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QUELLI CHE SONO INTERNAZIONALI PER DAVVERO

Il logo di Club to Club proiettato sulla Mole
Oggi al Lingotto si celebra il secondo e ultimo main show della tredicesima edizione di Movement.
E intanto l'altro ieri è stata presentata la diciottesima edizione di Club to Club, che si terrà dall'1 al 4 novembre in location fighissime (dalle Ogr alla Reggia di Venaria, oltre al solito Lingotto) e con il consueto cast stellare, più Aphex Twin che è lo stellare degli stellari.
Ora, io sono in lieve imbarazzo quando devo scrivere di Movement e/o Club to Club, perché mi tocca di scrivere sempre le stesse cose, e mi sembra di essere scemo, a scrivere sempre le stesse cose; poi mi consolo pensando che in fondo sono più scemi quelli che, anche a scrivergliele e riscriverglele, sono talmente pieni della propria infondatissima autostima da pensare onestamente di aver capito tutto e di fare la cosa giusta.
Vabbé, cazzi loro. Io lo scrivo una volta di più. Club to Club e Movement (e il gemello estivo di Movement, il FuturKappa) sono gli unici festival musicali torinesi accreditati a livello internazionale: con una visibilità internazionale; con una rassegna stampa internazionale; con un pubblico internazionale. E non si tratta delle enfatiche vanterie con le quali il regime protegge le sue creaturine. Qui le chiacchiere stanno a zero: Club to Club 2018 schiera 50 artisti di dieci paesi e quattro continenti, con quattro debutti nazionali e 13 esclusive nazionali. La scorsa edizione ha generato 3,8 milioni di euro in ricadute economiche dirette sul territorio, con un pubblico proveniente per il 40 per cento da Torino e Piemonte, per il 50 per cento dal resto d'Italia e per il 10 per cento dall'estero.E al momento il 25 per cento dei biglietti per l'edizione 2018 è stato comperato all'estero, il 20 per cento in Lombardia, il 20 per cento in Piemonte e il 35 per cento nel resto d'Italia.
Quanto a Movement, dal 2015 si piazza regolarmente nella Top Ten Siae degli show musicali più visti del trimestre (dati certi, non valutazioni a stima per contarcela fra di noi): lo scorso anno, con eventi tra il 20 ottobre e il primo novembre, ha avuto in totale 35 mila spettatori, in crescita del 15% rispetto al 2016, e i due main show del 28 e 31 ottobre hanno registrato 25 mila (8% di pubblico straniero, da 24 nazioni).
Già che ci siamo, vi ricordo che FuturKappa lo scorso luglio ha avuto 50.000 spettatori, di cui il 35% dall’estero (con una crescita del 40% rispetto al 2017).
Sia Club to Club, sia Movement, sia FuturKappa, pur con modalità e contenuti propri e molto differenti, guardano al settore della produzione musicale che va dalla techno al cosidetto "avant-pop": settore oggi leader sul mercato mondiale, sinonimo di innovazione e contemporaneità, e rivolto a un pubblico globale, mobile e propenso alla spesa. Insomma, non soltanto un fenomeno culturale, ma anche la condizione ideale per qualsiasi azione di marketing turistico in una città che ambisce a presentarsi come "smart". 
Club to Club, Movement e FuturKappa sono, nella musica, l'equivalente di ciò che è View per il cinemaCon una differenza, però. Lorsignori non hanno ancora manco capito che cosa sia View: invece per Club to Club, Movement e FuturKappa i nostri allegri zuavi mostrano incoraggianti segnali di progresso cognitivo, almeno quando si tratta di tirarsela da fighi con il lavoro degli altri. Tant'è che lo scorso settembre l'Assessore Triste, traendo auspici per le fortune del turismo torinese attribuiva (cito dal mio post del 3 settembre ) un ruolo fondamentale, per le presenze di luglio, al Kappa Futur Festival (che notoriamente non riceve un centesimo di contributi dal Comune); e prevedeva in autunno notevoli benefici da Club to Club (che notoriamente riceve dal Comune poche migliaia di euro) e da Movement (che notoriamente dal Comune non becca un picco).
