Io sono un italiano, un italiano vero. Dici che ti avevo promesso mari e monti? Questo dici? Organizzatoriiii... Organizzatori della mazzaaaa... |
Ma questi parolai non cambiano. Non cambiano. Non cambiano.
Cioé: magari le facce cambiano, ma sempre di palta sono.
Prendi la questione di Club to Club, che ogni volta mi manda ai matti.
Facciamo due conti
Il bilancio consuntivo di Club to Club 2016 ha chiuso a 915 mila euro, con un preventivato disavanzo (60 mila) coperto di tasca propria dagli organizzatori, l'associazione X-Plosiva. Le ricadute economiche sul territorio torinese, calcolate con criteri statistici seri, si aggirano sui 3 milioni di euro.L'edizione 2016 di Club to Club come al solito è stata finanziata in proporzione preponderante da sponsorizzazioni private.
L'associazione X-Plosiva ha però ricevuto anche contributi dalle Fondazioni bancarie: 35 mila euro da Compagnia di San Paolo, 22 mila da Fondazione Crt. La Camera di commercio ha offerto per un evento della scorsa edizione la cifra di 10 mila euro.
C'è poi una quota di finanziamento pubblico da Regione e Comune.
La Regione per il 2016 ha dato (beh, per ora ha promesso, ma prima o poi arriveranno...) 100 mila euro.
Il Comune di Torino ha contribuito con 7700 euro, tramite bando.
Non dimentico uno zero. Sono davvero settemilasettecento euro.
Non dimentico uno zero. Sono davvero settemilasettecento euro.
Fassino o Appendino, manca sempre il soldino
L'edizione 2015 di Club to Club aveva ricevuto dall'allora assessore Braccialarghe 16 mila euro. L'esiguità di tale somma sembrava ai più scandalosa. Gli organizzatori avevano posto il problema in Commissione cultura. Di fronte a tanta indifferenza del Comune, dissero che non escludevano di trasferire il festival in un'altra città: le opportunità non gli mancano, e già da tempo Club to Club è presente su altre piazze con importanti eventi-satellite.L'allora consigliera di opposizione e candidata-sindaco Chiara Appendino colse la palla al balzo e in un'alata e indimenticabile intervista alla Stampa dichiarò testualmente: "Ventimila euro sono un’elemosina (per la verità all'epoca il contributo del Comune era 16 mila euro, la ragazza peccava d'ottimismo, NdG), e pensare che hanno portato musica pazzesca. Io non voglio che chi fa qualcosa di importante debba andare a chiedere da un assessore col cappello in mano. Vogliamo creare una procedura, un sistema che con un bando pubblico decida chi ha idee e titoli che valgono, e chi no". Detto, fatto. Pochi mesi dopo, l'improvvisata fan di Club to Club ha deposto le nobili terga sul cadreghino di sindaco, e con un bando (bando che, va detto, risaliva ancora all'era-Fassino) ha largito la bellezza di 7700 euro.
Ma se Chiara Appendino definiva ventimila euro per Club to Club "un'elemosina" (e lo sono), che cosa sono allora 7700 euro? Un impegno mantenuto? Un calcio nel culo? Una presa per il medesimo?
E ridaje con la Fondazione Cultura
Però l'assessore Leon sostiene d'essersi prodigata a favore di Club to Club ottenendo per il 2016 un contributo straordinario dalla Fondazione Cultura: 10 mila euro. La stessa Fondazione Cultura che lo scorso anno ha finanziato l'imprescindibile festival Todays con 186 mila euro di fondi propri (cifra dichiarata in Commissione cultura), in aggiunta ai 100 mila stanziati direttamente dal Comune con apposita delibera.Una domanda (molto seria) a madamin Appendino
Vorrei davvero che madamin Appendino facesse il sindaco, e rispondesse puntualmente alla domanda di un contribuente che la mantiene. La domanda, lo ripeto, è la seguente: "Se tu giustamente consideri 20 mila euro un'elemosina, che cosa sono 7700 euro? O anche 17.700 euro?".
In subordine c'è un'altra domanda. Assodato che quelli di Club to Club hanno ricevuto concretissime e convenienti proposte per trasferire il festival in altre città; e pur tenuto conto che finora hanno resistito per affezione verso Torino, affezione peraltro mai ricambiata dal Comune di Torino; detto tutto questo, quanto vi conviene continuare a percularli? Se poi Club to Club va a Milano, o altrove, e noi restiamo come dei fessi con una mano davanti e l'altra dietro, cosa ci raccontiamo? E i tre milioni di ricadute che ci perdiamo - che si perdono in primis i commercianti e gli albergatori - ce li metti tu di tasca tua?
Sul serio: io aspetto e, in quanto datore di lavoro, esigo risposte.
L'eventuale silenzio verrà interpretato non soltanto come prova di maleducazione istituzionale e protervia del potere, ma anche come l'ammissione di non essere altro che chiacchiere e distintivo.
Sul serio: io aspetto e, in quanto datore di lavoro, esigo risposte.
L'eventuale silenzio verrà interpretato non soltanto come prova di maleducazione istituzionale e protervia del potere, ma anche come l'ammissione di non essere altro che chiacchiere e distintivo.
Perché Chiarabella non può appellarsi al bilancio in crisi
Però, Chiarabella, non rispondermi che fai quello che puoi, ma la città è alla canna del gas e il bilancio fa acqua da tutte le parti per colpa del malvagio Filura e le risorse sono esigue eccetera eccetera.Tale risposta non è ammissibile per due motivi.
