Eh sì, c'è un po' di gente... L'ingresso al Massimo per la serata inaugurale |
L'ho detto mille volte, CinemAmbiente è un festival indispensabile, e io non lo definirei neppure un festival cinematografico, perché a CinemAmbiente i film non sono il fine, bensì un mezzo. Un mezzo per capire. E in vent'anni CinemAmbiente ha costruito una comunità che non è soltanto una comunità cinefila; è una comunità che vuole capire, e se possibile scongiurare, o rallentare, il disastro che ci aspetta.
L'assessore: "Capizzi sarà confermato"
Alla luce dei risultati, mi domando per quale motivo si dovrebbe "valutare" se rinnovare o meno il contratto al direttore di CinemAmbiente Gaetano Capizzi, visto che il festival è un gioiello e il pubblico è soddisfatto e aumenta ancora. Eppure l'altro giorno la questione della conferma di Capizzi è stata posta da uno dei consiglieri del Museo del Cinema: Gaetano Renda, che rappresenta il Comune, ha detto che le qualità di Capizzi non si discutono, per carità, ma il Museo del Cinema dovrà comunque decidere, e dopo tanti anni un ricambio può essere "utile e fisiologico", e insomma, quel tipo di discorsi che dicono e non dicono, ma fanno pensare male. Specie se uno si ricorda di com'è andata con il Tglff/Lovers.Ambient Trio: da sinistra Unia, Capizzi e Pecoraro Scanio |
Unia trasecola: "Chi vuole far fuori Capizzi? Chi l'ha detto?".
"Lo chieda al suo rappresentante al Museo del Cinema", replico io premuroso.
Capizzi smorza: "Ma no, non lo ha mica detto...".
"Non ha detto 'faremo fuori Capizzi' - convengo io. - Ha detto che il contratto è scaduto, e la conferma non è scontata".
"Se il contratto è scaduto, basta rinnovarlo" osserva il pratico Unia.
"Certo, se c'è la volontà non esiste il problema - assentisco. - Quindi lei mi sta dicendo che non pensate di sostituire Capizzi?".
"Certo che no - conferma Unia. - Io vorrei anzi trovare qualche soldo per nuove iniziative con CinemAmbiente".
"Ciò sarebbe bellissimo - riconosco. - Ma lei mi sta dicendo che Capizzi sarà confermato alla direzione di CinemAmbiente? E me lo dice ufficialmente, come assessore all'Ambiente?".
Unia mi guarda serio. "Sì", risponde con fermezza.
Posso quindi annunciare con tutti i crismi dell'ufficialità che Gaetano Capizzi verrà confermato alla direzione di CinemAmbiente. Parola dell'assessore Alberto Unia, che ringrazio per l'amabile disponibilità.
Mi resta da capire a che titolo parlasse Renda l'altro ieri. A nome suo? Può essere, lui è un tipo indipendente. O dal Comune arrivano segnali contraddittori? Non mi stupirebbe: CinemAmbiente interessa almeno due assessorati, Ambiente e Cultura, e si sa, alle volte nel via vai di assessori, in carica e supplenti, si può creare qualche piccolo ingorgo. Ma direi che con la dichiarazione di Unia la questione è chiusa. E lo stesso Renda, parlando all'inaugurazione del festival in rappresentanza del Museo del Cinema, ha avuto per Capizzi soltanto parole di stima.
Gradimento di Toffetti: instant-poll con i consiglieri
Pago del risultato conseguito raggiungo il Massimo e lì, per un'altra fortunata circostanza, incrocio un trio di consiglieri del Museo del Cinema: Gaetano Renda, che già conoscete, Annapaola Venezia, che rappresenta la Fondazione Crt, e Giorgia Valle, rappresentante della Compagnia di San Paolo. La troika forte che si è vittoriosamente scontrata con l'ex presidente Laura Milani.Da poche ore Sergio Toffetti è il nuovo presidente (in pectore) del Museo: vuoi che non approfitti del fortunato incontro per sentire se è di loro gradimento? Ne approfitto, e li interpello: "Questo vi piace?". (Sì, lo so, a volte sono diretto fino alla maleducazione: ma almeno si va subito al dunque).
