Le cose cambiano, e cambiano in fretta: oggi la notizia del giorno è l'arrivo di Enzo Ghigo alla presidenza del Museo del Cinema: il che dovrebbe anche preludere a una decisione - che per forza di cose dovrà essere rapida - sulla direzione del Torino Film Festival. Emanuela Martini è in scadenza, dopo sei edizioni, e si tratta di scegliere se riconfermarla ancora e se puntare su un nome nuovo e possibilmente non ridicolo. Ma di questo mi occupo in un articolo che pubblicherò domani sul Corriere.
Intanto ieri hanno presentato la trentasettesima edizione del Tff, con la consueta, torrenziale conferenza stampa - che poi si riduce alla conferenza e basta della faconda Emanuela, incontenibile se parte a raccontare fin nei più reconditi particolari, in pratica film dopo film, tutto ciò che passerà sugli schermi del Massimo e del Reposi a partire da venerdì prossimo.
Quando mi sono risvegliato la conferenza-fiume volgeva al termine, e io - incurante del grido di dolore degli astanti che, vista l'ora che s'era fatta, anelavano la cena - ho domandato all'Emanuela in technicolor se il budget del Tff fosse variato rispetto allo scorso anno. Mi ha risposto che è rimasto invariato, un milione e novecentoquantasette mila euro tutto compreso. Immagino che volesse rassicurarmi: quest'anno niente tagli.
E invece io, sempre incontentabile, mi sognavo che fosse aumentato, il budget. Mica per niente: con l'imminente Tff s'inaugura ufficialmente l'anno di Torino Città del Cinema 2020, e io, scioccherello, presumevo che il Festival beneficiasse di uno stanziamento straordinario per organizzare qualche evento speciale. Ma vabbé, puoi neanche pretendere che gli improvvisatori della domenica ci pensino per tempo: manco lo sanno ancora, che cavolo inventarsi per il 2020, figurarsi nel 2019. Ingenuo io a chiedere. Mi ha tratto in inganno il trionfale esordio del comunicato ufficiale del Festival: "E' tempo di varcare i confini. La 37esima edizione del Tff darà ufficialmente il via alla manifestazione Torino Città del Cinema 2020".
Ora, ripensandoci, avrei dovuto capire che trattavasi della solita fuffa: l'espressione "è tempo di varcare i confini" la dice lunghissma. Per tacere di altri capolavori quali "l'ennesima dimostrazione della grande energia di un settore inesauribile, dal punto di vista sia delle idee, sia delle potenzialità" oppure le inquietanti "deviazioni in svariate forme" che lasciano presagire succose proiezioni hardcore, in attesa del minacciato "vortice di incroci, cortocircuiti e sovrapposizioni di sguardi" che, garantisce il comunicato "si innescherà nei giorni del Festival".
Ora, ripensandoci, avrei dovuto capire che trattavasi della solita fuffa: l'espressione "è tempo di varcare i confini" la dice lunghissma. Per tacere di altri capolavori quali "l'ennesima dimostrazione della grande energia di un settore inesauribile, dal punto di vista sia delle idee, sia delle potenzialità" oppure le inquietanti "deviazioni in svariate forme" che lasciano presagire succose proiezioni hardcore, in attesa del minacciato "vortice di incroci, cortocircuiti e sovrapposizioni di sguardi" che, garantisce il comunicato "si innescherà nei giorni del Festival".
Con l'augurio che il vortice di cortocircuiti non ci lasci tutti al buio, affrontiamo con baldanza speranzosa questa trentasettesima edizione del Torino Film Festival. E che la fuffa sia con noi.
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