1 - Non si fanno promesse che non si possono mantenere
Il primo motivo: se il bilancio della città è disastroso - e lo è - tu dovevi saperlo quando hai deciso di candidarti a governare questa città. E non dire che non lo sapevi, perché è da scriteriati gettarsi in un'impresa senza conoscere a menadito i rischi che essa comporta. E se lo sapevi non dovevi promettere ciò che una laurata della Bocconi non può non sapere che non potrà mantenere. Un simile modo di agire, spiace dirlo, è alquanto truffaldino.2 - Per Narrazioni Jazz i soldi si trovano
Il secondo motivo: non aumenti di qualche ragionevole migliaio euro il finanziamento a Club to Club "perché il bilancio non lo consente", però di riffe o di raffe tirerete fuori una cifra che, a quanto so, si aggira sui 400 mila euro per rifare sotto le mentite spoglie di Narrazioni Jazz una versione (soltanto più meschinella) del Torino Jazz Festival. Ricordi? E' la manifestazione che proprio tu stigmatizzavi - sempre nella celebre intervista - come l'esempio più infame delle cattive politiche fassiniane: "La prima cosa a cui penso è una cultura e un’idea di città aperta a chiunque abbia il talento. Non il Jazz Festival che dà 200 mila euro nella pura logica del grande evento".Certo, magari quei soldi li tirerete fuori (come già faceva Fassino) dalle tasche degli sponsor, tramite la Fondazione cultura che promettevi di chiudere seduta stante e che invece continui imperterrita a utilizzare per foraggiare i festival che fan comodo a te, proprio come il peggiore dei Fassini. Ma non dirmi che quegli stessi sponsor, adeguatamente sollecitati, non investirebbero su una manifestazione come Club to Club che, per appeal, visibilità internazionale e pubblico, sta a Narrazioni Jazz come il Barcellona sta alla Salernitana.
P.S. C'è anche una buona notizia, il bando non è più un feticcio
Per chiudere, la buona notizia. L'assessore Francesca Leon, che considero una persona intelligente e una vittima del dovere, pare abbia qualche ripensamento a proposito dei drammatici e trasparenti "bandi" per l'erogazione dei contributi ad attività spettacolari e d'intrattenimento. Anche lei, a quanto mi risulta, starebbe riconsiderando la questione: forse, in certi casi, ha più senso il sistema delle convenzioni.
E ci voleva tanto per capirlo? Voglio dire: il bando va benissimo quando devi largire quattro soldi a un tot di piccole associazioni per organizzarsi i loro concertini. O se vuoi piazzare qualche bancarella di cioccolatai. Ma quando il gioco si fa duro, i duri devono giocare. A certi livelli, uno non vale uno. Ci sono i Messi e ci sono i Busellato. (Busellato è un valido centrocampista della Salernitana).
Per essere espliciti: vuoi assegnare un contributo a Club to Club? Che bando ti inventi? Cosa ci scrivi? "Bando pubblico per organizzare un famoso festival avant-pop, di valenza mondiale, che garantisca un pubblico internazionale e il visibilio dei media specializzati d'Europa e d'America, con ricadute sul territorio non inferiori ai due milioni di euro"?
No, scusa, abbiamo ancora il senso del ridicolo?
Già lo scorso ottobre, proprio in occasione di Club to Club, l'assessore regionale Antonella Parigi aveva fatto coming out, ammettendo onestamente di averci ripensato, e di aver rivalutato il sistema delle convenzioni con chi ha saputo, nei fatti, dar vita a qualcosa di davvero importante e significativo per la città. Parigi aveva ribadito lo stesso concetto durante l'incontro conclusivo degli Stati Generali della Cultura, suscitando la pizzuta reazione della Leon, all'epoca ancora abbarbicata al dogma del bando. Ma si sa, le cose cambiano. E le persone intelligenti sanno capire il cambiamento.
E ci voleva tanto per capirlo? Voglio dire: il bando va benissimo quando devi largire quattro soldi a un tot di piccole associazioni per organizzarsi i loro concertini. O se vuoi piazzare qualche bancarella di cioccolatai. Ma quando il gioco si fa duro, i duri devono giocare. A certi livelli, uno non vale uno. Ci sono i Messi e ci sono i Busellato. (Busellato è un valido centrocampista della Salernitana).
Per essere espliciti: vuoi assegnare un contributo a Club to Club? Che bando ti inventi? Cosa ci scrivi? "Bando pubblico per organizzare un famoso festival avant-pop, di valenza mondiale, che garantisca un pubblico internazionale e il visibilio dei media specializzati d'Europa e d'America, con ricadute sul territorio non inferiori ai due milioni di euro"?
No, scusa, abbiamo ancora il senso del ridicolo?
Già lo scorso ottobre, proprio in occasione di Club to Club, l'assessore regionale Antonella Parigi aveva fatto coming out, ammettendo onestamente di averci ripensato, e di aver rivalutato il sistema delle convenzioni con chi ha saputo, nei fatti, dar vita a qualcosa di davvero importante e significativo per la città. Parigi aveva ribadito lo stesso concetto durante l'incontro conclusivo degli Stati Generali della Cultura, suscitando la pizzuta reazione della Leon, all'epoca ancora abbarbicata al dogma del bando. Ma si sa, le cose cambiano. E le persone intelligenti sanno capire il cambiamento.
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