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I MANEGGI PER VEDERE UN BILANCIO

Amici come prima? Da sinistra, la presidente della Fondazione Regio Appendino, il sovrintendente Graziosi e il direttore artistico Galoppini
L'altro ieri il Consiglio d'indirizzo del Regio ha approvato il bilancio consuntivo del 2018, per poi dimettersi al gran completo, in anticipo rispetto alla scadenza naturale, fissata per settembre. Le dimissioni del Consiglio implicano a norma di Statuto pure la decadenza del sovrintendente William Graziosi, a nemmeno un anno dalla nomina. Spetterà al prossimo Consiglio di decidere se confermarlo o meno. Cito dal comunicato ufficiale del Regio: "I consiglieri dopo l'approvazione del Bilancio consuntivo hanno ritenuta conclusa la loro esperienza all'interno del Consiglio d'indirizzo. Ancorché la scadenza del mandato sia prossima, hanno infatti rassegnato le loro dimissioni - con effettività dal 31 maggio - al fine di consentire alle istituzioni la possibilità di indicare i componenti che seguiranno il nuovo indirizzo programmatico del Teatro"Insomma, volevano sollevare la nuova giunta regionale (presumibilmente a trazione leghista) dal gravoso fardello di sopportare anche solo per pochi mesi un rappresentante - Filippo Fonsatti - nominato dal centrosinistra.

Quanto è saldo Graziosi?

Poi, sapete, i pissi pissi bao bao si sprecano, come sempre in questa pettegola città. 
C'è chi mormora che i consiglieri non siano per nulla convinti della bontà del famoso "Piano industriale" (che in effetti non mi è mai sembrato troppo convincente...) e perciò abbiano scelto la saggia strategia del "vai avanti tu che a me scappa da ridere". 
C'è chi insinua che al Regio siano ai materassi, con un Graziosi nel bunker e molti dipendenti e dirigenti - persino il serafico direttore artistico autoprodotto Alessandro Galoppini! - sull'orlo di una crisi di nervi per via dello stile del sovrintendente, giudicato da taluni alquanto rude, 
E c'è infine chi giura che anche i sostenitori più convinti dell'Uomo venuto dalla Steppa non ne siano più entusiasti come un tempo e di conseguenza preferiscano tenersi le mani libere in attesa di capire come si modificheranno gli equilibrii del potere a Torino e in Piemonte.
Voci, sussurri, magari maldicenze. Si sa, il mondo è cattivo. Detto per inciso, a questo punto manco più capisco se Chiarabella - che pure impose Graziosi in maniera assai sbrigativa - rientri davvero nella schiera dei sostenitori convinti del Melomane di Jesi; o se all'epoca abbia fatto buon viso a cattivo gioco per compiacere i Riformatori del Regio - quelli della famosa "mozione Giovara" promossa dall'omonimo assessore supplente alla Cultura e dagli "esperti" Guenno e Dilengite - e garantirsi così la benevolenza dell'ala radicale della sua maggioranza; mentre ora se ne starebbe toma toma cacchia cacchia, per nulla dispiaciuta dalla prospettiva di cambiare ancora. Altre voci, altre dicerie, e sempre il mondo cattivo che parla e sparla. E le opposizioni ci intingono il biscottino, ça va sans dire.

Del bel bilancio scriver bisogna

Ma torniamo al bilancio consuntivo del 2018, chiuso - cito sempre dal comunicato ufficiale - "pienamente in pareggio" e con un aumento di spettatori, incassi e produzioni. Non ne ho scritto all'impronta; e già me li immagino, i soliti balenghi, a darsi di gomito spronati dal loro endemico vittimismo - lo vedi il giornalista sciacallo che censura il meraviglioso bilancio del Regio? - manco che me venisse in tasca qualcosa dalle loro sfighe. 
Ora:
a parte che sciacallo sarai tu che ti becchi i miei soldi per fare un cazzo, e insulti pure;
a parte che anche l'intero baraccone del Regio lo pago di tasca mia e dunque sarei un picio a godere se la roba che pago io va a ramengo per colpa di qualche belinone;
a parte che grazie al cielo ho di meglio da fare che scrivere quando comoda ai balenghi e dunque scrivo quando comoda a me;
a parte tutto ciò, ieri mattina avrei davvero voluto scrivere un giubilante post a proposito del bilancio del Regio. 

