare pietas per la sintassi. Capisco che sarebbe chiedere troppo. Tuttavia mi piacerebbe capire a) se quel "consideri", singolare, si riferisce al "processo", all'"ausilio" o ai "facilitatori professionisti"; e b) che cosa sono i "facilitatori professionisti".
Insomma, ragazzi, se pretendete - e giustamente - un destino "culturale" per la Cavallerizza, dovreste rispettare la cultura. A cominciare dall'uso non solo corretto, ma persino elegante della nostra amata lingua.

Morale della favola

Dopo l'alto dibattito di stamattina, non so bene che cosa accadrà alla Cavallerizza. Ma so che cosa farò non appena la depressione tornerà ad oscurare i miei giorni. Tornerò ad ascoltare i nostri rappresentanti. E anche i cittadini. Siete meravigliosi. Continuate così. Vi amo.

Commenti

  1. Seguendo l'hyperlink posto alle parole "E possono intervenire leggendo una loro dichiarazione" del suo articolo si arriva ad un datato (18/01/2015) articoletto del quotidianopiemontese.it, che definire fuori contesto è un atto di clemenza, nel quale la dicitura da lei riportata come "brevissimo estratto" semplicemente... NON compare.

    Premesso questo, in seguito il mio commento.

    Credo.

    Credo sia lampante che "consideri" sia da riferire a "processo di progettazione partecipata".
    Credo sia singolare che un giornalista, con l'aggravante dell'esperienza, si perda fra due mancate virgole.
    Credo sia logico che i facilitatori professionisti siano quelli che risponderanno alla Call dell'AC14:45 sulla prog. partecipata
    Credo sia corretto pensare che una persona impegnata pubblicamente, ma con una propria vita privata, possa alle h 9.00 non aver letto il giornale.
    Credo che lei offenda l'altrui intelligenza "rimproverando" terzi per la mancata apposizione di virgole su di un comunicato che, come si evince dalle parole del suo post, hanno LETTO A VOCE.

    E credo, infine, che siano fin troppo evidenti l'intento e la faziosità di questo suo post.

    Riporto in seguito la dicitura corretta riportante l'imprescindibile correzione ortogarfica (o grammaticale, o lessicale, o chi lo sa, O chi se ne importa del dito quando l'argomento è la luna ?) che acquisiamo come massimo apporto, del suo contributo, a questa discussione:

    "Chiediamo il riconoscimento di un processo di progettazione partecipatam, monitorato dall'Assemblea Cavalerizza 14.45 con l'ausilio di facilitatori professionisti, che consideri le proposte della cittadinanza e di enti pubblici e privati compatibili con la salvaguardia del bene".

    Tanto le dovevo,
    Un Cittadino

    RispondiElimina
  2. Egregio Vaschetto,
    Le rispondo con ordine.
    1) Il link porta (ho verificato) a un articolo di Repubblica del 18 gennaio, congruente. Lei ha qualche problema informatico. O stenta a distinguere i giornali. Propendo per la seconda ipotesi.
    2) Lei ha uno strano concetto della logica: sia riguardo ai "facilitatori professionali" (ma ve le sognate di notte, queste genialate lessicali?), sia sul diritto di "una persona impegnata pubblicamente" di sparare minchiate a vanvera perché alle 9 del mattino, presa dalla sua turbinosa vita privata, non ha ancora letto i giornali.
    3) L'intento del mio post è evidente, lo riconosco: perculare i parolai che cianciano senza attivare il cervello.
    4) Il mio post è fazioso, lo ammetto: io sono fazioso per i cazzi miei, penso ciò che voglio e ciò che penso dico, sbattendomi di correttezza politica, convenienze e ideologie, perché grazie al cielo non ho padroni, vivo del mio e dal mio blog - diversamente da Grillo - non guadagno un centesimo. Pertanto faccio e scrivo quel che mi pare, non devo chiedere permesso a nessuno e soprattutto, per mia straordinaria e inconsueta buona sorte, non devo preoccuparmi di piacere ai "cittadini", né a chiunque altro. Questa è casa mia, se qualcuno non l'avesse capito. Non una comune del popolo.
    5) Nella frase "che acquisiamo come massimo apporto, del suo contributo, a questa discussione" non dovrebbero esserci le due virgole primo e dopo "del suo contributo": è evidente che avete seri e persistenti dissidi con la punteggiatura. Peraltro l'intera frase è sintatticamente precaria. Ma la cosa non mi stupisce.
    6) La firma "Un Cittadino" mi fa ridere. Lei è per caso l'interprete di un serial sulla Rivoluzione Francese?

