Finalmente vedo "Born to be blue": grazie a Seeyousound |
Seeyousound è uno di quei miracoli che ancora accadono - nonostante tutto e tutti - a Torino. E' un festival che si occupa di cinema e musica. E' nato appena nel 2015, in punta di piedi, senza nessun sostegno pubblico (figurarsi) e soltanto grazie al lavoro e alla passione di un gruppo di persone capaci e intelligenti. Sono professionisti di vari settori e discipline del mondo dello spettacolo, che hanno riunito le loro competenze nell'associazione Choobamba, e insieme hanno progettato e creato dal nulla Seeyousound.
Un programma da festival internazionale
In due anni e tre edizioni, il festival è cresciuto, tanto e bene, e alla terza edizione passa da tre a nove giorni, con un programma ampio e di qualità: rassegne e concorsi di respiro internazionale, giurie qualificate, un fitta rete di collaborazioni, un programma di eventi collaterali con feste nei club, dj set, concerti: vi raccomando la mostra su Syd Barret e relativo incontro il 2 febbraio al Circolo dei Lettori, e la notte in memoria di Gigi Restagno il 3 a Hiroshima.Ma Seeyousound non si limita a vivere nei giorni del festival: la sua attività dura l'intero anno, con proiezioni, concerti e appuntamenti. Insomma, una cosina davvero ben fatta.
Lavoro e sponsor: niente soldi pubblici
Tutto ciò costa: e persino il bilancio economico confortante, seppur risicato. Quelli di Choobamba continuano a non prendere un soldo dagli enti pubblici, ricevono soltanto un contributo di 9 mila euro da Fondazione Crt, eppure riescono a mettere in campo una rassegna il cui "valore" si aggira sui 230 mila euro. Di questi, hanno calcolato che circa 130 mila corrispondono al lavoro dei soci di Choobamba (che sono, ripeto, professionisti esperti nei settori necessari per costruire un festival) e il resto arriva dalla vendita dei biglietti, dal crowdfunding e, sotto forma di denaro o servizi, dagli sponsor. Sponsor anche molto solidi - da Rhum Diplomatico a Turkish Airlines, da Ole Smoky a Tiger, Proxima, Nikon, Autocrocetta - attratti dalla bontà del progetto.Due film da non perdere
Progetto che non starò a raccontarvi qui, rimandandovi al sito. Dico soltanto che per me sono imperdibili "Born to be blue" di Robert Budreau con Ethan Hawke, il bio-pic su Chet Baker che arriva finalmente in Italia grazie a Seeyousound; e il film d'apertura, "Liberation day" che racconta l'incredibile storia dei Laibach - la nota e discussa band slovena - che vanno a suonare in Corea del Nord, prima rockband della storia a esibirsi nel paese più chiuso e dittatoriale del mondo. Però studiatevi bene il programma, è una miniera d'oro.Ragazzi, state alla larga dai baracconi pubblici
Seeyousound, con simili premesse, è destinato a diventare un festival molto importante; tanto da poter raccogliere il testimone di quelli oggi affermati, ma a mio avviso gravemente a rischio a causa del loro legame amministrativo con il Museo del Cinema. Il pessimo destino al quale si avvia il Museo a causa delle ultime, sciagurate scelte e non scelte della politica, rischia infatti di coinvolgere in una rovinosa caduta anche Tff, Tglff e CinemAmbiente. Il primo a rischiare grosso è il Tglff, ma non sono ottimista neppure per gli altri, sul lungo periodo e se alla Mole non ritroveranno il senno perduto (del che ampiamente dubito).Per tale motivo non mi rallegra il pur apprezzabile interesse nei confronti di Seeyousound manifestato, durante la conferenza stampa di presentazione, da Donata Pesenti, vicedirettrice del Museo del Cinema, ora facente funzioni di direttore in seguito ai noti disastri, e a detta dei più aspirante alla futura direzione artistica se e quando il Museo avrà uno straccio di governance.
Quelli di Choobamba sono bravi e intelligenti, e fanno uno splendido festival. Ma voglio dargli un consiglio spassionato: ragazzi, state alla larga da abbracci mortali, conservate la vostra preziosa indipendenza anche a costo di tirare la cinghia. Legarsi a un baraccone pubblico è sempre un rischio. Ci si può ritrovare, dall'oggi al domani, nelle grinfie di politici incapaci e/o protervi, burocrati ottusi, nominati incompententi, che con un tratto di penna e un'alzata d'ingegno distruggeranno in men che non si dica quanto di buono saprete fare. Ricordate che la libertà non ha prezzo, e che a fidarsi dei gatti e delle volpi ci si ritrova, prima o poi, buggerati e sconfitti, a piangere sulle rovine. E tutte le cose belle immaginate, create, curate amorevolmente e nutrite di passione e intelligenza andranno perdute per sempre.
Come lacrime nella pioggia.
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