La Santa Pasqua ci ha regalato la prova matematica che siamo nelle mani degli sciagurati o, peggio, dei dilettanti.
Il Ridolini della politica a suo tempo tentò di imporre lo stesso provvedimento anche alla Reggia di Venaria e agli altri musei che per nostra inconsueta e buona sorte non dipendono dall'amministrazione statale: lui, il Francescotto di papà, lì ci mette più ciance che soldi. E quei pochi soldi che mette li fa pure cadere dall'alto, con pretese e minacce e capricci.
All'epoca la stravagante richiesta di estendere ai musei civici e regionali la gratuità domenicale fu respinta con pernacchie da Comune e Regione. Combinazione, quelli che in quei musei ci mettono più soldi che ciance.
Invece entrano cinquantamila euro nel bilancio di Venaria. Senza che nessuno si sia lamentato, o sia rimasto a casa aspettando l'innovazione populista del conte Mascetti de' Franceschini, gran signore con i soldi degli altri. Innovazione populista che solo un uomo sceltissimo e immenso potrebbe immaginare in tempi come questi; quando tutti - compreso Franceschini - blaterano che la cultura deve auto-sostenersi quanto più possibile. Vasto e impegnativo programma, se arriva Ridolini a privarti degli incassi di una domenica al mese. Peggio ancora se è la domenica di Pasqua.
Non resta che augurarsi che anche la nuova dirigenza della Reggia mantenga la rotta e non si lasci indurre - mossa magari da una surreale sudditanza psicologica verso il ministro per caso - ad applicare la scellerata gratuità. Quei soldi ci servono, e ce li possono dare solo i visitatori. Non certo il ciancione e squattrinato Franceschini, modello e maestro di tutti i Conti Mascetti.
Intanto, però, ieri ci siamo fumati l'incasso di altre migliaia di ingressi al Polo Reale, una proprietà statale dove, auspice il Dissennato, nel giorno della Santa Pasqua non si pagava il biglietto. E lui, gargiulissimo, esulta pure. Esulta di non incassare dai musei il giorno di Pasqua.
Non c'è che dire: un progetto culturale degno del suo autore.
Senti, Francis: se i soldi li hai e ti fanno schifo, cacciacene un po' che abbiamo tanto bisogno. Magari per tenere aperta una biblioteca che so io.
Ma se non li hai e vuoi fare lo stesso il grandioso, poi non venire a raccontarci che ti mancano i fondi per la cultura. O magari sì, Francis: vieni a raccontarcelo, vieni. Che poi ti facciamo correre noi.
Todos gratis, todos caballeros! Sì Dario, a casa tua fai come ti pare
Ieri, giorno di Pasqua, come tutte le prime domeniche del mese, nei musei statali si entrava gratis in virtù di un geniale provvedimento del ministro per caso Dario Franceschini.Dario, ma che ti sei fumato? Vuoi fare il figo con i soldi miei? |
All'epoca la stravagante richiesta di estendere ai musei civici e regionali la gratuità domenicale fu respinta con pernacchie da Comune e Regione. Combinazione, quelli che in quei musei ci mettono più soldi che ciance.
Cinquemila paganti a Venaria
Ieri, giorno di Pasqua e prima domenica del mese, almeno cinquemila visitatori hanno affollato la Reggia di Venaria, nonostante il maltempo e pagando regolarmente un biglietto che, a prezzo pieno e tutto compreso, arriva a 25 euro. Calcolando omaggi e ridotti, credo che si possa immaginare un incasso medio di 10 euro a visitatore. In tal caso fanno 50 mila euro d'incasso in una sola domenica. Una domenica in cui - a dar retta al fine intellettuale da balera - dovevamo fare entrare tutti gratis. Alè.Invece entrano cinquantamila euro nel bilancio di Venaria. Senza che nessuno si sia lamentato, o sia rimasto a casa aspettando l'innovazione populista del conte Mascetti de' Franceschini, gran signore con i soldi degli altri. Innovazione populista che solo un uomo sceltissimo e immenso potrebbe immaginare in tempi come questi; quando tutti - compreso Franceschini - blaterano che la cultura deve auto-sostenersi quanto più possibile. Vasto e impegnativo programma, se arriva Ridolini a privarti degli incassi di una domenica al mese. Peggio ancora se è la domenica di Pasqua.
...E cinquemila all'Egizio: una Pasqua d'oro per le nostre casse
Non è tutto: sempre nella prima domenica del mese - cioé ieri, Pasqua - oltre cinquemila visitatori hanno parimenti gremito il Museo Egizio: pure lì tutti paganti, tutti soddisfatti, tutti immemori delle alzate d'ingegno del talentuoso ferrarese.Non resta che augurarsi che anche la nuova dirigenza della Reggia mantenga la rotta e non si lasci indurre - mossa magari da una surreale sudditanza psicologica verso il ministro per caso - ad applicare la scellerata gratuità. Quei soldi ci servono, e ce li possono dare solo i visitatori. Non certo il ciancione e squattrinato Franceschini, modello e maestro di tutti i Conti Mascetti.
Intanto, però, ieri ci siamo fumati l'incasso di altre migliaia di ingressi al Polo Reale, una proprietà statale dove, auspice il Dissennato, nel giorno della Santa Pasqua non si pagava il biglietto. E lui, gargiulissimo, esulta pure. Esulta di non incassare dai musei il giorno di Pasqua.
Un progetto culturale degno del ministro per caso
Oltretutto è evidente che non ha capito niente (come da copione): un conto è offrire facilitazioni e incentivi, come il benemerito Abbonamento Musei, che premiano il pubblico degli appassionati e sono alla portata di qualsiasi borsa; altro è offrire gratis i tesori d'arte alle masse. Dare gratis equivale a sminuire ciò che si dà. Vale per il lavoro, vale per una mostra. "Tanto è gratis". Quindi è merda. Avremo di conseguenza musei sovraffollati e meno godibili: così da penalizzare e scontentare chi davvero è interessato, senza con ciò elevare davvero le masse. Insomma, la solita storia: per salvare un peccatore, sfanculiamo cento giusti che non aveva bisogno di essere salvati.Non c'è che dire: un progetto culturale degno del suo autore.
Senti, Francis: se i soldi li hai e ti fanno schifo, cacciacene un po' che abbiamo tanto bisogno. Magari per tenere aperta una biblioteca che so io.
Ma se non li hai e vuoi fare lo stesso il grandioso, poi non venire a raccontarci che ti mancano i fondi per la cultura. O magari sì, Francis: vieni a raccontarcelo, vieni. Che poi ti facciamo correre noi.
L'accesso gratuito a un museo non necessariamente ne sminuisce il contenuto. Quando vado alla National Gallery di Londra mi sento in paradiso e provo stima e gratitudine perché posso sedermi davanti a Monet anche tre volte al giorno (e quando esco lascio comunque un contributo nella cassetta). Il problema è che in Italia, e a Torino, questo non è possibile: in materia di cultura siamo dei cavernicoli e la cultura ha bisogno di tutte le entrate possibili. Se il Ministrino vuol fare lo splendido col denaro pubblico dovrebbe almeno trasformare l'entrata gratuita mensile in entrata a costo ridotto. Come dire: facciamo una roba disinistra ma sia chiaro che non siamo idioti.
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