Non si esibiscono in sfrenati balli di gioia: esprimono una pur controllata soddisfazione. "L'esperienza e la competenza di Toffetti non si discutono - assentisce Renda. - Ci conosciamo da sempre, abbiamo un buon rapporto. In gioventù siamo anche stati soci in un cineclub". Direi che è un sì.
Anche la Venezia dice sì, sulla fiducia: "Io Toffetti non lo conoscevo, ma il suo curriculum mi sembra indiscutibile". Io, che non so stare al mondo, mi lascio sfuggire un "Ma chiunque si occupi di cinema conosce Toffetti!". Non vorrei averla offesa. Mi dicono che è donna di carattere.
La Valle sorride e assentisce. Lo considero un sì.
Al Museo del Cinema è tornata l'armonia.
Spero.
Il programma di venerdì 1
Il
pomeriggio di venerd1 al Festival si apre con il Concorso Cortometraggi, che
propone la sottosezione tematica Il mondo deve sapere (ore 16,
Cinema Massimo 3): brevi film di denuncia, che fanno il punto su casi
di emergenze ambientali più o meno noti. Tra i titoli in cartellone:
Illegal Activists - The Battle for
Norway's Fjords,
di Julia Dahr e Julie
Lunde Lillesæter, reportage sulla
clamorosa azione di disobbedienza civile con cui un gruppo di giovani
attivisti in Norvegia ha deciso di infrangere la legge per impedire a
una società mineraria di scaricare rifiuti in un fiordo, e
Turtle on a Fence Post,
di Gabriel Diamond, in cui Al
Gore ci porta dietro le quinte del negazionismo climatico. Seguirà
Naturalia (ore 16.45, Cinema Massimo 3), la
sottosezione di film brevi che porta sullo schermo la bellezza
e la poesia del nostro Pianeta, dei suoi paesaggi e abitanti, spesso
minacciata dalla rapacità dell’uomo, come in Patagónia
- The Tip of the World
di Paulo Ferreira, oppure
vista da una prospettiva stupefacente, come in A
Year Along the Geostationary Orbit di
Felix Dierich, che mostra la Terra attraverso le riprese effettuate
dal satellite meteorologico più avanzato del Giappone, distante da
noi 35786 chilometri.
Sempre
nel pomeriggio sarà presentato Empatía
(ore
17.30, Cinema Massimo 3), mediometraggio in gara nel Concorso
One Hour. Il
film vede protagonista lo stesso regista, lo spagnolo
Ed Antoja, che, invitato a realizzare un documentario per promuovere
comportamenti rispettosi dei diritti degli animali, durante la
preparazione del film, si rende conto con sorpresa di essere il primo
a dover essere sensibilizzato: una scoperta che lo porterà a
cambiare alimentazione, modo di vestire, stile di vita. La
proiezione sarà seguita da un incontro
con Adonella
Marena e
Enrico Moriconi,
attivisti per i diritti degli animali.
Nel
tardo pomeriggio, la sezione Panorama, dedicata ai titoli fuori
concorso, propone Sarimihetsika
(ore 18, Centro Studi
Sereno Regis), di Enrico Iannaccone. Il film rende omaggio alla
meravigliosa terra del Madagascar con un susseguirsi di immagini
della sua natura placida e maestosa, spettatrice impassibili di vite
umane difficili. La proiezione sarà seguita dall’incontro
con il regista e
lo zoologo Franco Andreone
e dal concerto di Olga del
Madagascar, accompagnata dai
musicisti Tatè Nsongan
e Badara Dieng.
Sempre
nel tardo pomeriggio, il cartellone presenta due mediometraggi in
concorso nella sezione One Hour. Filma un’impresa quasi impossibile
lo statunitense Ben Knight, regista di The
Last Honey Hunter (ore
18.15, Cinema Massimo 1),
ambientato
in un remoto angolo del Nepal, dove, presso la comunità dei Kulung,
sopravvive un’antica forma di animismo che prevede un pericoloso
rito della raccolta di un miele dai poteri allucinogeni. Mauli Dhan
Rai è il prescelto che da più di 40 anni, senza nessuna misura di
sicurezza, si arrampica su esili scalette di corda lungo pareti di
roccia a strapiombo, fino a un’altezza vertiginosa, per raggiungere
il prezioso nettare. Zhalanash
– Empty Shore (ore
18.15, Cinema Massimo 1), del polacco Marcin Sauter, è un viaggio
verso il Mar d’Aral, vittima di uno dei maggiori disastri provocati
dall’uomo, una volta annoverato tra i quattro maggiori laghi salati
al mondo e oggi quasi scomparso, con conseguenze sociali e ambientali
tuttora persistenti e drammatiche. Ne è ulteriore testimonianza la
notizia, di pochi giorni fa, della tempesta di vento che ha sollevato
dal bacino ormai desertico del Lago sale misto a residui di
fertilizzanti e pesticidi, ricoprendo la regione di polvere bianca,
danneggiando le coltivazioni e causando gravi problemi respiratori
alle popolazioni locali.
