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LO STATO DELLE COSE AL REGIO: PARIGI PROPONE, GRAZIOSI DISPONE

Sono ormai questioni di nessunissima importanza, considerata l'agonia generale. Ma intanto il dovere di cronaca impone di registrare che nemmeno il Regio sta benissimo. Stamattina i costernati lavoratori dell'ancora-ma-non-si-sa-per-quanto-Fondazione-Lirica hanno incontrato l'assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi, che ha poi diramato la seguente nota:
"Su richiesta delle organizzazioni sindacali abbiamo incontrato questa mattina i rappresentanti dei lavoratori del Teatro Regio, che ci hanno esposto le loro preoccupazioni alla luce del recente cambio di governance e della fragile situazione finanziaria dell’ente.
L'incontro è stata quindi l'occasione per ribadire quanto per la Regione Piemonte rimanga fondamentale per il futuro del teatro la messa a punto di un piano di sviluppo, che unisca il rilancio dei ricavi e riveda i costi e, soprattutto, garantisca il mantenimento della qualità dell’offerta culturale. Per questo ci sembra assolutamente necessaria la nomina di un direttore musicale di prestigio. Pur consapevoli della situazione di difficoltà in cui si trova attualmente la Fondazione del Teatro Regio, crediamo che questa non possa essere risolta attraverso l’abbassamento della qualità artistica ma, al contrario, che un alto livello culturale garantisca la sua attrattività di fronte a potenziali partner pubblici e privati.
Abbiamo altresì sottolineato l’importanza che il piano di sviluppo del teatro sia condiviso con tutti i soci e che le scelte strategiche siano concordate, affinché tutti i soci siano effettivamente parte attiva del funzionamento dell’ente, e non solo meri soci finanziatori. Per avviare il piano di sviluppo sarebbe inoltre auspicabile che il nuovo Sovrintendente intraprendesse un dialogo con la Regione Piemonte, cosa che finora non è avvenuta, per conoscere quali siano i suoi progetti e le sue prospettive di sviluppo del teatro.
Fatte queste premesse, la Regione Piemonte è disponibile a mettere a disposizione anche le sue competenze per costruire il piano di sviluppo e a impegnarsi per la sua attuazione".

Traduco: in pratica la Parigi chiede esattamente il contrario di quello che ha intenzione di fare il nuovo sovrintendente Graziosi, piazzato lì dall'Appe alla faccia della Parigi ma con il benevolo assenso del Chiampa. 
La Parigi chiede "scelte strategiche concordate" con tutti i soci; e Graziosi è il sovrintendente del Comune. Anzi, di Chiarabella.
La Parigi chiede che si nomini un direttore musicale di prestigio al posto di Noseda; e Graziosi ha fatto capire che non vuole tra i piedi un direttore musicale stabile.
La Parigi chiede un "alto livello culturale"; e Graziosi ha già cancellato dal cartellone 2018/2019 i titoli più "difficili", punta al repertorio acchiappa-pubblico, e nel ruolo di direttore artistico ha sostituito Gaston Fournier Facio (qui il suo cv) con Alessandro Galoppini (qui il suo cv). 
La Parigi chiede che Graziosi dialoghi con la Regione; e Graziosi, come Antonellina stessa ammette, manco ci pensa. Tanto più che fra meno di un anno in Regione governeranno altri, certo più amici.
Quella della Parigi è una battaglia persa. E in fondo neanche vale la pena: per come gira l'uccello padulo, mi sa che presto il Regio sarà l'ultimissimo dei nostri guai.

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