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PICCHIONI FA I CONTI DEL SALONE


Rolando Picchioni
Davvero non vorrei più sentir parlare del Salone del Libro, almeno per un paio di mesi. La miserabile vicenda mi ha stomacato. Quindi non vado in giro a caccia di notizie.
Peccato che le notizie vengano a stanarmi, e almeno quelle che mi scovano è eticamente doveroso darvele.
Eccone una.
Come ognuno ben sa, la situazione finanziaria del Salone è al centro delle preoccupazioni dei politici, e delle attenzioni dei giudici che indagano sull'ipotesi di peculato a carico dell'ex presidente Rolando Picchioni (nell'ambito dell'inchiesta oggi i magistrati sentono la direttrice mancata Cogoli, e verrà ascoltato anche l'ex assessore regionale alla Cultura Michele Coppola).
Intanto le voci sul buco nei conti del Salone si accavallano. Girano cifre anche molto dissonanti. La versione corrente è di 900 mila euro di rosso nel bilancio di previsione del 2015. Ma qualcuno, sull'onda dell'entusiasmo, s'è spinto a ipotizzare un deficit di tre milioni. La due diligence che Comune e Regione affideranno (si spera lestamente) a una società specializzata dovrebbe stabilizzare le cifre ballerine. Oggi, comunque, mi ritrovo per le mani alcune carte che forse interesseranno i lettori versati nelle materie economiche. Io non sono un ragioniere (checché se ne dica) e men che meno un commercialista. Stento a compilare il 730 e quindi non mi impanco a valutare il documento che pubblico sic et simpliciter, per la cronaca, e a beneficio di quanti se ne intendono.
Si tratta di cifre e considerazioni che l'ex presidente del Salone, Rolando Picchioni, intende sottoporre ai magistrati per spiegare la sua posizione e i conti della Fondazione. Picchioni, nonostante la tempesta giudiziaria, è vispo e combattivo. Ha preparato, con la consulenza di un affermato studio di commercialista, questo documento che si basa sull'ultimo bilancio consolidato, quello del 2014, e si simula un'ipotesi (puramente di scuola) di chiusura della Fondazione, per calcolare esattamente quali sarebbero, nel deprecabile caso di fallimento, le attività e passività.
Ecco il testo come mi è arrivato. Alle cifre è unito un commento della stessa fonte. Gli appassionati della materia possono trovare altro materiale nel post del 3 ottobre 2014 "Tutti i conti del Salone, mentre tramonta il PalaAlpitour".




NOTE DI COMMENTO SU IPOTESI CHIUSURA FONDAZIONE AL 31-12-2014
La presente relazione per provare sulla carta a ipotizzare una chiusura della Fondazione per il Libro la musica e la cultura alla data del 31-12-2014-

Ovviamente, considerata la data sopra ipotizzata, ci si riferisce ai dati consolidati del Bilancio della stessa Fondazione chiuso al 31-12-2014.

Sinteticamente le cifre di tale bilancio si possono così rappresentare:


ATTIVO

  Immobilizzazioni nette, residuo da ammortizzare al 31-12-2014
·        Marchio: euro 1.383.133
·        Allestimenti: euro 1.085.747
·        Impianti, attrezzature, macchine per ufficio e mobili: euro 40.069
Totale euro 2.508.949

Partecipazioni
euro 19.950

Crediti
·        Verso clienti: euro 364.232
·        Verso altri (Enti): euro 2.339.253
Totale euro 2.703.485

   Disponibilità liquide (cassa, banche)
euro 42.455
 
   Riscontri attivi
euro 313

TOTALE ATTIVO
euro 5.275.152
__________________________________________________________________________________

PASSIVO

Trattamento di fine rapporto (TFR)
euro 335.577

Debiti verso le banche
euro 3.311.168

Debiti verso i fornitori
euro 1.782.818

Debiti tributari
euro 168.504

Debiti verso Istituti di Previdenza
euro 39.475

Altri debiti
euro 7.897

Ratei e Risconti passivi
euro 118.880

TOTALE PASSIVO
euro 5.764.319

   
L’ipotesi in oggetto si basa sull’utilizzo degli elementi dell’attivo, valorizzati per un totale di euro 5.275.152, per “chiudere” o soddisfare le passività valorizzate per complessivi euro 5.764.319.

Risulta pacifico che la differenza è pari a euro - 489.167, con segno negativo, che corrisponde correttamente al valore del Patrimonio netto indicato nel Bilancio della Fondazione al 31-12-2014. Questo significa che, in linea teorica, per chiudere la Fondazione alla data del 31-12-2014, occorre provvedere con il versamento di euro 489.167.

Tale fattispecie presuppone di procedere alla vendita e al relativo incasso di tutti gli elementi patrimoniali iscritti nell’attivo esattamente al valore indicato nello schema.

Dopo aver proceduto a tali vendite  e relativi incassi poi occorrerà procedere con il pagamento di tutte le passività indicate nel medesimo schema.

Relativamente alle attività, si noto come tra queste vi sia il Marchio del Salone, che era stato valorizzato in bilancio nel 2009, con apposita perizia di valutazione, per euro 1.890.000. Al 31-12-2014 il residuo da ammortizzare, come indicato, ammonta a euro 1.383.133.

Stesso discorso vale per gli Allestimenti capitalizzati negli anni, che, nel bilancio chiuso al 31-12-2014, ammontano, quale residuo da ammortizzare, a euro 1.085.747 (si pensi per es. alle sale presso Lingotto Fiere: Azzurra, Rossa, Gialla e Blu, oltre agli allestimenti e arredi vari presso il magazzino di Susa: per es. grandi lettere per Torino Capitale del Libro; allestimenti per l’evento Luci del Teleschermo in occasione del 50° della TV italiana).

Per quanto concerne la ventilata ipotesi di dover versare circa euro 3.0000.000 per chiudere la Fondazione al 31-12-2014, probabilmente, ci si riferisce al fatto che per chiudere le passività totali non si procede, o non si riesce a procedere con la vendita dei due elementi patrimoniali sopra descritti, ovvero: residuo da ammortizzare del Marchio: euro 1.383.133, e residuo da ammortizzare degli Allestimenti: euro 1.085.747. Infatti: euro 489.167 (calcolati precedentemente) + euro 1.383.133 (mancata vendita del Marchio) + euro 1.085.747 (mancata vendita degli Allestimenti) = euro 2.958.047.

Ora, non mi resta altro che lasciare alla sensibilità del lettore valutare tutte le varie opzioni anche intermedie, o addirittura migliorate o peggiorative dei due scenari qui appena tracciati.


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