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SALONE: ET VOILA', CE L'ABBIAM NEL FRACCO

E così ce l'hanno messa nel fracco. Mentre i torinesi, gaggi, discutono dei massimi sistemi e preparano le valigie per la trasferta a Roma alla ricerca di una ridicola "mediazione ministeriale", i bauscia agiscono. Le signore torinesi della cultura, in pieno spirito bogianen, oggi hanno ribadito la ferma intenzione di non spostare la data del nostro Salone: a maggio è sempre stato, a maggio sempre sarà. Servite: a stretto giro di posta i manovrieri meneghini annunciano che loro, il Salone nuovo, se lo fanno dal 19 al 23 aprile. Alla faccia dell'incontro fissato per il 12 settembre alla corte del superfluo Franceschini, della cui "mediazione", evidentemente, i mangiatori d'ossibuchi si fanno ampi baffi a tortiglione. 
Ho voglia di vederli, lunedì, i nostri zuavi in gita sociale nella Capitale: che ci vanno a fare? Passeranno a vedere il Papa, butteranno una monetina nella fontana di Trevi, e poi un salto da Francis a sentirsi dire ciò che adesso è chiaro anche a una lumaca con problemi cognitivi: Mondazzoli e l'Aie tutta se ne sbattono dei ministri, dell'etichetta istituzionale e dei fulmini a mezzo Facebook, e si fanno ampie messi di cazzi propri. E Torino? Suca. Un mese dopo il Salone milanese, di quello di Torino si accorgeranno, ben che vada, a Mirafiori Sud.
Eccovi il comunicato dell'Aie&FieraMilano:
"Associazione Italiana Editori (AIE) e Fiera Milano hanno deciso che la prima edizione della manifestazione milanese, primo tassello del Progetto di Promozione del Libro, si svolgerà dal 19 al 23 aprile 2017. Il periodo cade nella settimana che culmina nella Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’autore, il 23 aprile, su cui verrà impostata una parte importante del lavoro, coinvolgendo librai, bibliotecari e l’intero mondo del libro, favorendo la partecipazione delle scuole e creando un polo attrattivo per tutto il Paese. Queste date tengono anche conto dell’interesse generale (seeee, combinazione l'interesse generale, a Milano, è sempre l'interesse di Milano, NdG), di quello delle Istituzioni locali e nazionali (capito? Prendono pure per il culo... NdG) e soprattutto di quello della comunità del libro (ma va là... NdG)". 
Comunque, chapeau. E fessi noi.

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