Passa ai contenuti principali

SCENE DAL CONSIGLIO COMUNALE: IL DIBBATTITTO

Piero Fassino e il suo assessore Braccialarghe
E insomma, oggi sono andato al Consiglio comunale. Ora, bisogna dire che sulle prime è una palla: c'è un tizio seduto su uno scranno più alto degli altri, il presidente del Consiglio comunale, che parla e nessuno lo ascolta, e tutti si fanno gli affari loro e cianciano in vari gruppetti. Sono robe burocratiche, credo di aver capito - si sente anche maluccio - e alla fine c'è l'appello come a scuola. Dopo un po' di questa manfrina, arriva il piatto forte (almeno per me, che sono lì apposta): "richiesta di comunicazioni del sindaco sul conferimento di immobili comunali agli enti culturali". La  storia dei mattoni al posto dei soldi, insomma. Parla per prima una del Movimento 5 Stelle, che si chiama Appendino. Non so perché, ma ha la voce rotta, come se fosse lì lì per scoppiare in singhiozzi, anche se quello che dice non è commovente. Da quanto afferro - legge il suo intervento velocissima, al confronto Mitraglietta Mentana è una lumachina - non è per nulla d'accordo con l'escamotage di dare gli immobili anziché i denari contanti alle Fondazioni, e fin qua siamo d'accordo. Aggiunge che secondo loro (i Cinquestelle, intendo) bisognerebbe abolire le Fondazione e "internalizzarne le funzioni". Scioccato dalla parola "internalizzare", mi informo e capisco che significa affidare la gestione della cultura direttamente agli uffici comunali. Barcollo alla sola idea. Comunque la veloce Appendino annuncia che hanno presentato una proposta di "riordino dell'intero sistema culturale". Me la sono fatta spedire, appena sarò riuscito a tradurla dal grillinese proverò a raccontarvela. Intanto la veloce Appendino riesce nella non difficile impresa di far incazzare Fassino: alla quarta volta che ripete "voi, signor sindaco, siete ciechi", lui sbotta "e meno male che lei ci vede!". Divertente.
Dopo la veloce Appendino parla il veemente Cassiani. Pure lui disapprova la trovata del "mattoni per soldi", mentre ritiene che le Fondazioni servano poiché - spiega alla veloce Appendino - solo le Fondazioni sono in grado di attirare sponsor privati. Che dio lo ascolti. Ma insomma, la questione è finanziaria. Difatti risponde l'assessore al Bilancio Passoni, mentre quello alla Cultura Braccialarghe resta silente e immobile. Non muove un muscolo facciale che sia uno. Mi domando se lo faccia perché non condivide la linea di Passoni, o perché la condivide. Io opterei per la prima, ma è un'idea mia. Passoni si infervora. Spara numeri a raffica. Garantisce che mai più accadrà che il Comune debba all'ultimo minuto cedere immobili per tappare i buchi in bilancio della Fondazioni. Dal 2014, promette Passoni, l'intero finanziamento della cultura sarà in "spesa corrente" (e quindi con risorse certe, a bilancio) e non "in conto capitale" - il che significa, a farla breve e semplice, "speriamo che i soldi saltino fuori da qualche parte, sennò son cazzi acidi". Ora, questo sistema del "conto capitale" fu ideato quattordici anni fa dagli allora assessori Alfieri e Peveraro (con la giunta Chiamparino) e al tempo parve una figata che permetteva di finanziare la cultura senza troppi vincoli. Ma erano altri tempi, tempi in cui i soldi c'erano. Ora che tutto è cambiato, le conseguenze si sono fatte sentire. Questo più o meno ho capito io, e questo ha detto Fassino, tirando una stecca mica male alla gestione del Chiampa. Sono affettuosità interne al partito: in vista delle Regionali, presumo.
Comunque Passoni s'indigna che qualcuno si sia permesso di dubitare del suo amore per la cultura. Prima lui, e poi Fassino, stragiurano che la cultura è nel loro cuore, e la considerano un asset strategico per Torino. Fassino, che parla dopo Passoni, ripete il suo mantra: "Tutto ciò che ruota intorno alla conoscenza è un fattore costitutivo dello sviluppo, non aggiuntivo". E' una frase che Fassino dice di default in ogni occasione pubblica. C'entri o non c'entri, lui la dice. Come dice sempre che non ci sono stati tagli sulla cultura, e che "non una manifestazione è stata cancellata durante la nostra amministrazione". A me viene in mente il fu-festival Prospettive. O la chiusura della Cavallerizza. O MiTo dimezzato per pagarci il Jazz Festival. E a proposito, non c'era una rassegna estiva ai Cappuccini? Voglio dire, non ci sarebbe nulla di male a riconoscere "ok, raga, qualcosa abbiamo dovuto tagliare perché non ci stavamo dentro, adesso discutiamo su che cosa salvare". Ce ne faremmo una ragione: viviamo anche noi in questo peese, mica a Shangri-Là. Così come non capisco perché Passoni insista a dire che quest'anno ha erogato più soldi alla cultura dando gli immobili che, dice lui, valgono di più. Basterebbe riuscire a venderli. Ma ripeto, capiamo tutti il problema. Mettiamola così: Passoni ha "diversamente erogato", per quest'anno. Non i dieci milioni in più che spara a un certo punto, travolto dai suoi stessi numeri. Qualche centinaio di migliaia di euro in più, sulla carta, magari sì: ma nel mercato immobiliare nel quale la "diversa erogazione" passoniana ha catapultato le Fondazioni, si sa che oggi dalla carta alla carta moneta c'è di mezzo un mare di intoppi. Non facciamola lunga, però. Chi ha avuto ha avuto, con quel che segue: l'importante a questo punto è finirla qui. E mi sembra che tutti - persino il consigliere Marco Grimaldi di Sel, emblematicamente soprannominato "Brontolo" - siano soddisfatti dell'impegno di Fassino&Passoni di dare, già nel bilancio di previsione del 2014, entro febbraio, fondi certi per la cultura. Fassino&Passoni sono persone di parola, quindi io ci conto. Mica sono come certi loro compagni, sempre malfidenti.
A questo punto, il programma del Consiglio prevede un ordine del giorno di alcuni consiglieri avente per oggetto "la coltivazione a fini di commercio, l'acquisto, la produzione e la vendita di cannabis indica e dei prodotti da essa derivati", beninteso "tenendo ferme le normative repressive del traffico internazionale e clandestino di droghe".
Il cerchio si chiude.
E io me ne torno a casa.

Commenti

  1. Buongiorno, per chi fosse interessato posto il link al mio intervento e alla delibera: http://www.movimentotorino.it/2014/01/un-nuovo-sistema-culturale-per-la-citta-di-torino.html

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da