Quest'estate l'Egizio va in vacanza al Fovte. E non è un remake di "Sapore di sale": trattasi in realtà di notizia minore, la piccola mostra "I doni del Nilo" (24 oggetti provenienti dagli sterminati depositi del museo) che sarà esposta dal primo agosto a Forte dei Marmi. E chissenefrega, penserà qualcuno. Io, almeno, l'ho pensato. Voglio dire: di solito il Museo Egizio va in tournée per il mondo, dalla Cina al Canada, con mostre-monstre da centinaia di migliaia di visitatori. Quest'anno, però, lo staff tutto è impegnato nelle attività per celebrare il bicentenario del Museo, e quindi si è rinunciato alle imprese itineranti. Quella del Forte è un'unica eccezione, in quanto non troppo impegnativa.
Ok, io non avrei avvertito la necessità di convocare una conferenza stampa per annunciare l'evento balneare. Però l'hanno convocata lo stesso - penso che quelli del Forte ci tenessero, sono arrivati in ampia delegazione a bordo di apposito pulmino - e allora ci sono andato, tanto per farmi un giretto in centro.
E in fin dei conti ho fatto bene, perché l'occasione m'ha scatenato l'effetto-madeleine, richiamandomi alla memoria non soltanto un paio di deliziose estati trascorse tra pineta e Capannina, ma anche - e soprattutto - l'antica e ormai dimenticata epopea di Catania. Ricordate? Fu un tempo di rumore e di strepito allorché l'indomito Crociato Padano Fabrizio Ricca venne a sapere del progetto di trasferire un tot di reperti della collezione dell'Egizio in un nuovo museo che si sarebbe dovuto aprire in Sicilia, per l'appunto a Catania. E Ricca scatenò la Crociata contro lo scippo dei "tesori" ("tesori", badate bene, non esposti bensì chiusi nei depositi) del popolo piemontese. Seguirono eventi degni di un film dei Fratelli Marx: "manifestazione" - alquanto sminchiata - davanti all'Egizio e sotto la pioggia; straordinarie banfate di egittologi autoproclamati; comitati di "cittadini" malinformati; l'intero il caravanserraglio che si scatena in simili circostanze.
Il bailamme culminò in una memorabile seduta (foto) della commissione "Cultura" (mai virgolette furono più appropriate) nella quale, con la consueta e ineffabile cortesia, Christian Greco dimostrò agli asini la loro asinità, e i raglianti si tacquero.
Ecco, avevo quasi dimenticato quei giorni avvilenti. Ma, a distanza di otto anni dagli avvenimenti, la madeleine della conferenza stampa fortemarmesca ne ha ravvivato il ricordo, e mi son posto l'ovvia domanda: alla fine della fiera, che ne è stato del progetto-Catania, del quale non s'è più saputo nulla?
Ho chiesto in giro, e ho appreso: non se ne è fatto nulla, per il semplice motivo che a Catania dopo tante chiacchiere e tonitruanti propositi non sono riusciti ad allestire il vagheggiato museo. Much ado about nothing. Una storia italiana, insomma. Una storia ridicola.
Una storia ridicola con buona pace delle facce di palta che vivono grazie a stipendi regalati dal contribuente......
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