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TEATRO RAGAZZI, MELANO ESCE DI SCENA

Graziano Melano aveva fondato il Teatro Ragazzi nel 2004
Dopo quindici anni alla direzione, oggi Graziano Melano lascia ufficialmente il Teatro Ragazzi e Giovani, che aveva fondato nel 2004 nella vecchia cabina dell'Aem di corso Galileo Ferraris trasformata in una sala consagrata allo spettacolo per i giovani e le famiglie. Il suo lavoro come direttore artistico ha fatto del TRG un modello di riferimento per i teatri ragazzi a livello europeo.
Tra i fondatori, nel 1976, del Teatro dell'Angolo, nella sua lunga carriera artistica e culturale, Graziano Melano è stato autore, attore, regista di spettacoli per ragazzi presentati in vari paesi del mondo. È stato membro di comitati direttivi di organizzazioni e progetti internazionali, presidente dell'Assitej/Atig Italia per venti anni, docente di Teatro di Animazione al Dams e coordinatore di progetti europei (TransEuropeTheatre, Terre Comuni-Terres Communes), ideatore dei festival Giocateatro e The Children's World.
Quattro anni fa una modifica dello statuto della Fondazione TRG ha posto il limite di un solo rinnovo per il mandato del direttore, e si è aperta la via per un lento passaggio di testimone: nel dicembre 2018 è stato pubblicato il bando per trovare il successore di Melano, bando la cui interminabile procedura si è chiusa soltanto dopo 339 giorni, lo scorso 5 febbraio, con la nomina alla direzione di Emiliano Bronzino. Melano aveva partecipato al bando, ma non è entrato nella selezione finale.
Il presidente della Fondazione TRG, Alberto Vanelli, che pure ha sostenuto il rinnovamento, rende onore ai meriti del direttore uscente: “Ho conosciuto Graziano Melano negli anni '70, eravamo entrambi impegnati nel tentativo, proprio di quella generazione, di trasformare il mondo e in particolare la sua cultura. Melano dedicava tutta la sua attività a ripensare il teatro e soprattutto il teatro rivolto ai ragazzi e alle giovani generazioni, convinto che quella forma d'arte fosse uno degli strumenti del cambiamento democratico e sociale della comunità. Ciò che mi è sempre piaciuto, in lui, è la sua capacità professionale di non essere mai, nei suoi progetti, velleitario o astrattamente sognatore, ma sempre orientato a realizzare cose concrete. Non a caso, lascia alla città un regalo meraviglioso, che prima del suo lavoro non c'era: la splendida Casa del Teatro di corso Galileo Ferraris”

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