Anziché spegnersi domenica prossima, come da programma, le Luci d'Artista restano accese fino al 28 febbraio. Ciò ci ricorda che ci sono le Luci d'Artista: fra chiusure, coprifuoco e giorni rossi le hanno viste in pochi. Se stanno ancora accese ci sarà un perché, ma stento a capirlo. Stentavo a capirlo già quando le accesero, lo scorso 30 ottobre: e ancora non sapevamo quello che ci aspettava a novembre e dicembre.
Trenta giorni per montarle, venti per smontarle, nove chilometri di reti elettriche per farle funzionare, una spesa di almeno 750 mila euro a carico dei soliti sponsor. Il tutto per cosa? Per invitare i torinesi a correre ad assembrarsi in centro per ammirarle? Solo fino alle dieci di sera, però, che poi si va a nanna. Boh.
Quanto all'idea di proseguire per un altro mese e mezzo, sono confuso. Questi poi vengono con il ditino alzato a dirmi che a casa mia, quando esco da una stanza, devo spegnere la luce per risparmiare le risorse energetiche del pianeta.
L'assessore Leon però spiega che "abbiamo creduto opportuno prorogare l'accensione sia per consentire la fruizione a un numero maggiore di persone, sia per continuare a dare un messaggio di speranza che possa accompagnarci in questo nuovo anno”.
Sono una brutta persona, lo ammetto, e le Luci accese non mi danno nessuna speranza, semmai mi ricordano che un altro inverno della mia vita se ne va senza che io lo viva davvero. Però è questione d'opinioni, lo riconosco. Ciò che invece proprio non mi torna è la volontà di "consentire la fruizione a un numero maggiore di persone". Ma scusa, il consiglio non è di restare a casa e uscire solo per giustificati motivi? Siete proprio strani. Tanto strani.
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