Accade di rado, ma quando accade è bellissimo. Stavolta i ragazzacci sono riusciti a stupirmi. Sono tutti d'accordo sul progetto di candidare Torino a Capitale europea della cultura 2033. Un sogno che nell'estate 2018 anch'io sottoponevo all'attenzione di lorsignori, in alternativa alla riduttiva aspirazione di diventare Capitale italiana, sempre della cultura.
Lo so, lo so, il 2033 sembra lontanissimo: ma una candidatura del genere non si improvvisa dall'oggi al domani, e trovo consolante che i nostri amministratori ne comprendano il valore, e trovinoe un terreno comune sul quale lavorare ed eventualmente costruire, iddiovolesse, un'idea di futuro che travalichi i ristretti confini del loro naso.
Oggi la quinta Commissione ha esaminato sia la mozione del gennaio scorso (primo firmatario Lo Russo, pd) che propone la candidatura, sia gli emendamenti presentati da Carretto e Giovara (M5S) che - incredibile dictu - non soltanto non vanno in culo alla mozione; ma anzi la integrano con osservazioni e idee che la rafforzano. In particolare trovo corretto che Giovara evochi il peso della cultura scientifica di Torino, e suggerisca di farne uno di punti di forza della candidatura.
Se tenete conto che la mozione di Lo Russo è stata sottoscritta da tutte le opposizioni, compresi i gruppi di destra, vien da sperare che tanta unanimità porti a qualcosa di buono.
I ragazzi in Commissione hanno pure concordato sulla necessità di costruire solide basi, cominciando - udite e stupite! - dal chiedere a chi sa. Uno dei primissimi passi sarà quindi ascoltare in commissione Paolo Verri, l'esiliato torinese artefice del successo di Matera 2019.
Beh, forse non vivrò abbastanza a lungo per vedere la fine del lungo cammino che Torino potrebbe intraprendere. Ma sarà interessante percorrerne almeno un tratto, se vorremo davvero regalarci questa occasione.
Lo so, lo so, il 2033 sembra lontanissimo: ma una candidatura del genere non si improvvisa dall'oggi al domani, e trovo consolante che i nostri amministratori ne comprendano il valore, e trovinoe un terreno comune sul quale lavorare ed eventualmente costruire, iddiovolesse, un'idea di futuro che travalichi i ristretti confini del loro naso.
Oggi la quinta Commissione ha esaminato sia la mozione del gennaio scorso (primo firmatario Lo Russo, pd) che propone la candidatura, sia gli emendamenti presentati da Carretto e Giovara (M5S) che - incredibile dictu - non soltanto non vanno in culo alla mozione; ma anzi la integrano con osservazioni e idee che la rafforzano. In particolare trovo corretto che Giovara evochi il peso della cultura scientifica di Torino, e suggerisca di farne uno di punti di forza della candidatura.
Se tenete conto che la mozione di Lo Russo è stata sottoscritta da tutte le opposizioni, compresi i gruppi di destra, vien da sperare che tanta unanimità porti a qualcosa di buono.
I ragazzi in Commissione hanno pure concordato sulla necessità di costruire solide basi, cominciando - udite e stupite! - dal chiedere a chi sa. Uno dei primissimi passi sarà quindi ascoltare in commissione Paolo Verri, l'esiliato torinese artefice del successo di Matera 2019.
Beh, forse non vivrò abbastanza a lungo per vedere la fine del lungo cammino che Torino potrebbe intraprendere. Ma sarà interessante percorrerne almeno un tratto, se vorremo davvero regalarci questa occasione.
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