E insomma, dopo le "spiegazioni" della presidente Asproni sulla vicenda della biblioteca della Gam, e la conseguente replica degli studenti, adesso tocca a me. La presidente Asproni nel suo messaggio alla Nazione stigmatizza la mancanza di informazione e l'ansia mediatica: quindi, senza ansia, mi prenderà questa splendida domenica mattina per esaminare punto per punto la dichiarazione che Patrizia I ha inviato al consigliere e presidente della Commissione cultura Luca Cassiani, sottoponendola a quel #factchecking tanto caro alla presidente.
Istruzioni per l'uso: il testo asproniano è in corsivo, il mio factchecking è in neretto fra parentesi.
Enjoy
"Il protrarsi delle polemiche sulla riduzione temporanea dell’orario
della Biblioteca dell’Arte dei Musei Civici ci spinge a tornare
sull’argomento, pur avendo già in più sedi chiarito modalità, obiettivi e
specifiche (factchecking: chiarito in più sedi? Quali sedi? Un articolo sull'edizione locale di un quotidiano e qualche dichiarazione a Gabo sono considerati dalla presidente Asproni strumenti istituzionali bastevoli per "chiarire" alcunché a chi le ha affidato un incarico?) della temporanea e parziale - si rende necessario ribadirlo –
limitazione del servizio, trasformata, con una certa quota di
superficialità e a danno della corretta informazione dei cittadini, in
chiusura (factchecking: affermazione falsa. Nessuno ha mai parlato di chiusura. Tutti coloro che si sono occupati della tenebrosa vicenda, a partire dal sottoscritto, hanno sempre chiarito i termini della questione - e dove ho usato il termine "chiusura" ho specificato con la massima evidenza che si trattava di un'enfatizzazione retorica, non di uno stato di fatto. Semmai ho parlato di "semichiusura", termine corretto per indicare una riduzione dei giorni d'apertura settimanali da cinque a uno e mezzo. Mi spiace, Patrizia, ma la tua è una bugia. Il naso si allunga di tre centimetri).
Ecco quindi il primo elemento su cui tornare a fare chiarezza: la Biblioteca non chiude, ma cambia - per un periodo limitato - orario di apertura (factchecking: questo lo hanno capito tutti, tranne che i tuoi che gestiscono il sito della Gam e hanno lasciato ancora l'orario vecchio della biblioteca. Ma l'espressione "periodo limitato", sulla quale glissi con tanta nonchalance, è il nocciolo del problema: cosa intendi con "periodo limitato"? Una settimana? Un mese? Un anno? Un eone? Questo vorrebbero sapere i fruitori della biblioteca della Gam. Dillo, e la facciamo finita con questa ridicola pantomima che non so a te, ma a me ha già stracciato le glorie).
Secondo essenziale chiarimento: le ragioni sottostanti la scelta non sono in alcun modo esito di razionalizzazione selvaggia, taglio indiscriminato o volontà politica di sacrificare un patrimonio di cui la Fondazione Torino Musei ha piena consapevolezza: sarebbe peraltro del tutto incoerente con la visione sostenuta dalla Fondazione stessa, che è da sempre di valorizzazione e non certo di indebolimento culturale. Le motivazioni sono piuttosto legate al necessario, e non più differibile, riordino della Biblioteca, alla verifica delle condizioni della struttura - che versa in condizioni di rischio - nonché della sua dotazione digitale, nella prospettiva di un miglioramento dell’offerta agli utenti, anche in vista della prossima integrazione tra GAM e Castello di Rivoli (factchecking: sorvolo sulla "visione della Fondazione", che va verificata quotidianamente nei fatti. Ma che cosa significa "riordino della biblioteca"? Dovete spostare i libri? Fare le pulizie di Pasqua? Cambiare le luci? Guarda che Evelina ha ristrutturato l'Egizio senza chiudere un solo giorno. Magari dalle un colpo di telefono e chiedile come si fa. Quanto alla dotazione digitale, dovresti cortesemente spiegare che cos'hai in mente. Tutte le scrivanie della biblioteca sono attrezzate con prese elettriche per i pc e i tablet degli studenti, e c'è un eccellente wi-fi: di quale altra tecnologia necessita oggi uno studente, o uno studioso? Grazie se vorrai essere più precisa, almeno con i tuoi datori di lavoro. Poi, parli di "condizioni di rischio della struttura": devo preoccuparmi? No, perché se la struttura è a rischio, è a rischio sempre, tutti i giorni della settimana: non è che il venerdì e il sabato mattina non crolla per far piacere a te. Quindi, se la struttura è a rischio va chiusa e basta. Però devi esibire le carte del genio civile che attesta che la struttura è a rischio. Altrimenti, questa è la seconda bugia, e il naso si allunga di altri tre centimetri. E sono sei)
