Se guardo il bilancio finale (“assestato”) 2023 del Comune e vedo scritto che quest'anno 23,3 milioni sono andati all'assessorato alla Cultura, mentre il bilancio preventivo del 2024 ne stanzia soltanto 21,6, non serve un genio matematico concludere che è in arrivo un taglio di 1,7 milioni per la Cultura. Ma tale catastrofica conclusione non regge a una verifica informata: perché i bilanci non basta guardarli, bisogna leggerli con cognizione di causa... E se vorrete continuare a leggere l'articolo di oggi sul Corriere (ecco il link) vi sarà chiaro perché, a mio avviso, la situazione contabile della Cultura non corrisponde esattamente alla narrazione corrente di questi giorni. Purtroppo è un articolo un po' complicato, si parla di fondi europei e della differenza fra spesa corrente e conto capitale e altre faccende tecniche che - lo riconosco - non servono per un titolo a sensazione: ma insomma, ogni tanto non guasta parlare con cognizione di causa. Tanto per cambiare, suvvìa. Qui trovate i grafici del bilancio della Cultura, ma tenete conto che non compaiono - essendo fuori bilancio - i fondi europei e ministeriali, che per il 2024 ammontano già a 3,2 milioni di euro.
Il mio articolo è affiancato nella stessa pagine del Corriere da un interessante commento ("Meglio i Piccoli Eventi e la Normalità Culturale") dell'amico Davide Ferrario, che come sempre espone idee acute e non convenzionali: ma, giusto per garantire un'informazione quanto più possibile puntuale, mi permetto di correggere due lievi inesattezze contenute in quel commento. Davide Ferrario scrive infatti di "sovvenzioni spesso annuali, senza possibilità di programmare l'attività" e di "cronici ritardi delle erogazioni, per quanto ci siano lodevoli eccezioni". Questa era la realtà del recente passato. Oggi i bandi del Comune per l'assegnazione dei contributi (non mi piace il termine "sovvenzioni", dà l'idea di un'elemosina anziché, appunto, un contributo dell'ente locale per lo svolgimento di un'attività di pubblica utilità), i bandi comunali, dicevo, dopo un primo step di biennalità, sono ormai tutti o quasi tutti triennali, e anche quelli della Regione si stanno allineando su tale orizzonte temporale. Quanto ai "cronici ritardi", tali ritardi sono ancora una triste realtà per la Regione (l'assessore Poggio lo ha riconosciuto, scusandosene e giustificandosi con difficoltà di cassa), mentre a oggi il Comune (dichiara l'assessore Purchia nel nostro colloquio) ha praticamente azzerato tale criticità. E spero che continui così.
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