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  3. Dimenticavo: il testo è stato letto (a voce, ovviamente: come altrimenti?) ma è stato consegnato scritto agli sventurati astanti. Testo peraltro stilato in un politichese da comitato di quartiere francamente illeggibile. Quello sì offensivo: se non dell'intelligenza, quantomeno della lingua di Dante.

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  4. Innanzitutto grazie per le cortesi risposte, cortesia di cui approfitterei ancora una volta.

    Non prima, però, di aver notato quanto sia presente il (mi par si dica) confirmition bias nel testo della sua risposta e non prima di aver fatto ammenda per la svista e la gaffe: si tratta effettivamente di LaRepubblica.it. Ma questo non sposta di un millimetro la questione. La frase da lei citata NON compare. L'articolo inoltre è di parecchio pre-datato rispetto al comunicato di AC14:45 a cui lei pare riferirsi.

    Ora le pongo alcune altre domande:

    1) Dove ha letto che io parlavo a nome di AC14:45 come dimostra di aver capito dalla sua risposta ?
    2) A che titolo dovrei rispondere alla sua parentesi "ma ve le sognate di notte, queste genialate lessicali?" ? Proprio non lo capisco. L'allocuzione "facilitatori professionali" non è di fatto un mio conio e l'ho appresa dalla lettura del suo testo; certo però che è di facile comprensione se valutata nel contesto in cui è stata riferita. Mi stupisce che davvero non le sia di chiara e facile lettura.
    3) Dove ha letto che il mio pensiero sia che un rappresentate dei cittadini ha il diritto di "sparare minchiate a vanvera perché alle 9 del mattino, presa dalla sua turbinosa vita privata, non ha ancora letto i giornali" ? Io ho solo detto che è corretto pensare che possa accadere. E non crede che sarebbe bene informarsi e conoscere le persone di cui parla ?
    4) Quindi il suo post è fazioso, lei è fazioso, il suo scopo è perculare e se ne sbatte di correttezza politica, convenienze ed ideologie in quando non deve piacere ai "cittadini" (lettori?) né a chiunque altro. Non crede, quindi, che sarebbe meglio che si dedicasse alla scrittura di un diario personale ? Cartaceo ? Inoltre che cosa c'entra il blog di Grillo ? Sindrome da spogliatoio ?
    5) "è evidente che avete seri e persistenti dissidi con la punteggiatura". Io e chi, mi scusi ? Mi dia pure del tu, ma s'immagini... ad ogni buon caso la ringrazio per la gentil correzione, di cui terrò conto in futuro. Stupisce non si sia accorto di una simile piccolezza nel testo di AC14:45
    6) Mi duole che la firma "un cittadino" la faccia ridere; il mio intento era infatti farla riflettere su come le sue parole risultassero offensive per l'altrui intelligenza. Anche per quella di uno qualunque, di uno come me.

    Certo che non tarderanno le sue risposte, con profonda stima la saluto.

    RispondiElimina
  5. Vabbé, lei ha problemi interpretativi. Allora le spiego: il link rimanda a un articolo che riferisce una presa di posizione degli occupanti sulla questione dell'ostello. La citazione è invece tratta dal documento presentato lunedì in Commissione congiunta. SONO COSE DIVERSE. Chiaro? Benissimo.
    Le altre obiezioni gliele lascio, si sforzi di darsi una risposta da solo.
    Una precisazione ancora. In tutta la mia vita direttori, politici e barbapapà assortiti non sono riusciti a farmi fare ciò che non volevo: adesso arriva lei a questionare se io possa tenere un blog o debba piuttosto dedicarmi a un "diario cartaceo". Ma allora lei è proprio di coccio! Da tempo immemorabile faccio sempre e soltanto quel che mi garba, figurarsi se adesso chiedo il permesso a un "cittadino"! Mi scusi: lei non ha di meglio da fare che leggere il mio blog? Non ha un lavoro, un hobby, una fidanzata cui dedicarsi? E se proprio sente l'impulso irrresistibile a leggere un blog, proprio il mio dev'essere? Ci sono milioni di blog nell'universo della rete, ne legga altri e perdiamoci di vista. Cordialità.

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