Il maestrale è cessato, all'improvviso
come cessa il maestrale dopo aver dato una spazzolata alle acque, dal
golfo del Leone fin quaggiù; e il mare, che l'altra notte urlava
infrangendosi contro la falesia, adesso è soltanto uno sciabordìo
sommesso che appena s'intuisce nel silenzio della casa sulla
scogliera. E tanto più remote e aliene paiono le scarse notizie che
varcano le distanze mediterranee e le connessioni cattive portandomi
a tratti i brandelli dell'umana commedia torinese.
Scrivo pochissimo, aggiorno il blog lo
stretto indispensabile pubblicando quei pochi comunicati che mi
sembran degni di nota, e in compenso leggo per giornate intere quei
libri che da troppi decenni m'aspettavano: dopo "Il Circolo
Pickwick" - tralasciato da sempre per imperdonabile
trascuratezza - mi sono regalato il "Lucien Leuwen", lo
straordinario romanzo incompiuto di Stendhal, e ringrazio la buona
sorte per avermelo fatto incontrare prima che finisse il mio tempo.
Schwarz |
Torino non mi manca neppure un po', e tenterò di starne alla larga
fin quando me lo consentiranno i miei scarsi impegni e gli ancor più
scarsi danari. Una cosa però m'addolora: non poter aderire al
cortese invito che mi rivolge (a me e al resto della ciurma
giornalistica torinese) la mia prediletta "Sindaca e Presidente
della Fondazione Teatro Regio" per assistere giovedì alla
presentazione in pompa magna del nuovo sovrintendente Sébastian Schwarz. Solo il Cielo sa quanto avrei voluto esserci, a quella
fausta cerimonia che segnerà, insieme, per me l'opportunità di tornare a dilettarmi delle dolcezze della lirica,
e per il Regio la fine di un'epoca infelice e travagliata.
Detto per inciso, qualche giorno fa ho
anche letto sul Corriere un'interessante intervista a Guido Guerzoni,
l'eminente bocconiano oggi rappresentante del Comune nel Consiglio
d'indirizzo del Regio e principale artefice del salvifico "Piano
industriale" (o quel che è) cui sarebbero affidati i destini
del nostro teatro d'opera, Piano finalmente presentato il 25 gennaio scorso
dopo una gestazione durata circa otto mesi.
Nell'intervista Guerzoni dichiara con evidente soddisfazione che
"tutti i candidati (alla sovrintendenza, NdG), dopo averlo letto
hanno sottolineato che si tratta di indicazioni dettate dal buon
senso". Ci volevano otto mesi per buttar giù delle indicazioni "dettate
dal buon senso". Figurarsi se s'incaponivano a inventarsi
qualcosa di originale, innovativo e sorprendente.
Ma tutto è bene quel che finisce bene.
Il povero Schwarz - che probabilmente manco s'immagina la gatta che
s'è preso da pelare - almeno farà il sovrintendente (e questo
ritorno alla normalità non potrà che giovare al Regio) senza
soggiacere a stramberie: le "indicazioni dettate dal buon senso"
non dovrebbero, a rigor di logica, essere strambe. Tanto più che,
sempre a detta di Guerzoni, "magari cambieranno tempi e
priorità". Magari.
Ad ogni modo, torniamo a noi e al
fausto evento di giovedì. Non potendovi assistere - causa le distanze
mediterranee - ho voluto comunque rivolgere un pensiero ai
protagonisti, e ho scritto per il Corriere un articolo, che dovrebbe uscire domattina, nel quale ripercorro passo a passo le tappe di una storia
sbagliata, chiudendo con una rispettosa istanza ai nostri valorosi
reggitori: auspico che facciano tesoro dell'esperienza e si
astengano, in futuro, da nomine ad minchiam e altre gherminelle
caratteristiche della politica politicante, laddove la ragion di
Stato (o meglio, di staterello) e gli interessi di bottega prevalgono
su qualsiasi razionale valutazione.
Mastroianni |
Vabbé, adesso scendo a farmi un
tuffetto. Poi voglio preparare il mio famoso pesto.
Ri-abbandono
quindi il blog, non prima però di aver registrato una nomina che mi
era sfuggita mentre ero in viaggio, quella di Roberto Mastroianni alla presidenza del Museo della Resistenza, le cui travagliate vicende (del Museo, non di Mastroianni) sono a tutti ben note. La nomina di Mastroianni, già tentata lo scorso maggio,
era stata rinviata per le obiezioni dell'assessore regionale Parigi, che non mi pareva troppo convinta della scelta: ella aveva fatto
notare alla collega Leon - la quale premeva per chiudere la faccenda - che
forse era istituzionalmente più corretto aspettare il parere della nuova
giunta che si sarebbe insediata in Regione. Immagino che adesso Cirio, o
chi per lui, il parere lo abbia espresso - ci mancava ancora che non gli dicessero niente - e col caldo di luglio l'operazione è
andata in porto. La giostra riparte. Settembre è dolorosamente vicino.
Buone vacanze !
RispondiEliminaPurtroppo, la fascinazione M5S per chiunque abbia un curriculum fumoso e/o nessuna vera esperienza pregressa è un dato di fatto. Il Museo della Resistenza lo dimostra per l'ennesima volta, così come l'aveva dimostrato il Teatro Regio poco tempo fa.
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