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RICCA JONES E I PREDATORI DEL MUSEO EGIZIO

Un documento sconvolgente: Ricca Jones mette al sicuro i preziosi reperti del Museo Egizio per sottrarli ai predoni siciliani
Io li adoro. Riescono sempre a stupirmi. Ultimo exploit. Si diffonde la notizia che Catania aprirà un nuovo museo; però il museo è vuoto, e per riempirlo il sindaco di Catania propone al Museo Egizio di trasferire lì alcuni dei reperti non esposti a Torino. Insomma, di aprire una “succursale” in Sicilia.
Rivelo subito due segreti ignoti ai fessi.
  1. Tutti i musei del mondo – ma proprio tutti, dal Louvre in giù – espongono una percentuale minima delle loro collezioni. Il meglio, ovviamente. I pezzi in qualche modo significativi. Ma per ogni oggetto esposto, nei magazzini ce ne sono decine e decine. E' ovvio. Un museo ha una missione non soltanto espositiva, ma anche conservativa. Qualsiasi reperto deve essere conservato, anche se identico a tanti altri. Provate a immaginare quante lucerne funebri si rinvengono ogni anno negli scavi archeologici: a casse. Sono tutte uguali. Inutile, oltre che impossibile, esporle tutte. Ma d'altronde, mica le puoi buttare in discarica. Si conservano. Come testimonianza, e come reperto scientifico, che prima o poi potrebbe tornare utile a qualche studioso. Non si sa mai. Così accade anche al Museo Egizio: possiede 37 mila reperti, ma ne espone circa tremila. E vi assicuro che non vi perdete nessun capolavoro.
  2. Alcuni grandi musei ritengono conveniente utilizzare i propri magazzini per aprire succursali nel mondo. C'è un Louvre a Lens, a pochi chilometri da Parigi; ma ce n'è uno anche ad Abu Dhabi. La fondazione Guggenheim, oltre a quello di New York, ha musei a Bilbao, Abu Dhabi, Venezia e prossimamente anche a Helsinki. Da queste filiali le “case madri” traggono in genere un beneficio economico, ma anche di visibilità. Il turista mediorientale che visita il Louvre di Abu Dhabi sarà forse invogliato a recarsi a Parigi per vedere l'originale.
Detto questo, la notizia della proposta catanese è diventata subito, sui social degli umarèl, un tentativo di “rapina” ai danni di Torino. Ovvero: ci portano via tutto, la radio, il cinema, la moda e i grissini. E adesso anche le mummie, oh basta là...
Hanno messo del loro, ovviamente, i giornalisti che, non pratici di musei, si sono affrettati a scrivere che "a Torino non c'è posto" per i reperti. Come non c'è posto agli Uffizi, alla National Gallery, al Musée d'Orsay, al Moma, dovunque esista un patrimonio artistico. Ripeto: si espone il meglio, ciò che è significativo, il resto si conserva nei magazzini. A chi interessano dieci sale piene zeppe di lapidi del V secolo? Ma vaglielo a spiegare, ai giornalisti...
E quando gli umarèl si allarmano e i giornalisti scrivono, non può mancare l'autorevole dichiarazione di Fabrizio Ricca, esponente di punta della Lega torinese, fine intellettuale e noto appassionato di videogiochi: una passione che pratica gioiosamente durante le sedute della Commissione cultura.

Così il Ricca, che sa di musei ciò che io so di videogiochi, emette un burbanzoso comunicato, e trova adeguati sodali di crociata in altri due adamantini talenti della politica torinese, Marrone (FdI) e Liardo (Ncd). Stando ai giornali, quest'ultimo avrebbe addirittura dichiarato che l'Egizio rischia di "perdere una parte significativa delle sue esposizioni". Quando costui capirà la differenza fra "depositi" e "esposizioni", sarà la settimana dei tre giovedì.
Ma il vero capolavoro è il proclama del Ricca: “Abbiamo presentato un Question Time urgente - annuncia - per sapere se corrisponde al vero che 17 mila reperti (Boom! E dove li mettono? Saranno qualche centinaio al massimo NdG) ora in custodia del Museo Egizio verranno trasferiti a Catania (Vabbé, era solo una proposta: ma Ricca è per il cotto e mangiato... NdG) a seguito di un accordo con l’istituto piemontese per una presunta mancanza di spazi espositivi (No, Ricca, non è “mancanza di spazi espositivi”: è mancanza di utilità a esporre. Ciò che manca, in questa città, non sono gli spazi: sono i cervelli. NdG). Se questo fosse confermato oltre che farci arrabbiare (Poco male... NdG) ci vedrà scendere in piazza. Non è possibile che Fassino (Ma l'Egizio non è un museo comunale... NdG), tanto vanitoso del suo successo nel turismo, possa permettere una tale rapina. Al posto di costringere il museo a decentrare l’esposizione si attivi immediatamente affinchè si trovi lo spazio (Lo spazio per che? Per esporre cinquecento scarabei votivi? NdG). Se cosi non fosse ci sdraieremo davanti alle porte per impedire il trasferimento.” 
E qui esultiamo tutti. Almeno così Ricca vedrà un museo da vicino.  

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