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LA TRAGEDIA DI UN BUE VERDE

Fotografia dalla pagina Fb Boogia.net
Torino: imbrattato Toret gigante appena installato (ANSA)- TORINO, 26 GIU - Inaugurato mercoledì dalla sindaca Appendino, il Toret gigante dell'artista Nicola Russo è già stato imbrattato. Nelle scorso ore sono comparse alcune scritte sull'installazione artistica.

Bon, quando smettete di ridere, posso dire una cosa? Vi capisco: considerati i presupposti - nonché l'evanescente entità del "danno" - la prima reazione, istintiva, è l'ilarità (titolo suggerito: "Audace colpo delle Brigate Buongusto").
La seconda reazione è un sospiro di sollievo: per fortuna in piazza non c'era una vera opera d'arte. Già peggio era andata nel 2017 con la Luce d'Artista sbattuta all'impronta in piazza Montale (se non altro, l'incidente generò un esilarante dibattito). Niente di paragonabile però ai problemi di Roma, dove in piazza hanno le opere d'arte vere.
La ridicola conclusione della ridicola esibizione di pseudo "arte pubblica" alla membro di segugio imbastita dall'amministrazione civica ci conferma che i missionari improvvisati fanno soltanto danni, salvo poi indignarsi se le genti che vorrebbero "redimere" li mandano affanculo (e qui sottoscrivo in toto le sacrosante parole di Giulia Ronchi su Artribune).
Certe cose accadono. Accadono quando si progetta male e si realizza peggio.
Accadono, quando si è ignoranti come capre e si pretende di insegnare a vivere al prossimo.
Accadono, quando si ha il senso estetico di un oligarca russo eppure si sale in cattedra per dispensare pillole di "arte condivisa".
Accadono, quando si spacciano pagliacciate demagogiche per illuminato mecenatismo. Quando si è nati e cresciuti nel mito dell'uno vale uno, per cui qualsiasi imbianchino può definirsi "artista" e qualsiasi ciondolone da bar è un potenziale statista. Quando si è convinti di sapere tutto. Quando non si sa un cazzo. Quando l'improvvisazione umilia lo studio paziente, l'arroganza mortifica il merito, la supponenza prevale sul raziocinio. Quando si ritiene che l'amore e il rispetto per l'arte si possano imporre per decreto civico. Quando si è talmente accecati dalla propria iattanza da non riuscire più a vedere il ridicolo di ciò che si fa, si dice, si autorizza. 
Accadono quando si è perso il senso del ridicolo.
Certe cose accadono quando si è ridicoli, e così sia.

Commenti

  1. Posso sperare che dell'articolo di Ronchi condivida tutto tranne l'orrido, supponente e giovanilistico «risultato cringe»?

    Poi dice che uno si butta a destra...

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  2. Non ho mai letto o sentito dai lorsignori lo stesso sdegno per le similari st*%@te vergate a pennarello su bus, muri, spazi momentaneamente liberi in città. Condivido appieno, ahimé.

    RispondiElimina

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