In
orario preserale, per il Concorso Documentari Italiani viene proposto
il film Una
certa idea di parco (ore
19, Cinema Massimo 3),
di
Giulio
Ciarambino,
di cui è protagonista la Cascina Campazzo, ancora in attività
alla
periferia di Milano, a soli otto chilometri da Piazza del Duomo,
benché ormai
assediata
dai palazzoni della cintura. La proiezione sarà seguita
dall’incontro
con l’autore.
Molti
i titoli di spicco del Festival in cartellone in serata. Presentato
nel Concorso Internazionale
Documentari,
The Last
Animals (ore 20,
Cinema Massimo 1) è il primo lungometraggio della fotografa di
guerra statunitense Kate Brooks, che ha deciso di puntare il suo
obiettivo contro il bracconaggio e il commercio illegale di avorio,
lungo una linea che dall’Africa arriva agli Stati Uniti. La
proiezione sarà seguita da un incontro
con la regista, con Isabella
Pratesi, direttrice del
programma di conservazione del WWF, e con lo zoologo Spartaco
Gippoliti. In competizione
nella sezione One Hour, L’Empire
de l’or rouge (ore
20.30, Cinema Massimo 3), dei
francesi Xavier Deleu e Jean-Baptiste Malet,
è un’inchiesta che
ripercorre la storia del pomodoro e della sua industrializzazione,
modello produttivo capace già alla fine dell’800 di anticipare
l’idea di un’economia globalizzata. Il film è tratto dal libro
dello stesso Malet che ha fatto molto discutere in Francia, uscito in
Italia per i tipi di Piemme con il titolo Rosso
marcio: una sconvolgente inchiesta internazionale sul pomodoro che
finisce nel tuo piatto. La
proiezione sarà seguita da un incontro
con il regista Jean-Baptiste
Malet e
il giornalista Massimiliano
Borgia.
In
seconda serata, si torna alla
sezione competitiva riservata ai documentari
italiani con Voci dal
silenzio (ore 22, Cinema
Massimo 3), di Joshua Wahlen
e Alessandro Seidita,
un viaggio dal Nord al Sud Italia negli eremi di chi ha scelto di
vivere in solitudine: storie di uomini e donne che cercano di
recuperare il senso profondo di sé e della vita attraverso un
percorso intimo e lontano dal mondo. La proiezione sarà seguita da
un incontro con i registi
e con il teologo Oreste Aime.
Ancora
in seconda serata, il Festival
presenta Ground War (ore
22.30, Cinema Massimo 1), girato dal canadese Andrew
Nisker che, dopo la morte per
cancro del padre, appassionato giocatore di golf, indaga sui letali
pesticidi usati per ottenere i perfetti tappeti erbosi riservati alla
pratica dello sport, all’apparenza, più green.
La proiezione sarà seguita da un incontro
con l’autore e con
l’agronomo e consulente tecnico
della Federazione Italiana Golf
Massimo Mocioni.
Da
segnalare, infine, l’avvio del progetto 3R+una:
Ridurre, Riciclare, Riutilizzare + Ritrarre, ideato
e realizzato per CinemAmbiente da Claudio Cravero e Gianpiero
Trivisano di HANGAR studio di
Torino. Fino al 5 giugno, al
primo piano del Cinema Massimo sarà allestita una postazione
fotografica in cui gli spettatori del Festival potranno farsi
ritrarre in qualità di eco-testimonial, con un foglio in mano su cui
avranno scritto un proprio personale messaggio sul tema
dell’ambiente.
Tutte
le proiezioni e gli eventi del Festival sono a
ingresso gratuito.
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