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SALONE: DRAMMA E FARSA DI UN DECLINO

Milella e Cogoli: hanno litigato una sola estate
La notizia è tutta qui: Giulia Cogoli rinuncia alla direzione del Salone del Libro, Chiamparino e Fassino richiamano Ernesto Ferrero perché salvi l'edizione del 2016, nell'attesa che la Fondazione chiarisca la situazione economica (il bilancio di previsione del 2015 segna un passivo di 900 mila euro) e trovi un nuovo direttore. Ferrero sabaudamente accetta: "All'appello della patria non posso che rispondere sì". E intanto la presidente (e pensionata) Giovanna Milella resta impavida al suo posto.

Lo spettacolo per il circo mediatico

L'epilogo del dramma satiresco si è consumato oggi alle 19, al termine di una pesantissima Assemblea dei Soci in seduta congiunta con il CdA del Salone: il circo mediatico che staziona da mo' davanti al civico 15 di via Santa Teresa viene convocato al secondo piano da un Chiamparino affacciatosi alla finestra come una bella tosa innamorata. Saliamo e ci troviamo di fronte al Chiampa, a Fassino, alla Parigi e a Braccialarghe, schierati dietro a un tavolo. L'unico, suppongo, che non sia stato rovesciato.
Un tavolo depresso: Parigi, Chiampa, Filura e Braccia
Chiampa è disinvolto, benché serio. Parigi sembra trattenere a stento le lacrime. Fassino cupo come sempre, Braccialarghe non alza il capoccione.
Nessuna traccia del CdA.
E brilla per la sua assenza la presidente Milella. Vengo a sapere per vie traverse che è barricata in ufficio. Non vuole incontrare i giornalisti. Un po' la capisco. Neanch'io lo vorrei, in linea generale: ma ci sono circostanze in cui converrebbe fare uno sforzo: così, tanto per salvare le apparenze.
Ad ogni modo, con voce solenne e scandendo bene le parole, Chiamparino annuncia, nell'ordine, che:
1)  Il Salone vive, l'edizione 2016 nonostante le criticità economiche si farà.
I nuovi soci del Salone racimolano il capitale d'ingresso
2) Le criticità economiche sono i quasi 500 mila euro di deficit del 2014, che Comune e Regione copriranno cacciando 300 mila euro a testa; e i 900 mila euro di rosso previsti per il 2015, che non è ben chiaro chi e come coprirà. Preciso che non si è fatto cenno a una gestione diretta della parte commerciale del Salone.
3) Per trovare qualcuno disposto a cacciare denaro fresco, Chiampa e Fassino inizieranno subito una "esplorazione per cercare nuovi soci, pubblici o privati, anche fuori Torino". In bocca al lupo, dottor Livingstone.
4) Intanto, si chiederà a un "soggetto terzo e indipendente una due diligence": in altre parole pagheranno un ragioniere che ha fatto le scuole alte perché gli spieghi come s'è accumulato quel deficit. Io un suggerimento glielo offro gratis: se gli enti pubblici versassero subito i contributi che promettono, il Salone non dovrebbe chiedere alle banche di anticipargli i contanti, pagando interessi da brivido.
Un'istantanea di Ferrero mentre si prepara a tornare
5) Dulcis in  fundo, per l'appunto il notizione: Giulia Cogoli ha detto no, rinuncia alla direzione, e torna il bandolero stanco (ma impavido) Ernesto "Ernie" Ferrero.

L'opzione Verri? Troppo rischio, esageruma nen...

In verità, nelle ultime concitate consultazioni era circolata qualche proposta alternativa al vecchio Ernie. Antonella Parigi, ad esempio, puntava su Paolo Verri, il torinese che ha fatto di Matera la capitale europea della cultura 2019. Ma alla fine nei cuori di Chiampa e Filura ha prevalso come al solito la paura di sbagliare (come se non avesso già sbagliato abbastanza) e dunque si è optato per l'usato sicuro.
Quindi Ernesto Ferrero è richiamato in servizio nell'attesa che il Salone trovi una quadra e si doti di una governance e di un progetto definitivi.
Ma torniamo in diretta dalla sede del Salone del Libro. La conferenza stampa è finita. Andiamo a casa che s'è fatta una certa e c'è la pasta sul fuoco. Esco abbassando gli occhi per non incontrare lo sguardo dei dipendenti del Salone affacciati alle porte degli uffici come condannati a morte in attesa di conoscere il giorno dell'esecuzione.

