Una delle opere di Penone a Venaria (la foto è della presidente della Reggia, Paola Zini) |
L'operazione Penone-due alla Reggia è
stata curata da Carolyn Christov Bakargiev, la doppia direttrice di
Rivoli e Gam: il che, oltre a garantire l'autorevolezza artistica
della “permanente” en plein air, conferma che l'integrazione fra
le residenze sabaude si avvia a diventare qualcosa di più d'un
semplice flatus vocis. Si va verso il “sistema”, e in quel
sistema la Carolyn giocherà un ruolo di primo piano.
Tutto ciò non risolve però le mie drammatiche carenze in materia d'arte contemporanea. Per cui, da perfetto somaro, mentre guidavo verso la
Reggia non mi sono fatto mancare nulla quanto a riflessioni grevi e
banali; tipo che avendo di recente potato gli alberi in giardino forse potrei spacciare per capolavoro d'arte povera la
catasta di ciocchi che ora giace davanti alle finestre della mia
cucina.
Penone davanti a una delle sue opere nuove: un tronco pietrificato coperto di muschio |
E ho capito perché la direttrice di
Versailles, qualche anno fa, è venuta a visitare la Reggia, ha visto
le opere di Penone, e ha subito commissionato all'artista piemontese
un'installazione che adesso orna la dimora del Re Sole.
Quindi, anche se, come me, non
distinguete a colpo sicuro una catasta di ciocchi da un capolavoro d'arte povera, la
prossima volta che andrete alla Reggia di Venaria fatevi la mia
stessa passeggiata, tra le sculture di Penone. E portateci i bambini.
Loro sanno ancora sognare. Quindi vi aiuteranno a capire meglio di
quanto possa fare io. O un critico d'arte.
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