Passa ai contenuti principali

LA STRATEGIA TORINESE: IL SALONE AGLI EDITORI, GLI AVVOCATI AI FRANCIOSI

Nella foto: il Chiampa espone le proposte torinesi al presidente dell'Aie Federico Motta. Al centro, in piedi, santa Chiara da Moncalieri
Bene, si è risolta (spero) nell'unica maniera possibile e sensata. L'Aie si prende il Salone, però lo lascia a Torino. Questa la proposta dei baldi amministratori, che adesso fanno voto al loro dio perché Motta e la sua allegra brigata si mettano una mano sulla coscienza e l'altra sul portafogli, e accettino. Stamattina Motta se la tirava da duro: "Il Salone lo faremo dove ci saranno le condizioni migliori", diceva. Condizioni migliori di queste sarà difficile trovarle. In pratica gli hanno offerto tutto, tenendosi solo gli occhi  per piangere. Con il loro permesso, naturalmente.

Fate di noi quel che volete, ma non fateci del male

La lunga marcia degli editori s'è dunque conclusa con il loro totale trionfo e la resa incondizionata delle istituzioni torinesi. Ecco la dichiarazione congiunta di Chiampa e madamin Appendino alla fine dell'incontro di stamattina con i rappresentanti degli editori: “Durante l’incontro di questa mattina in Comune abbiamo avviato un dialogo positivo e costruttivo con l’Aie. Nei prossimi giorni il Comune di Torino e la Regione Piemonte presenteranno una proposta congiunta per affidare ad Aie la gestione delle prossime edizioni del Salone del Libro, non escludendo che si possano individuare anche ulteriori nuovi spazi espositivi. Abbiamo dato agli uffici legali del Comune e della Regione il mandato di verificare, anche a fronte dei recenti eventi e della vendita del padiglione 5 del Lingotto, la possibilità di disdire il contratto pluriennale di locazione. Domani, durante l'assemblea dei soci della Fondazione, le istituzioni proporranno il nome di un presidente che possa avviare questa nuova fase ipotizzata con l’Aie, finalizzata a conservare e rafforzare il Salone del Libro quale patrimonio della Città di Torino e della Regione”.

Domani vi proponiamo un presidente

Motta spiega a Chiampa e santa Chiara l'interesse degli editori per la Fondazione
Ecco, i baldi amministratori cominciano male, arrogandosi (peggio: fingendo di arrogarsi) il diritto di scegliere loro il nuovo presidente della Fondazione. Ma facciano pure finta, per quel che conterà la Fondazione: Motta l'ha definita "un problema territoriale" di cui agli editori frega meno che niente. Ma in città scatta comunque la pantomima dei nomi in pole position, che vedrebbe affiancati l'ex assessore alla Cultura Gianni Oliva, che ci punta da una vita, e la direttrice del Circolo dei Lettori, Maurizia Rebola, per quanto molto legata alla passata gestione Picchioni, casomai si volesse  rispolverare il vecchio progetto di unificare Salone e Circolo
Secondo me, si tratta di esercizi di stile. Ammesso e non concesso che ci stiano e accettino l'offerta torinese, figuratevi se i nuovi padroni milanesi lasceranno ai sudditi il potere di scegliere i vertici della baracca: tanto più che da queste parti, l'ultima volta che ci abbiamo provato, non è andata benissimo.

Ma decideranno gli editori: arriva il proconsole Ferrari

Gian Arturo Ferrari: il proconsole arriva dalla Mondadori?
Per questo motivo ritengo che il presidente della Fondazione 2.0, al di là dei poveri tentativi torinesi di salvare la faccia, lo decideranno i milanesi: e se la logica significa ancora qualcosa in questo folle mondo, dovrebbe essere Gian Arturo Ferrari. Che sarebbe poi la migliore delle soluzioni possibili. E' un predestinato, anche se ha dovuto aspettare un po' troppo. "Uomo di grandissima cultura, grande carisma e enorme capacità di gestire il potere", per usare la definizione di una sua ex allieva. Nell'improbabile ipotesi che accetti, mi sembra il perfetto proconsole, con tutta l'esperienza necessaria per far funzionare il Salone finché gli editori riterranno di lasciarlo a Torino. 

E con i franciosi ci rivediamo in tribunale

Un altro aspetto degno di nota emerge dalla dichiarazione dei bandi amministratori: finalmente (io lo invocavo da mesi) i baldi amministratori hanno deciso di rivolgersi agli avvocati per sistemare i conti con Gl Events. Meglio tardi che mai.
E il prossimo Salone lo faranno a To-Expo. Tiè. Come se fosse facile recuperare To-Expo in sei mesi.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la