Riteniamo che con un maggior grado di approfondimento e con minor pregiudizio, chi oggi lancia appelli accorati dovrebbe prendere atto che la Fondazione sta procedendo ad una analisi delle condizioni di conservazione, rilevando che il patrimonio della Biblioteca e la sua fruizione versano in una situazione di criticità cui bisogna con urgenza porre rimedio. Lo stato dei locali in cui sono conservati i libri che li espone a possibili danni, la scarsezza e l’obsolescenza dei supporti tecnologici, per esempio. (factchecking: a prescindere dall'appello strappalacrime al "maggior grado di approfondimento e minor pregiudizio", qui metti in luce una grave mancanza nel tuo operato: delle condizioni "terribili" della biblioteca la Fondazione non ha mai parlato, non ha provveduto a lanciare un allarme e a informare i cittadini (e le istituzioni? non mi risultano atti formali), com'è loro diritto e tuo dovere. Hai deciso in sordina la "semichiusura" - ribadisco: "semichiusura" - della biblioteca, che ha sorpreso anche i pubblici amministratori: essendo titolari di tutta la baracca avrebbero, credo, il diritto di sapere che cosa accade a casa loro - e cioé casa nostra. Le chiacchiere vaghe sono buone per un articolo di giornale. Ciò che ti si richiede è un'analisi precisa che dica, ad esempio, quali sono le conclamate "criticità": muffe e tarli nei libri? mancanza di soldi? bibliotecarie in maternità? irruzioni di nazisti a caccia di libri da bruciare? Perché alla fine della fiera tu citi due situazioni banalissime. "Lo stato dei locali in cui sono conservati i libri": in che stato sono? Piove dentro? C'è umidità? Posso darti, Patrizia mia, l'indirizzo di un bravissimo muratore romeno che per poca moneta e con la massima perizia ti sistema tutto in una settimana, senza neppure costringerti a chiudere bottega. Se la situazione è più grave, invece, possiamo sapere esattamente di che si tratta? Quanto alla "obsolescenza dei supporti tecnologici", ti prego, non fare torto alla tua e alla nostra intelligenza: a mia personale memoria, il giornale dove ho lavorato per trent'anni ha cambiato almeno tre o quattro sistemi editoriali, senza saltare un solo giorno di pubblicazioni. E tu per cambiare quattro computer scateni 'sto casino?). Sono queste, a nostro avviso, le reali minacce all’efficienza e alla stessa natura pubblica del servizio, che risiede soprattutto nella sua capacità di raggiungere una utenza più ampia di quella attuale, promuovendo anche presso di essa il diritto all’accesso al patrimonio della Biblioteca. Non solo conservandolo per gli attuali frequentatori (factchecking: ma di che cosa stai parlando? Vuoi attirare alla bibliotaca della Gam il pubblico della Fiera dei Vini? No, perché altrimenti io non capisco: io non sono uno studente né un docente d'arte, sono anche piuttosto ignorantello, eppure la settimana scorsa per la prima volta sono entrato alla biblioteca della Gam - che, sia detto per inciso, mi è parsa in ottime condizioni - mi sono rivolto a una gentilissima signorina sorridente, le ho chiedo di consultare un certo libro, in quattro minuti me lo ha portato, mi sono accomodato a una scrivania e ho letto. Insomma, il diritto all'accesso mi sembra garantito a chiunque. Se poi vuoi dire che l'idea è di trasformare una biblioteca in un parco giochi, beh, almeno se ne parli. Fai un bel progettino, lo presenti in Commissione, la città ne discute: e nel frattempo, la biblioteca rimane aperta. Non vorrai dirmi che lì in Gam non riuscite a tirar giù un progetto e contemporaneamente tenere aperta una biblioteca?)