La lettera della Cogoli. Lavorare con Milella? Anche no, grazie

E adesso comincia il lavoro di Gabo. Partiamo dalla lettera di commiato della Cogoli, distribuita ai giornalisti in latitanza dell'autrice. Oltre le solite smancerie (costretta a malincuore, ringrazio per la fiducia, sarei stata molto felice, e tutta quella merce lì), ci sono due o tre passaggi che spalancano un mondo.
Primo passaggio: "la decisione di ritirare la mia disponibilità ad assumere il ruolo di direttore editoriale... con l'attuale presidente". Traduzione: l'avrei fatto di corsa, ma non con questa qui. Con questa qui, non passerei neppure un weekend a Ladispoli.
Secondo passaggio: "non ho trovato le condizioni per potere lavorare". Traduzione: mi ha messo i bastoni tra le ruote dal primo minuto.
Terzo passaggio: "in altre condizioni sarei stata molto felice". Traduzione: in trincea tutti i giorni? Anche no, grazie.
Quarto passaggio, quello definitivo: "desidero specificare che la decisione assunta è totalmente estranea alla questione del mio trattamento economico, dal momento che la Fondazione fin dal 30 giugno mi aveva inviato una proposta contrattuale... da me accettata". Traduzione: se a voi giornalisti vi dicono che ho fatto i capricci per i soldi, vi stanno raccontando una balla.

Donne ben oltre l'orlo di una crisi di nervi

Ma cosa è successo fra queste due donne? Beh, a quanto apprendo le due madame fin da subito, non appena è stata annunciata la nuova governance del Salone, si sono prese di punta, litigando a sangue per spartirsi le competenze. Da allora, mai una gioia. Mi dicono che Giovanna Milella non abbia quel che si definisce un buon carattere. La Cogoli, immagino, ci avrà messo del suo. Fatto sta che in via Santa Teresa sono sorte le barricate. E qui entra in scena un altro protagonista del dramma satiresco, quel Marco Polillo, presidente dell'Aie, l'Associazione italiana editori, nonché consigliere d'amministrazione del Salone. Polillo (che neanche troppo sotto sotto un pensierino alla direzione, o magari alla presidenza, se l'era sempre fatto) ha immediatamente parteggiato per la Cogoli. E anche oggi, durante il fatidico e imbarazzato CdA che è sfociato nelle decisioni di cui sopra, alla Milella gliene ha tirate un paio niente male, del tipo "era meglio che al tuo posto (di Milella) ci andasse Giulia (Cogoli): lei è una manager, mentre tu sei solo una giornalista". Apriti cielo.

La Cogoli si tira indietro. La Milella rimbalza il Chiampa

L'abbacchiata Antonella Parigi
Insomma, niente da fare. A lasciarle insieme, quelle due, c'era rischio che oltre al Salone si sfasciassero pure la faccia. In questi casi conviene mettere alla porta entrambi i duellanti, e ricominciare daccapo. Ma Chiampa e Fassino non se la sono sentita di smontare completamente il giocattolo (infernale) che essi stessi hanno assemblato appena cinque mesi fa. E così è toccato alla Cogoli prendere su e tornare a casa. Dieci giorni fa ha deciso: grazie e addio. Uno smacco niente male per la Regione, che l'aveva indicata per la direzione. Ancor più smacco per Antonella Parigi: lei ha voluto fortemente la Cogoli, la considera una grande professionista e adesso patisce doppio perché ritiene che il Salone si sia bruciato una risorsa essenziale.
Il Chiampa, sia detto a suo onore, un tentativo piccino picciò l'ha fatto, per pareggiare la partita. Durante il famigerato CdA odierno, a un certo punto se ne esce con una di quelle sue frasi sibilline ma non troppo: "Beh, io non sono un sostenitore del simul stabunt simul cadunt, (sic) però, insomma...". Insomma, tu Milella cerca di capire e fai il bel gesto di ritirarti anche tu.
La Milella ha continuato a scrutare con interesse il foglio che teneva in mano, e l'ha rimbalzato. Salda al suo posto come la rocca di Gibilterra. E ben soddisfatta dell'arrivo di Ferrero, che le caverà le castagne dal fuoco senza farle troppo ombra, trattandosi di uomo discreto.

