Passa ai contenuti principali

QUATTRO GIORNI IN TRE ANNI: LA MIRACOLOSA CURA DIMAGRANTE DI MITO

Come sui banchi di scuola. Un'Appe pensosa
Un triste giorno, al Cavour, la terribile professoressa di greco mi interrogò a sorpresa. Ovviamente non avevo studiato, altrettanto ovviamente mi beccai il mio meritatissimo 3, e me ne tornai al posto convinto che per almeno un mesetto la Terribile m'avrebbe lasciato tranquillo. L'indomani la Terribile mi interrogò di nuovo: altro 3, altro sereno rientro al banco, m'ha fatto la doppietta e adesso non ci penso più. Terzo giorno, terza interrogazione, terzo 3 in greco. Capii l'antifona. Quel pomeriggio stesso mi gettai in uno studio matto e disperatissimo. La Terribile mi interrogò per sei giorni di seguito. Al sesto giorno raggiunsi la sufficienza. E quell'anno mi salvai.

Come farsi beccare sempre impreparati

Mi torna alla memoria quel dolce ricordo di scuola mentre, alla conferenza stampa di MiTo, vedo la povera Chiarabella annaspare e la fida Larotella, seduta in prima fila, disperatemente suggerire. Diamine. non volevo gettarle nel panico, povere ragazze: io ho soltanto domandato a quanto ammonta il budget totale di MiTo quest'anno; a quanto il budget di Torino e a quanto quello di Milano; e quali cifre hanno stanziato rispettivamente i Comuni di Torino e di Milano.
Santiddio, sono domande facili; e si sa che le pongo, regolarmente, a ogni conferenza stampa. Vado lì, chiedo quanto costa e chi paga, e poi me ne sto buono buono ad ascoltare riflessioni, deliri e domande farlocche con risposte adeguate. E che ci vuole a prepararsi? Tu, assessore o sindaco, vai alla conferenza stampa; sai che c'è quello stronzo del Gabo che ti chiede i conti; tu ti prendi l'appunto, rispondi, fai bella figura e chiusa lì. Anzi, potresti far eche dirlo tu, spontaneamente: così gli togli il gusto, allo stronzo.
Invece no. Ogni volta si fanno beccare impreparati. E stavolta fanno pure la figura degli ultimi della classe con quelli di Milano: l'assessore meneghino Del Corno ha le risposte pronte. La nostra Appe deve farsele suggerire dalla fida Larotella. Dev'essere per questo che Chiarabella in fondo mi sta simpatica: è discola come me. Però io dopo un po' ho capito come funzionava con la Terribile, e mi sono attrezzato.

Soldi sempre pochini, ma speriamo nel Fus

Ad ogni modo: i budget di MiTo quest'anno è di 4 milioni, di cui 1,9 milioni spesi a Torino e 2,1 a Milano: "per via dei costi più alti di Milano - si affretta a precisare il primo della classe Del Corno - sa, gli alberghi, i ristoranti...". So, so. 
Il Comune di Torino per la nostra parte di Festival mette un milione. Il Comune di Milano per la sua tranche stanzierà un milione e mezzo al massimo, con la riserva di ridurre il contributo a 1,2 milioni nel caso che arrivi un finanziamento dal Fus. Quest'anno infatti MiTo ha chiesto di accedere ai fondi del Fus come festival. L'idea l'hanno avuta quelli di Milano, ma gentilmente hanno spiegato anche ai torinesi come si fa. 
Ad ogni modo: il resto dei soldi (900 mila per Torino, 600 mila per Milano) arrivano dalla biglietteria, e dagli sponsor. MiTo ha un main sponsor, Intesa San Paolo con la Compagnia - e stavo in pensiero se non c'erano Intesa San Paolo e la Compagnia - e due normal sponsor, Pirelli e Fiera Milano. Diciamo che come sponsor Milano batte Torino tanti a pochi, ma gli sponsor milanesi sono molto carini e finanziano anche i concerti a Torino.

MiTo si restringe: perde quattro giorni in tre anni

Anche nel 2017 il Comune s'era impegnato per un milione, ma a quanto dichiarato dagli organizzatori lo scorso settembre davanti alla Commissione cultura lo stanziamento effettivo fu di 750 mila euro. Nella stessa occasione venne detto che MiTo 2017 era costato circa 2,2 milioni. Insomma, il valsente è sempre meno: e di conseguenza anche MiTo si restringe. Nessuno ci ha fatto caso? Dal 2016 al 2018 s'è ridotto di quattro giorni: l'edizione 2016 durò 21 giorni, dal 2 al 22 settembre, con 160 concerti fra Torino e Milano e 99.600 spettatori dichiarati (e pensate che nel 2014 gli spettatori erano 115 mila...); quella del 2017 scese a 19 giorni, dal 2 al 20 settembre, con 140 concerti e 82 mila spettatori dichiarati; quest'anno i giorni saranno 17, dal 3 al 19 settembre, con 125 concerti. Di questo passo, finirà che se la cavano con un weekend di due serate in famiglia.

