Gianbattista Tiepolo: "La Verità svelata dal Tempo", in mostra al Castello di Miradolo fino al 14 maggio |
Vi confesso che, andandoci, ero lievemente inquieto. Era con me una persona a cui tengo, e temevo di fare brutta figura.
Nutro la massima stima per la Fondazione Cosso e per quella deliziosa e simpatica mecenate che si chiama Maria Luisa Cosso e che, avendo beata lei un bel po' di soldi, anziché spiciarseli a ostriche e champagne come farebbero tante brutte persone (sottoscritto compreso), ha deciso di spenderli per offrire cultura e bellezza alla gente, pagando di suo per dare alla comunità ciò che le istituzioni non sanno o non possono più dare; così ha restaurato quel gioiellino che è il Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, e adesso ci ospita incontri culturali, concerti e mostre d'arte in genere di alta qualità.
Ciò detto, mentre guidavo verso le lande pinerolesi non riuscivo a smettere di preoccuparmi. E' capitato anche a me di cadere nel tranello di certe mostre dal titolo ingannevole, che sbandierano il nome illustre per richiamare pubblico, ma nei fatti espongono pochissimi dipinti dell'illustre chiamato in causa. Per cui la mia malfidente natura mi induceva a tormentarmi. Magari, mi dicevo, arriviamo lì e ci troviamo un Tiepolo piccino picciò in mezzo a una valanga di croste. Non si sa mai, a questo mondo.
Mi sbagliavo clamorosamente. La mostra non soltanto ha mantenuto le promesse, ma ha superato le mie migliori speranze, facendomi trascorrere due ore di autentico piacere e assicurandomi la gratitudine di chi mi accompagnava.
Realizzata in collaborazione con i Musei Civici di Vicenza, la mostra espone il meglio della collezione di Palazzo Chiericati: 46 opere, quasi tutte splendide. I Tiepolo - Gianbattista e Giandomenico - sono presenti quanto basta, e persino un pochino di più, con dipinti di primissimo livello, nonché disegni e incisioni. E vi assicuro che i cosidetti "comprimari" tutto sono tranne che comprimari. A meno che salti su uno spirito bizzarro che osi definire "comprimari" il Piazzetta (presente tra l'altro con l'enorme e clamorosa "Estasi di San Francesco" che da sola vale il viaggio e il biglietto), o i due Ricci, o quel Luca Carlevarijs che ritengo da sempre largamente sottovalutato. Quanto ai Tiepolo, è ovvio che resterete basiti davanti all'imponente "Immacolata Concezione" e alla "Verità svelata dal Tempo" di Gianbattista: ma la produzione di padre e figlio è presente nelle forme e con gli spunti più vari e spesso sorprendenti.
Insomma, penso sia chiaro che sono uscito soddisfatto. Gita fuori porta piacevole, soldi (pochi, il biglietto costa 10 euro) ben spesi, mostra intelligente. Aggiungete che, alla fine, uno può godersi una passeggiata nello splendido parco del castello, tra alberi secolari: vi segnalo un bosco di bambù giganti, una sequoia e un faggio che sono una visione da ricordare per tutta la vita.
La mostra termina il 14 maggio, improrogabilmente. E' aperta il giovedì e venerdì pomeriggio, e tutto il giorno da sabato a lunedì.
Secondo me, vale la pena.
Commenti
Posta un commento