Pubblico la lettera dei maggiori fornitori del Salone del Libro (Gl Events, Eventi3 e P&P), preoccupatissimi per la prospettiva di una svendita del marchio a una base d'asta irrisoria, del tutto inadeguata a saldare i crediti che essi vantano verso l'ex Fondazione per il Libro: crediti ormai di lunga data, e che se non saranno saldati metteranno a rischio la sopravvivenza stessa di molte aziende. I fornitori del Salone ribadiscono anche la loro volontà di diventare parte attiva del salvataggio del Salone, seguendo il progetto che hanno presentato lo scorso giugno e che potete leggere qui.
Ed ecco la lettera
Fermo restando un apprezzamento per la grande affezione che torinesi e non solo stanno dimostrando per la manifestazione, e ancor più per ogni iniziativa volta a incrementare le disponibilità del liquidatore per saldare i debiti della Fondazione per il libro, ci preme sottolineare con grande chiarezza che la premessa di ogni riflessione che abbiamo avuto modo di leggere risulta errata o fortemente deficitaria.
Indicare come obiettivo per l'acquisizione del marchio il solo raggiungimento della base d'asta espressa dal bando di vendita, dimenticando l'ammontare del passivo dell'ente in liquidazione, metterebbe definitivamente in ginocchio aziende e persone che con il loro lavoro hanno contribuito a fare del Salone la più importante manifestazione culturale italiana.
Lo abbiamo già affermato e lo ribadiamo: il futuro del Salone del libro è strettamente legato al passato del Salone del libro. La Fondazione in liquidazione ha 10.753.000 di euro di debiti, di cui 7 milioni con persone o aziende torinesi. Da quanto si può dedurre dai principali organi di informazione lo scarto tra crediti esigibili e debiti denunciati dovrebbe ammontare a circa 4,5 milioni di euro. Questa è la cifra da raggiungere. Questo è il dato da cui si deve partire per saldare il passato e costruire il futuro.
Fissare l'obiettivo a 500 mila euro o poco più significa giocare con i soldi dovuti alle nostre aziende, e di conseguenza giocare con le nostre vite, le nostre famiglie e le famiglie di tutti i nostri collaboratori.
Una coscienza pubblica etica e civile deve agire nel pieno rispetto delle persone: solo attraverso il rispetto delle persone si rispetta il territorio a cui quelle persone appartengono, la loro comunità di riferimento e un'idea di società che non solo sia orgogliosa e pronta a difendere i suoi successi, ma sappia anche assumersi le responsabilità dei propri errori.
In chiusura, ci preme ricordare che l'assegnazione del marchio è solo un elemento propedeutico all'organizzazione dell'evento fieristico vero e proprio. La produzione di un evento come il Salone in un tempo brevissimo, poco più di 4 mesi (da gennaio a inizio maggio), richiede il lavoro e il coordinamento di centinaia di professionalità fortemente specializzate. Per spiegarlo abbiamo costruito un business-plan in cui, partendo dal riconoscimento di quanto ci è dovuto, ci mettiamo nuovamente in gioco per continuare a essere parte di una storia che abbiamo contribuito a costruire. Lo abbiamo già raccontato alla stampa, oltre che al Consiglio Comunale di Torino e al Consiglio Regionale del Piemonte. Siamo ovviamente a disposizione per chiunque voglia saperne di più.
I fornitori del Salone del Libro
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