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In coda per salire sulla Mole. Ma l'ascensore resterà a Gtt, niente da fare per il Museo del Cinema |
Tutto torna in alto mare per il Museo del Cinema, che aspetta da tempo che il Comune saldi quanto dovuto a titolo di contributo: all'incirca un milione e 400 mila euro. Com'è noto, Fassino, in mancanza di liquidi, ha scelto la politica del "mattone al posto dei soldi", distribuendo (o tentando di distribuire) alle fondazioni culturali beni immobili da vendere o far fruttare. Per il Museo del Cinema sulle prime aveva pensato bene di dare la proprietà della sala del Massimo. Poi qualcuno deve avergli fatto notare che la sala del Massimo
è il Museo del Cinema, quindi sarebbe stato perlmeno complicato venderla per farne un supermercato. Fassino aveva quindi ipotizzato di cedere al Museo l'ascensore della Mole, attualmente gestito da Gtt, che dà un ottimo reddito a giudicare dalle file di turisti che anche stamattina ho visto in ordinata attesa.
Alberto Barbera, benché un po' perplesso alla prospettiva di reinventarsi una carriera da ascensorista alla sua età, mi era sembrato disponibile. Peccato che si sia scoperto che la concessione dell'ascensore a Gtt abbia una durata di un botto di anni (mi pare tredici) e che per passare l'ascensore al Museo sarebbero necessarie tali alchimie tecnico-giuridico-burocratico che tanto varrebbe costruirne uno nuovo. O magari anche una Mole nuova. Così Barbera ha restituito al negozio di costumi di carnevale l'abito da Spirou che s'era già affittato, ed è tornato ad aspettare i soldi, o i mattoni equivalenti. E aspetta. E aspetta. E aspetta. Come a Casablanca.
Intanto, stasera
Fassino - tornato da due giorni d'impegni suoi - vede un'altra pena della vita sua, la Patrizia Asproni. Mi dicono che Filura è
infuriatissimo per via di quella faccenduola di Gerla piazzato a sua insaputa - sua di Fassino - al Borgo Medievale che rischia di mandargli in vacca tutta
l'astuta strategia per far entrare il Comune nel Cda del Circolo dei Lettori. Pasqua è finita, ricomincia la Passione.
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