Progetti d'allegria

Fine del dramma satiresco. Sono le 20,30, giornalisti e staff del Salone se ne sono andati, e finalmente Milella esce dal fortilizio, zainetto in spalla. Chiama Ernesto Ferrero, tutta giuliva, rallegrandosi di averlo al suo fianco nella nobile impresa. La sua gioia è grande, riempie la via. Lavorerenno insieme bene, lei ed Ernesto. Anzi, benissimo. Non  chiedeva altro. Non poteva finire meglio.
Certo, riflette tra sé e sé la presidente, non c'è paradiso senza rottura di coglioni. Quel fastidioso Marco Polillo, ad esempio. Ma poco male, si consola in cuor suo Milella. Polillo lascia la carica di presidente degli editori, quindi non sarà un problema farlo fuori dal CdA del Salone..
E pazienza se per un po' dovrà sorbirsi i bronci della Parigi, e l'occhiuta vigilanza della Regione che certo non le stenderà i tappetini rossi. Poi gli passa. E intanto possono succedere tante cose. La vita è una meravigliosa avventura.

Bonus track: la dichiarazione ufficiale di Chiampa e Filura



Ed eccovi il comunicato diffuso or ora dall'ufficio stampa del Salone
«Il Salone del Libro di Torino, con i livelli di eccellenza che ha raggiunto a livello nazionale e internazionale, resterà tale. E noi faremo ogni sforzo per migliorarlo». Così ha esordito il presidente dell’Alto Comitato della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, Sergio Chiamparino, al termine della riunione dell’Assemblea dei Soci tenutasi in seduta congiunta con il Consiglio d’Amministrazione nel pomeriggio di venerdì 11 settembre 2015.

«Garantiamo in modo assoluto che l’edizione 2016 del Salone sarà realizzata appieno, attraverso un bando che verrà emanato nelle prossime settimane dal Cda e che conterrà indicazioni e proposte editoriali precise», ha spiegato Chiamparino. «Quanto alla situazione finanziaria della Fondazione e alle forti criticità presentate dal bilancio preventivo 2015, il Cda si impegna ad avviare una due diligence affidata, attraverso una call pubblica, a una società indipendente e terza, che avrà il compito di analizzare e offrire un quadro preciso della solidità delle basi su cui ripartire».

Questo soprattutto in previsione della necessità di individuare nuovi possibili soci: «Ci impegniamo ad avviare un’esplorazione per allargare la base associativa ad altri soggetti privati, pubblici o del privato sociale, guardando in modo prioritario all’area torinese e piemontese, ma senza escludere anche partner nazionali o internazionali». Confermata la piena fiducia nella presidente Giovanna Milella e nel Consiglio d’Amministrazione, sebbene la due diligence imponga all’attuale assetto di governance il termine cronologico del Salone 2016.

«Prendiamo atto con rammarico della rinuncia di Giulia Cogoli ad assumere il ruolo di Direttore editoriale del Salone », ha poi comunicato Chiamparino. Giulia Cogoli, già designata lo scorso maggio al ruolo di direttore editoriale, ha infatti rinunciato all’incarico comunicando ai Soci - attraverso una dichiarazione scritta - «la decisione di ritirare la mia disponibilità ad assumere il ruolo di Direttore editoriale del Salone del Libro con l’attuale Presidente», e ribadendo che «la decisione assunta è totalmente estranea alla questione del mio trattamento economico». Chiamparino ha sondato e ricevuto la disponibilità di Ernesto Ferrero a riprendere il ruolo di direttore editoriale per l’edizione 2016.

Una continuità che è «apparsa subito naturale» nel giudizio del co-presidente Piero Fassino, per il quale «ne usciamo con un quadro di certezze: quelle di cui gli editori, i partner e gli sponsor del Salone hanno bisogno. L’edizione 2016 sarà assolutamente al livello qualitativo delle precedenti. Regione e Comune continueranno a far fronte ai loro impegni di soci, e la due diligence fornirà un quadro organico dell’assetto finanziario e del valore della Fondazione nelle sue diverse componenti». È necessario comunque uno sforzo finanziario notevole per aprire alla ricerca di nuovi partner e allargare la base societaria del Salone, cristallizzata da troppo tempo ai due soli soci pubblici, per arrivare a un’edizione 2017 ancora più stabile. «Ma anche tutti i progetti della Fondazione al di là del Salone sono riconfermati: da Portici di Carta al Salone Off all’Off 365».

Alla riunione erano presenti anche gli assessori alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi e della Città di Torino Maurizio Braccialarghe.


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