Per farlo, una struttura pubblica ha bisogno di migliorare in termini di efficacia ed efficienza valutando variabili come le modalità e l’andamento della fruizione, le caratteristiche dell’utenza reale e potenziale, i servizi offerti e i costi sostenuti con denaro della comunità tutta (factchecking: ah, ma allora avevo capito bene. Non siete capaci di "valutare variabili" e al contempo tenere aperta una biblioteca. Spiegami però come fai a "valutare variabili come le modalità e l'andamento della fruizione" eccetera eccetera dopo che hai completamente sconvolto l'orario di apertura. A questo punto, io al posto tuo non calcherei troppo la mano sul tema dei "costi sostenuti con denaro della comunità tutta", perché a qualcuno potrebbero venire in mente certe idee...).
Non si tratta di sottrarre risorse, ma di reinvestire nella direzione – ci auguriamo condivisa - di rendere un servizio migliore per tutti. Con tecnologie più efficienti, spazi migliori, iniziative che coinvolgano un maggior numero di studiosi, studenti, cittadini interessati. Con un maggior collegamento con gli altri poli culturali della città, musei in primis (factchecking: oh brava, su questo siamo tutti d'accordo. E non riesci a farlo con la biblioteca aperta? Patrizia mia: o hai un problema serio di coordinamento, e so bene che non ce l'hai; oppure questa è un'altra bugia. Altri tre centimetri di naso. E fanno nove).
Solo secondo una visione di breve periodo tutto questo può essere considerato un danno per l’attuale - e purtroppo sempre più in diminuzione - numero di frequentatori della Biblioteca (factchecking: nel breve periodo, si dà il caso che chi frequenta la biblioteca gradirebbe poter dare esami e laurearsi, impresa difficilotta con la biblioteca semichiusa. Questo è un danno reale, non un'ubbìa. Quindi, quarta bugia, e i centimetri di naso diventano dodici. Occhio, che la crescita è sempre più rapida...). Solo secondo una prospettiva parziale si possono rendere l’aggiornamento dei cataloghi e le nuove acquisizioni secondarie rispetto al ripristino dell’orario di servizio (factchecking: e questa è la bugia più grossa. Una bugia da nove centimetri in un solo colpo. Ti sfido a trovare uno, dico un solo stronzo che abbia mai detto o scritto una minchiata tanto colossale. Chiunque ami i libri, viva di cultura o almeno la rispetti sa benissimo che l'aggiornamento dei cataloghi e le nuove acquisizioni sono fondamentali - e la concordanza è al maschile - per una biblioteca. Questo, a quanto mi risulta, è il vero male della biblioteca della Gam. Cataloghi cartacei non più aggiornati, blocco delle nuove acquisizioni, persino rinuncia a molte riviste, mi riferiscono. Però, cara Patrizia, non poche biblioteche rispettabili del mondo civile riescono a far fronte a queste priorità, senza chiudere o "semichiudere". La tua affermazione è imbarazzante non per la biblioteca, né tantomeno per i frequentatori, ma per la direzione: se non arrivano i fondi necessari per svolgere la normale - e sottolineo normale - attività della biblioteca, un dirigente serio e con un minimo di dignità non chiude - né "semichiude" - la biblioteca: si rivolge a chi di dovere - nel caso specifico al Comune - e chiede ciò che necessario per una dignitosa sopravvivenza. E se non lo ottiene, si dimette. Sissignora: si dimette. Lancia un segnale forte, e non danneggia gli utenti).
Con più informazione e lungimiranza - e forse con meno ansia mediatica - si comprenderebbe invece il valore per l’intera comunità di un progetto di reale modernizzazione della struttura (factcheking: progetto? Quale progetto? C'è un progetto? Possiamo vedere il progetto?) rispetto al quale sarebbe ideale il massimo della collaborazione possibile (factchecking: questa è la quinta bugia. Ho perso il conto dei centimetri. In compenso, so bene che i frequentatori della biblioteca hanno ripetutamente chiesto un confronto pubblico e onesto sulla vicenda. Unica risposta da parte tua è stata bloccare su Twitter alcuni di questi giovani, accusandoli di insulti e stalking che io personalmente non ho visto e che gli "imputati" negano. Chi è che rifiuta la collaborazione? A meno che tu, con il termine "collaborazione" intenda obbedienza cieca e incondizionata, approvazione entusiastica di qualsiasi tua trovata, e grida di "bene bravo" dalla folla in delirio), piuttosto che gli sterili lai e la vuota e ideologica contrapposizione (factchecking: "sterili lai" dillo a un altro. Quanto alla "contrapposizione", temo proprio che ti sia slittata la frizione. Siamo di fronte a richieste, precise e dignitose, di cittadini e contribuenti: come ti permetti di definirle "vuota e ideologica contrapposizione"? Questi pagano le tasse, e di conseguenza mantengono l'intera baracca: te ne rendi conto? Questi studiano, non vanno in giro a rubare; e chiedono solo di poter studiare. E tu li tratti da "stalker" e ti prendi pure la libertà di definire "vuote e ideologiche" le loro richieste. Patrizia, rientra in te. Fra un anno si vota, hai forse deciso di mandare a casa il povero Fassino, che ti stima tanto? In tal caso, ma solo in tal caso, continua, che vai bene così)".
