Cirio & Co durante la conferenza stampa |
Vi do subito quella buona, ce n'è bisogno: dovrebbero finalmente arrivare i soldi per pagare gli arretrati alle imprese, agli enti e alle associazioni che vantano dei crediti - spesso lungodegenti - con la Regione. Oggi Cirio ha annunciato che hanno trovato 200 milioni per saldare subito il dovuto, a beneficio di "tutti i settori". Beh, quei ritardi dei pagamenti - spesso di due o tre anni - sono il peggiore dei tanti cappi che già in tempi normali strangolano il lavoro culturale per via di quel meccanismo perverso che più volte ho avuto modo di illustrare e che ha mandato a puttane i conti di tante istituzioni in apparenza inaffondabili, dal Salone del Libro al Regio. Se davvero gli arretrati verranno saldati - anche alle associazioni e alle piccole imprese del settore, mi raccomando - beh, sarà la pioggia nel deserto, un provvedimento che si aspettava come l'avvento del messia. E vien da chiedersi se era proprio necessaria un'epidemia per indurre lorsignori a sganciare quanto dovuto in tempi civili. Ma pazienza: prendiamo il buono quando viene, che già ne vien così poco. Purché arrivi: infiniti annunci senza seguito mi hanno reso quantomeno sospettoso quando aprono bocca lorsignori.
Ci sono altri provvedimenti: il congelamento dei mutui per le anticipazioni (sui finanziamenti regionali che la Regione non pagava...) concesse in passato da Finpiemonte; e un fondo di garanzia regionale di 53 milioni per ridurre a una settimana i tempi per la concessione di prestiti dalle banche; e ancora un contributo per aiutare le imprese a pagare gli interessi bancari.
Inoltre è confermato che il Governo riconoscerà per almeno due mesi la cassa integrazione in deroga alle aziende con meno di 6 dipendenti, se rientrano tra quelle più provate dalla crisi. Come il settore e il turismo, hanno detto.
La cultura dimenticata
La cattiva notizia è proprio questa: durante l'intera conferenza stampa convocata per annunciare questi primi e indispensabili interventi non ho mai sentito pronunciare la parola "cultura"; men che meno "intrattenimento". Mai è sfuggita dalle bocche di Cirio o degli assessori presenti - Ricca, Tronzano, Icardi.
Considerato che lo stesso sinistro fenomeno si nota pure a livello governativo, mi pare giustificata la preoccupazione di quanti temono il solito trattamento da figli di nessuno. Gli alberghi senza clienti li aiutiamo, i ristoranti senza avventori li aiutiamo, gli addetti delle mense scolastiche senza scuole da sfamare li aiutiamo; quanto ai musicanti e ai saltimbanchi vadano a lavorare, che il loro non è un lavoro; e quelli delle discoteche se ne vadano affanculo, brutti perdinotte.
Figli e figliastri? No grazie
La Poggio - che non era presente alla conferenza - la settimana scorsa mi ha assicurato che gli interventi toccheranno anche cultura e spettacolo; ma per favore Virttoriona spieghi ai suoi compari di Torino e di Roma che pure i lavoratori e gli imprenditori di questi due settori negletti gradirebbero ogni tanto un segno, giusto per riconoscerne l'esistenza. Mica altro. Che poi lorsignori non vengano a fare i galletti e sputare sentenze sulla cultura volano dell'economia e del turismo e le altre cazzate che tirano fuori quando si tratta di tirar fuori cazzate e non danari.
Occhio agli animali nocivi
Ma la mia preoccupazione è anche un'altra: le misure annunciate da Cirio sono senz'altro piene di buona volontà, ma le bocche da sfamare sono troppe. Quali aziende hanno subìto danni per l'emergenza virus? La risposta è drammatica: tutte. Beh, non tutte tutte: ma l'intera nostra società è un ecosistema delicatissimo. Tocchi un elemento, salta l'ecosistema. Chiudono le scuole? Perdono clienti il bar di fronte alla scuola, la cartoleria all'angolo, l'omino dei panini. Le discoteche sono vuote? A spasso i tecnici delle luci, i fornitori di bevande, i tracagnotti della security, le donne delle pulizie; e quelli, a loro volta, rinunceranno alla serata in pizzeria, alla gita fuori porta, a comperarsi un paio di scarpe. E via così, in un domino infernale che non risparmia nessuno. E ciascuno pretenderà - perché proprio lui dovrebbe essere escluso? - quei sostegni che, mi sembra evidente, non basteranno per tutti.
Le scelte saranno difficili. Spero siano sensate. E spero pure che alla fine - come sempre nel paese di Acchiappacitrulli - non si premino i furbi, i falsi invalidi, gli acrobati della doppia contabilità e altre specie nocive dell'ecosistema-Italia.
P.S. E non ditemi che potevo chiedere a Cirio chiarimenti sulle sorti della cultura. Non sono scemo: glielo avrei chiesto se non fosse che la conferenza l'ho seguita in streaming, rientrando io - con valutazione estensivamente prudenziale - nelle categorie a rischio sollecitate a restarsene a casa; invito che peraltro ho accolto con sincero piacere. Quindi la domanda a Cirio io non l'ho potuta porre. Quanto ai giornalisti presenti, io rispondo soltanto di me.
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