Alla serata parteciperà anche Oscar Farinetti: in quanto patron di Eataly mi sa che pagherà lui, e dunque è giusto almeno invitarlo.
E l'entente cordiale non si esaurisce a arigi: lo stesso giorno, giovedì 30, al di qua delle Alpi, la nostra piccola Parigi ospita un altro evento gloriosamente legato alle celebrazioni della Città del Cinema. A Torino, in effetti, si tiene la presentazione del festival Seeyousound; e si tiene anch'essa a Eataly (quella del Lingotto, però...).
Pure Seeyousound - notoriamente non finanziato dal Comune - è stato arruolato sotto le civiche bandiere della Città del Cinema. Tanto che il suo ospite d'onore, il regista Julien Temple (già guest director del Tff nel 2015) prima di partecipare alla serata inaugurale del 21 febbraio terrà alla Mole la seconda delle venti "Masterclass" organizzate dal Museo, naturalmente "nell'ambito di Torino Città del Cinema 2020". Bell'esempio di sinergia: anzi, per usare le parole attribuite dall'ufficio stampa al direttore De Gaetano, "un grande lavoro di squadra, nato dalla sinergia con gli enti del territorio, con la volontà che questo format prosegua anche nei prossimi anni”. Non saprei dire se l'ospitalità a Julien lo paga Seeyousound o il Museo. Spero il Museo, che i soldi li ha, forse ma forse.
Le sullodate "Masterclass" cominciano giusto oggi, alle 18, con Amos Gitai. Ma sempre oggi, alle 21, con la proiezione al Centrale di "24 Hour Party People" di Michael Winterbottom presentato dal critico musicale Alberto Campo, comincia pure una delle tradizionali rassegne dell'Aiace, "Play it loud". Sostenuta con un piccolo contributo dalla Regione Piemonte, l’iniziativa è organizzata in collaborazione con Seeyousound e Sottodiciotto, e non riceve sovvenzioni comunali. Però rientra, manco a dirlo, "nell'ambito di Torino Città del Cinema 2020".
Venerdì, invece, alle 19,30 c'è l'incontro con Gigi Marzullo e Steve Della Casa, alla Sala Movie di via Cagliari; come al solito organizza Film Commission, ma stavolta è "nell'ambito di Torino Città del Cinema 2020".
La magica formuletta "Nell'ambito di Torino Città del Cinema 2020" ormai compare su ogni manifesto, comunicato, pieghevole di qualsivoglia iniziativa, cineforum, rassegna, o gita sociale che abbia la sia pur minima attinenza con film, registi, attori e affini. Nei prossimi giorni ho invitato a cena a casa mia un caro amico che fa l'attore, e sorveglio i dintorni per evitare che un vigile urbano o un assessore mi appiccichi sulla porta l'adesivo a tre colori di Torino Città del Cinema. Non aumentano le manifestazioni, questo no, e chi ci ha i soldi? La ciccia sempre quella è. Ma almeno così quelli del Comune possono dire che Torino è la Città del Cinema, e son contenti. Persino la Sala Rossa vuole dare il suo contributo: ieri - ci informa CittAgorà, organo ufficiale del Comune - "nell’anno di “Torino Città del Cinema 2020, il Consiglio Comunale ha approvato oggi all’unanimità una mozione per attivare azioni che favoriscano la crescita del lavoro nel distretto cinematografico torinese".
Ah bon, allora siamo a posto. Hollywood, dormi preoccupata.
Mi resta soltanto un dubbio. Ma piccolo piccolo. Va benissimo, facciamo sinergie, mettiamo etichette nuove alla belle vecchie cose che ancora abbiamo (per dire, l'Anno del Cinema si è aperto con la morte del festival Fish & Chips), evviva evviva "il sistema" e dobbiamo raccontarlo al mondo intero, quanto siamo bravi.
Però fatemi capire: Alberto Sacco e Mimmo De Gaetano dopodomani vanno a Parigi a raccontargli che cosa, esattamente? Che abbiamo messo fuori tutte quelle belle bandiere nere tipo Isis? Che viene Julien Temple? E Marzullo? Che facciamo i concerti di musiche da film? Le mozioni in Consiglio comunale? O magari la mostra sui vestiti? Questo gli vanno a raccontare, i due malcapitati? Glielo vanno a raccontare ai parigini? A Parigi?
Boh, sapranno loro. Bon voyage.
Ah bon, allora siamo a posto. Hollywood, dormi preoccupata.
Mi resta soltanto un dubbio. Ma piccolo piccolo. Va benissimo, facciamo sinergie, mettiamo etichette nuove alla belle vecchie cose che ancora abbiamo (per dire, l'Anno del Cinema si è aperto con la morte del festival Fish & Chips), evviva evviva "il sistema" e dobbiamo raccontarlo al mondo intero, quanto siamo bravi.
Però fatemi capire: Alberto Sacco e Mimmo De Gaetano dopodomani vanno a Parigi a raccontargli che cosa, esattamente? Che abbiamo messo fuori tutte quelle belle bandiere nere tipo Isis? Che viene Julien Temple? E Marzullo? Che facciamo i concerti di musiche da film? Le mozioni in Consiglio comunale? O magari la mostra sui vestiti? Questo gli vanno a raccontare, i due malcapitati? Glielo vanno a raccontare ai parigini? A Parigi?
Boh, sapranno loro. Bon voyage.
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