Istruzioni per l'uso: il testo asproniano è in corsivo, il mio factchecking è in neretto fra parentesi.
Enjoy
Sul sito della Gam l'orario non è cambiato |
Ecco quindi il primo elemento su cui tornare a fare chiarezza: la Biblioteca non chiude, ma cambia - per un periodo limitato - orario di apertura (factchecking: questo lo hanno capito tutti, tranne che i tuoi che gestiscono il sito della Gam e hanno lasciato ancora l'orario vecchio della biblioteca. Ma l'espressione "periodo limitato", sulla quale glissi con tanta nonchalance, è il nocciolo del problema: cosa intendi con "periodo limitato"? Una settimana? Un mese? Un anno? Un eone? Questo vorrebbero sapere i fruitori della biblioteca della Gam. Dillo, e la facciamo finita con questa ridicola pantomima che non so a te, ma a me ha già stracciato le glorie).
Secondo essenziale chiarimento: le ragioni sottostanti la scelta non sono in alcun modo esito di razionalizzazione selvaggia, taglio indiscriminato o volontà politica di sacrificare un patrimonio di cui la Fondazione Torino Musei ha piena consapevolezza: sarebbe peraltro del tutto incoerente con la visione sostenuta dalla Fondazione stessa, che è da sempre di valorizzazione e non certo di indebolimento culturale. Le motivazioni sono piuttosto legate al necessario, e non più differibile, riordino della Biblioteca, alla verifica delle condizioni della struttura - che versa in condizioni di rischio - nonché della sua dotazione digitale, nella prospettiva di un miglioramento dell’offerta agli utenti, anche in vista della prossima integrazione tra GAM e Castello di Rivoli (factchecking: sorvolo sulla "visione della Fondazione", che va verificata quotidianamente nei fatti. Ma che cosa significa "riordino della biblioteca"? Dovete spostare i libri? Fare le pulizie di Pasqua? Cambiare le luci? Guarda che Evelina ha ristrutturato l'Egizio senza chiudere un solo giorno. Magari dalle un colpo di telefono e chiedile come si fa. Quanto alla dotazione digitale, dovresti cortesemente spiegare che cos'hai in mente. Tutte le scrivanie della biblioteca sono attrezzate con prese elettriche per i pc e i tablet degli studenti, e c'è un eccellente wi-fi: di quale altra tecnologia necessita oggi uno studente, o uno studioso? Grazie se vorrai essere più precisa, almeno con i tuoi datori di lavoro. Poi, parli di "condizioni di rischio della struttura": devo preoccuparmi? No, perché se la struttura è a rischio, è a rischio sempre, tutti i giorni della settimana: non è che il venerdì e il sabato mattina non crolla per far piacere a te. Quindi, se la struttura è a rischio va chiusa e basta. Però devi esibire le carte del genio civile che attesta che la struttura è a rischio. Altrimenti, questa è la seconda bugia, e il naso si allunga di altri tre centimetri. E sono sei)
Riteniamo che con un maggior grado di approfondimento e con minor pregiudizio, chi oggi lancia appelli accorati dovrebbe prendere atto che la Fondazione sta procedendo ad una analisi delle condizioni di conservazione, rilevando che il patrimonio della Biblioteca e la sua fruizione versano in una situazione di criticità cui bisogna con urgenza porre rimedio. Lo stato dei locali in cui sono conservati i libri che li espone a possibili danni, la scarsezza e l’obsolescenza dei supporti tecnologici, per esempio. (factchecking: a prescindere dall'appello strappalacrime al "maggior grado di approfondimento e minor pregiudizio", qui metti in luce una grave mancanza nel tuo operato: delle condizioni "terribili" della biblioteca la Fondazione non ha mai parlato, non ha provveduto a lanciare un allarme e a informare i cittadini (e le istituzioni? non mi risultano atti formali), com'è loro diritto e tuo dovere. Hai deciso in sordina la "semichiusura" - ribadisco: "semichiusura" - della biblioteca, che ha sorpreso anche i pubblici amministratori: essendo titolari di tutta la baracca