È mio triste dovere annunciare che Sergio Martin ci ha lasciati. Aveva solo 68 anni, era malato da tempo. Organizzatore di concerti, mostre, spettacoli teatrali, animatore di una mitica stagione del teatro Juvarra, talent scout, agit-prop culturale, Sergio Martin è stato un protagonista cruciale di tutti quei mondi fin dagli anni Sessanta. Nella sua vita ha lavorato con i grandi, da Dario Fo a Francesco De Gregori, da De André a Eduardo De Filippo. Una bella persona, un intellettuale controcorrente, una presenza necessaria, e soprattutto un uomo libero.
Veneto di nascita, torinese d'adozione, Sergio ha dato molto a Torino. Torino non gli ha dato nulla, neppure un grazie. E lo ha dimenticato il più presto possibile. Gli uomini liberi non piacciono, da queste parti.
Veneto di nascita, torinese d'adozione, Sergio ha dato molto a Torino. Torino non gli ha dato nulla, neppure un grazie. E lo ha dimenticato il più presto possibile. Gli uomini liberi non piacciono, da queste parti.
Io lo considero un Maestro. E gli sono grato.
Mi spiace molto. Ho avuto la fortuna di conoscere Sergio Martin nel 2013 grazie agli amici dell'Associazione Riccardo Braghin in occasione dell'organizzazione di un appuntamento dedicato a Mauro Rostagno di cui Sergio è stato amico. Per chi volesse conoscere la sua vita avventurosa consiglio di recuperare il libro "Di mestiere faccio l'organizzatore. Storia vera di un ragazzo che pensava di fare la rivoluzione" che ha mandato alle stampe nel 2014 per Graphot. Non dimenticherò mai la sua folle ironia, ma soprattutto i suoi racconti legati agli esempi di solidarietà che sono nati tra le persone che hanno condiviso l'esperienza dei movimenti politici di sinistra tra anni '60 e '70. Grazie Sergio!
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