E così siamo arrivati dov'era inevitabile arrivare: proprio come View (che riceve dal Comune un'elemosina di 8 mila euro), anche i tre maggiori festival musicali torinesi trionfano senza e nonostante le istituzioni. Con alcune diversità. 
Movement semplicemente non riceve contributi pubblici né dalla Regione, né dal Comune: si tratta di una scelta, direi consapevole e volontaria, da parte di un management che preferisce concentrarsi sul reperimento di risorse private e non si sforza più di tanto per pietire quattro spiccioli da chi pretende di giudicare ciò che non sa fare.
Invece Club to Club, il cui budget totale viaggia attorno al milione di euro, i contributi li chiede: e ha trovato negli anni una significativa risposta dalla Regione, che ha progressivamente aumentato il finanziamento fino a raggiungere nel 2016 gli attuali centomila euro. E quest'anno è arrivato anche il riconoscimento statale: Club to Club ha ottenuto, primo festival di musica elettronica, 75 mila euro di finanziamento dal Fus. Una svolta epocale.
Quanto al Comune, quest'anno a Club to Club dovrebbe concedere (ma siamo in attesa di delibera...) trentamila euro. Un modesto sforzo, ma quasi rivoluzionario in una vicenda fra le più pittoresche di questa pittoresca città. Ve la riassumo. Nel 2015 l'allora assessore Braccialarghe finanziava con 16 mila euro: una somma del tutto iadeguata al valore della manifestazione, per cui gli organizzatori avevano posto il problema in Commissione cultura, e non escludevano di trasferire il festival in un'altra città. L'allora consigliera di opposizione e candidata-sindaco Chiara Appendino colse la palla al balzo e in un'intervista alla Stampa dichiarò testualmente: "Ventimila euro sono un’elemosina (giustissimo: ma se ventimila sono un'elemosina, trentamila che cosa sono? NdG), e pensare che hanno portato musica pazzesca". Difatti, diventata sindaco, Chiarabella tramite un bando (che risaliva ancora all'era-Fassino) elargì per l'edizione 2016 la bellezza di 7700 euro.
Adesso sono arrivati a 30 mila (più il logo proiettato sulla Mole, tanto carino e non costoso). Gliene sia reso merito. Ma credo che voi, tipi svegli, abbiate già capito l'antifona. Club to Club e Movement sono le uniche manifestazioni musicali che fanno di Torino una protagonista sullo scenario internazionale in grado di reggere il confronto con le città che contano. Basti dire che un monumento globale come Aphex Twin quest'anno presenta dal vivo il nuovo disco "Collapse" soltanto in tre città: Bilbao, Berlino e Torino. Terza data del tour. A Club to Club. Non è una scelta casuale, come potete constatare qui.

E d'altra parte non è un caso neppure che Club to Club, così come View, abbia trovato una casa, e un partner, nelle Ogr, l'altro progetto innovativo, privato, a cui deve aggrapparsi oggi Torino. 
Siamo di fronte a una contraddizione che sarebbe ridicola se non fosse inquietante. La musica di Club to Club e Movement è innovazione. E' contemporaneità. Eppure questa città - che non fa che blaterare di innovazione e contemporaneità e s'è addirittura dotata di un assessorato all'Innovazione del quale sentivamo una spasmodica necessità, almeno quanto di un biglietto del tram e di una carta d'identità - investe su una musica che è innovazione e comporaneità l'ingente somma totale di trentamila euro. Mentre si sbatte a reperire risorse pari a 600 mila euro (diconsi seicentomila) per qualsiasi festival partorito dalla mente di assessori novecenteschi e dedicato a musiche novecentesche.
Qualcuno mi vorrà spiegare di che parliamo, quando parliamo di innovazione?

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