Ma se non s'offende nessuno, prima preferirei verificare

Però le innumerevoli turlupinature rifilatemi in passato (per dire, anche l'anno scorso il bilancio si era chiuso in pareggio, figuratevi un po'...) mi hanno reso cauto. 
Ho imparato sulla mia pelle che nulla è come appare, nei bilanci in generale e massimamente in quelli del Regio. Non che vogliano fare i furbi; mica son matti, che a fare i furbi in quelle robe lì si finisce al gabbio. Semplicemente, i bilanci vanno letti, e capiti, da cima a fondo. Non è mai buona norma accontentarsi dei racconti, riassunti e bignamini sciorinati da uffici stampa e/o capataz: è come fidarsi dell'oste che giura che il suo vino è buono.
Sarebbe una saggia regola da applicare in ogni caso; certo è ineludibile quando si tratta di un bilancio come quello del Regio 2018, che racconta un anno vissuto spericolatamente.
Aggiungi che i riassunti elargiti ieri dai comunicati ufficiali e dai giornali erano un po' vaghi: e riportavano alcune cifre, ma non tutte: ad esempio, scrivevano che il bilancio ha chiuso "pienamente in pareggio", ma non uno che mi dicesse le cifre esatta di quel pareggio; e pure i dati riportati dagli organi d'informazione cambiavano a seconda della testata. Insomma, non mi ci raccapezzavo

Ma sul sito il bilancio non c'è ancora...

Ecco spiegato perché non mi sono accontentato dei comunicati dell'oste, ma ho tentato di andare in cantina; e cioè di vedere il bilancio in questione. Sul sito dell'amministrazione trasparente del Regio, dove lorsignori devono pubblicare i loro bilanci, purtroppo non ho trovato traccia del bilancio consuntivo 2018. E' già presente la tabella - prescritta dalla legge 124/2017 - dei contributi, sovvenzioni, incarichi retribuiti e vantaggi economici ricevuti nel 2018. Ma il bilancio ancora non c'è.
"Niente di grave - ho pensato. - Lo pubblicheranno al più presto: e intanto che ci vuole? Chiamo l'ufficio stampa e me lo faccio mandare".

... e farselo dare è una questione di Stato

Così ho chiamato l'ufficio stampa del Regio. Una gentile signora mi ha spiegato che, per disposizione superiore, alcune materie (presumo le più "sensibili") non vengono più gestite dall'ufficio stampa, ma direttamente dalla segreteria del sovrintendente. Nientepopodimeno. Si vede che hanno del buon tempo.  
La cosa, ne converrete, induce a immaginare un ambientino niente male, con un sovrintendente che non si fida neppure dei suoi collaboratori ordinari ed esercita, tramite fedelissimi pretoriani, un occhiuto controllo - un mix di "1984" e "Truman Show" - su qualsiasi notizia rilevante che potrebbe filtrare da Fort Apache. 
Ad ogni modo: la gentile signora dell'ufficio stampa mi suggerisce di scrivere direttamente alla segreteria del sovrintendente per richiedere una copia del bilancio. Per fortuna non serve la carta bollata, basta una mail. Dev'essere la celebre "semplificazione" della "casa di vetro" comunale. 

La letterina: William, pensaci tu

Così, alle 11,22 di ieri, venerdì 19 aprile, spedisco alla segreteria del sovrintendente la seguente mail: "Gentili signori
Con la presente vengo a chiedervi cortesemente di poter prendere visione del documento integrale del Bilancio d'esercizio 2018, non ancora presente on line.
Desidero - nello spirito dell'amministrazione trasparente - approfondire alcuni aspetti non perspicui della stringata comunicazione diffusa oggi a cura dell'ufficio stampa e ripresa dagli organi d'informazione senza ulteriori approfondimenti.
Vi sarò inoltre grato se potrete dirmi entro quale data tale documento sarà pubblicato on line.
Auspicando una vostra sollecita risposta, mi pregio di porgervi i migliori auguri per le festività pasquali.
Cordiali saluti
Gabriele Ferraris"
.
E adesso aspetto. Quando mi risponderanno, allora sarò lieto di lodare - a ragion veduta e verificata - i buoni risultati del nuovo corso del Regio.

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