Natale breve breve e lavoro tanto per Rolando Picchioni: il presidente della Fondazione per il Libro deve fare presto e bene per mettere in sicurezza la prossima edizione del Salone, l'ultima della sua era. Sapete com'è andata: naufragato il tentativo della Fondazione di gestire in proprio il "ramo d'azienda" del Salone (in particolare l'affitto degli spazi per gli stand), ora l'obiettivo immediato è restituire l'incombenza a Gl Events, l'azienda francese proprietaria di Lingotto Fiere, prorogando la convenzione.
Resta da chiarire la questione delle royalties che i francesi pagano alla Fondazione presieduta da Picchioni per gestire il "ramo d'impresa" e ovviamente intascarne i guadagni. Gl Events aveva messo sul piatto un aumento della cifra da versare al Salone: ma si era all'inizio delle trattative, quando Picchioni minacciava di andarsene dal Lingotto al fine di spuntare migliori condizioni economiche e rinvigorire così le casse di Librolandia. La stessa motivazione lo ha poi spinto a tentare l'esperimento della gestione diretta, non riuscito per motivi che vi racconterò la prossima volta. Diciamo che ha incontrato numerose avversità, e avversioni.
Ora i francesi potrebbero infierire, riprendendosi il business senza concedere neppure un aumentino della mancia. Tanto, a questo punto e a cinque mesi dalla manifestazione, Rolly e soci o mangiano la minestra, o saltano dalla finestra. L'accordo non è ancora firmato. Picchio si batterà come un leoncello per strappare le condizioni migliori, compatibilmente con la situazione. Situazione che comunque non si ripeterà in futuro: a gennaio la Fondazione pubblicherà infatti il bando per l'affidamento della gestione del ramo d'impresa. Il business di Librolandia andrà quindi, immagino già nel 2016, al miglior offerente: a quello cioé che garantirà la gestione più efficace (affittare gli stand non è più facile come una volta, vista la crisi che flagella anche l'editoria) e le royalties più ricche. Tenuto conto che dovrà comunque pagare l'affitto dei padiglioni alla Gl Events. A meno che non sia la Gl Events stessa ad aggiudicarsi l'appalto.
Resta da chiarire la questione delle royalties che i francesi pagano alla Fondazione presieduta da Picchioni per gestire il "ramo d'impresa" e ovviamente intascarne i guadagni. Gl Events aveva messo sul piatto un aumento della cifra da versare al Salone: ma si era all'inizio delle trattative, quando Picchioni minacciava di andarsene dal Lingotto al fine di spuntare migliori condizioni economiche e rinvigorire così le casse di Librolandia. La stessa motivazione lo ha poi spinto a tentare l'esperimento della gestione diretta, non riuscito per motivi che vi racconterò la prossima volta. Diciamo che ha incontrato numerose avversità, e avversioni.
Ora i francesi potrebbero infierire, riprendendosi il business senza concedere neppure un aumentino della mancia. Tanto, a questo punto e a cinque mesi dalla manifestazione, Rolly e soci o mangiano la minestra, o saltano dalla finestra. L'accordo non è ancora firmato. Picchio si batterà come un leoncello per strappare le condizioni migliori, compatibilmente con la situazione. Situazione che comunque non si ripeterà in futuro: a gennaio la Fondazione pubblicherà infatti il bando per l'affidamento della gestione del ramo d'impresa. Il business di Librolandia andrà quindi, immagino già nel 2016, al miglior offerente: a quello cioé che garantirà la gestione più efficace (affittare gli stand non è più facile come una volta, vista la crisi che flagella anche l'editoria) e le royalties più ricche. Tenuto conto che dovrà comunque pagare l'affitto dei padiglioni alla Gl Events. A meno che non sia la Gl Events stessa ad aggiudicarsi l'appalto.
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