avrebbero, credo, il diritto di sapere che cosa accade a casa loro - e cioé casa nostra. Le chiacchiere vaghe sono buone per un articolo di giornale. Ciò che ti si richiede è un'analisi precisa che dica, ad esempio, quali sono le conclamate "criticità": muffe e tarli nei libri? mancanza di soldi? bibliotecarie in maternità? irruzioni di nazisti a caccia di libri da bruciare? Perché alla fine della fiera tu citi due situazioni banalissime. "Lo stato dei locali in cui sono conservati i libri": in che stato sono? Piove dentro? C'è umidità? Posso darti, Patrizia mia, l'indirizzo di un bravissimo muratore romeno che per poca moneta e con la massima perizia ti sistema tutto in una settimana, senza neppure costringerti a chiudere bottega. Se la situazione è più grave, invece, possiamo sapere esattamente di che si tratta? Quanto alla "obsolescenza dei supporti tecnologici", ti prego, non fare torto alla tua e alla nostra intelligenza: a mia personale memoria, il giornale dove ho lavorato per trent'anni ha cambiato almeno tre o quattro sistemi editoriali, senza saltare un solo giorno di pubblicazioni. E tu per cambiare quattro computer scateni 'sto casino?). Sono queste, a nostro avviso, le reali minacce all’efficienza e alla stessa natura pubblica del servizio, che risiede soprattutto nella sua capacità di raggiungere una utenza più ampia di quella attuale, promuovendo anche presso di essa il diritto all’accesso al patrimonio della Biblioteca. Non solo conservandolo per gli attuali frequentatori (factchecking: ma di che cosa stai parlando? Vuoi attirare alla bibliotaca della Gam il pubblico della Fiera dei Vini? No, perché altrimenti io non capisco: io non sono uno studente né un docente d'arte, sono anche piuttosto ignorantello, eppure la settimana scorsa per la prima volta sono entrato alla biblioteca della Gam - che, sia detto per inciso, mi è parsa in ottime condizioni - mi sono rivolto a una gentilissima signorina sorridente, le ho chiedo di consultare un certo libro, in quattro minuti me lo ha portato, mi sono accomodato a una scrivania e ho letto. Insomma, il diritto all'accesso mi sembra garantito a chiunque. Se poi vuoi dire che l'idea è di trasformare una biblioteca in un parco giochi, beh, almeno se ne parli. Fai un bel progettino, lo presenti in Commissione, la città ne discute: e nel frattempo, la biblioteca rimane aperta. Non vorrai dirmi che lì in Gam non riuscite a tirar giù un progetto e contemporaneamente tenere aperta una biblioteca?)
Per farlo, una struttura pubblica ha bisogno di migliorare in termini di efficacia ed efficienza valutando variabili come le modalità e l’andamento della fruizione, le caratteristiche dell’utenza reale e potenziale, i servizi offerti e i costi sostenuti con denaro della comunità tutta (factchecking: ah, ma allora avevo capito bene. Non siete capaci di "valutare variabili" e al contempo tenere aperta una biblioteca. Spiegami però come fai a "valutare variabili come le modalità e l'andamento della fruizione" eccetera eccetera dopo che hai completamente sconvolto l'orario di apertura. A questo punto, io al posto tuo non calcherei troppo la mano sul tema dei "costi sostenuti con denaro della comunità tutta", perché a qualcuno potrebbero venire in mente certe idee...).
Non si tratta di sottrarre risorse, ma di reinvestire nella direzione – ci auguriamo condivisa - di rendere un servizio migliore per tutti. Con tecnologie più efficienti, spazi migliori, iniziative che coinvolgano un maggior numero di studiosi, studenti, cittadini interessati. Con un maggior collegamento con gli altri poli culturali della città, musei in primis (factchecking: oh brava, su questo siamo tutti d'accordo. E non riesci a farlo con la biblioteca aperta? Patrizia mia: o hai un problema serio di coordinamento, e so bene che non ce l'hai; oppure questa è un'altra bugia. Altri tre centimetri di naso. E fanno nove).
Solo secondo una visione di breve periodo tutto questo può essere considerato un danno per l’attuale - e purtroppo sempre più in diminuzione - numero di frequentatori della Biblioteca (factchecking: nel breve periodo, si dà il caso che chi frequenta la biblioteca gradirebbe poter dare esami e laurearsi, impresa difficilotta con la biblioteca semichiusa. Questo è un danno reale, non un'ubbìa. Quindi, quarta bugia, e i centimetri di naso diventano dodici. Occhio, che la crescita è sempre più rapida...). Solo secondo una prospettiva parziale si possono rendere l’aggiornamento dei cataloghi e le nuove acquisizioni secondarie rispetto al ripristino dell’orario di servizio (factchecking: e questa è la bugia più grossa. Una bugia da nove centimetri in un solo colpo. Ti sfido a trovare uno, dico un solo stronzo che abbia mai detto o scritto una minchiata tanto colossale. Chiunque ami i libri, viva di cultura o almeno la rispetti sa benissimo che l'aggiornamento dei cataloghi e le nuove acquisizioni sono fondamentali - e la concordanza è al maschile - per una biblioteca. Questo, a quanto mi risulta, è il vero male della biblioteca della Gam. Cataloghi cartacei non più aggiornati, blocco delle nuove acquisizioni, persino rinuncia a molte riviste, mi riferiscono. Però, cara Patrizia, non poche biblioteche rispettabili del mondo civile riescono a far fronte a queste priorità, senza chiudere o "semichiudere". La tua affermazione è imbarazzante non per la biblioteca, né tantomeno per i frequentatori, ma per la direzione: se non arrivano i fondi necessari per svolgere la normale - e sottolineo normale - attività della biblioteca, un dirigente serio e con un minimo di dignità non chiude - né "semichiude" - la biblioteca: si rivolge a chi di dovere - nel caso specifico al Comune - e chiede ciò che necessario per una dignitosa sopravvivenza. E se non lo ottiene, si dimette. Sissignora: si dimette. Lancia un segnale forte, e non danneggia gli utenti).
Con più informazione e lungimiranza - e forse con meno ansia mediatica - si comprenderebbe invece il valore per l’intera comunità di un progetto di reale modernizzazione della struttura (factcheking: progetto? Quale progetto? C'è un progetto? Possiamo vedere il progetto?) rispetto al quale sarebbe ideale il massimo della collaborazione possibile (factchecking: questa è la quinta bugia. Ho perso il conto dei centimetri. In compenso, so bene che i frequentatori della biblioteca hanno ripetutamente chiesto un confronto pubblico e onesto sulla vicenda. Unica risposta da parte tua è stata bloccare su Twitter alcuni di questi giovani, accusandoli di insulti e stalking che io personalmente non ho visto e che gli "imputati" negano. Chi è che rifiuta la collaborazione? A meno che tu, con il termine "collaborazione" intenda obbedienza cieca e incondizionata, approvazione entusiastica di qualsiasi tua trovata, e grida di "bene bravo" dalla folla in delirio), piuttosto che gli sterili lai e la vuota e ideologica contrapposizione (factchecking: "sterili lai" dillo a un altro. Quanto alla "contrapposizione", temo proprio che ti sia slittata la frizione. Siamo di fronte a richieste, precise e dignitose, di cittadini e contribuenti: come ti permetti di definirle "vuota e ideologica contrapposizione"? Questi pagano le tasse, e di conseguenza mantengono l'intera baracca: te ne rendi conto? Questi studiano, non vanno in giro a rubare; e chiedono solo di poter studiare. E tu li tratti da "stalker" e ti prendi pure la libertà di definire "vuote e ideologiche" le loro richieste. Patrizia, rientra in te. Fra un anno si vota, hai forse deciso di mandare a casa il povero Fassino, che ti stima tanto? In tal caso, ma solo in tal caso, continua, che vai bene così)".
La risposta della Asproni non sta né in cielo né in terra. Che tristezza vedere che la cultura nella nostra amata città è affidata a persone tanto incompetenti quanto dannose. Grazie Gabo, per aver smontato quell'ignobile monte di fandonie!
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