Mi è apparso il sovrintendente

William Graziosi
E insomma, la conferenza stampa di MiTo non sto a raccontarvela: solite chiacchiere. Per me, il momento alto è stato quando mi hanno presentato il nuovo sovrintendente del Regio, il mitico William Graziosi. Ammetto che mi ha colpito: capello nerissimo, davvero una rarità per un cinquantaseienne; giacca a rigadin; e clamorosa sciarpa rosacea. Un vero dandy. Mi darà grandi soddisfazioni.
Per tutto il resto, vi ricopio il fluviale comunicato. Bon appétit.

Un comunicato da MiTo

È dedicata alla danza l'edizione 2018 del Festival MiTo SettembreMusica, che per il dodicesimo anno unisce Milano e Torino nel segno della grande musica. Danza che da sempre feconda l'arte dei suoni, anche quella dove il movimento non si vede, perché nascosto tra le pieghe più intime del pensiero musicale. 
Ecco quindi che la rassegna – in programma dal 3 al 19 settembre – diventa un'occasione per svelare le diverse espressioni della relazione tra le due arti, dalle danze rinascimentali e barocche alle loro reinvenzioni da parte dei compositori di oggi, dalle manifestazioni più concrete di tipologie di danze note a tutti – come il tango o il valzer – alle sublimazioni dell'arte coreutica in forma puramente concertistica. Senza tralasciare uno spettacolo di danza vero e proprio, con musica e coreografia commissionate ad hoc.
Ancora una volta dunque, con la presidenza di Anna Gastel e la Direzione artistica di Nicola Campogrande, le due principali città dell'Italia settentrionale confermano il desiderio di sviluppare la cultura musicale, facendone davvero un bene comune.
«MiTo settembreMusica si rinnova annualmente – dichiarano i sindaci di Milano e Torino Giuseppe Sala e Chiara Appendino – nel segno del dialogo tra due metropoli italiane che, proprio nella musica, hanno reinventato il rapporto tra città, pubblico e territori. Di volta in volta le tematiche di fondo di MiTo hanno portato la musica in ogni angolo di Milano e Torino mostrando come questa forma d’arte e civiltà possa indicare nuove soluzioni di convivenza, di fruizione del territorio, di dialogo. La medesima vocazione civile e culturale torna a concretizzarsi nell’ormai consueto spirito interdisciplinare, associandosi quest’anno alla danza (ma anche al ballo, al ritmo corporeo, al moto armonicamente organizzato dei corpi), per un connubio che, ne siamo certi, “muoverà” decine di migliaia di cittadini e turisti verso le diverse sedi dei tanti appuntamenti in programma. MiTo 2018 sarà quindi una grande e caleidoscopica Suite in cui le forme di danza del passato e del presente torneranno a essere metafora sociale, fonte d’ispirazione, motivo di confronto, di scoperta (tanto dei celebri luoghi di spettacolo quanto di più inconsueti spazi urbani), d’incontro e crescita collettiva intorno ai valori della diversità».
In calendario 125 concerti – 63 a Torino e 62 a Milano – tutti con programmi appositamente ideati e proposti da alcuni dei più importanti musicisti del panorama internazionale, alternati alle forze musicali torinesi e milanesi di maggior prestigio. Particolarmente apprezzate negli anni scorsi, sono confermate le introduzioni all’ascolto – quest'anno affidate a Gaia Varon e Luigi Marzola a Milano, e a Stefano Catucci e Carlo Pavese a Torino – per offrire al pubblico il piacere di una comprensione più profonda delle musiche proposte. I prezzi dei biglietti per i concerti a pagamento sono gli stessi sia a Torino sia a Milano, e rimangono particolarmente contenuti. I concerti pomeridiani sono proposti gratuitamente o a 5 euro; stesso costo per i biglietti degli spettacoli per bambini e per tutti i ragazzi sotto i quattordici anni. I biglietti per i concerti serali vanno da 10 a 30 euro, mentre quelli per i concerti diffusi nel territorio metropolitano costano 3 euro.
«La danza ha da sempre rappresentato una fonte di ispirazione per i compositori – spiega il direttore artistico Nicola Campogrande – perché nelle sue forme, nelle sue strutture, si trova esplicitato in forma fisica ciò che il pensiero musicale disegna nel tempo. Dal medioevo a oggi, non c'è stata epoca che si sia privata del piacere di comporre, eseguire e ascoltare musica in vario modo ispirata alla danza; e il fatto che questa si appoggi volentieri su moduli regolari, ripetuti, è stato uno stimolo formidabile per la creazione musicale, che si trattasse di assecondarli (dal Duecento a Čajkovskij) o di tradirli (come fece Stravinskij). Per questo, i musicisti invitati a MiTo hanno accolto con entusiasmo il mio invito a costruire programmi originali, declinando il tema della danza in modo fantasioso, tra capolavori e chicche da riscoprire».
«Quest’anno sono 16 giorni di musica in ognuna delle due città – osserva la Presidente Anna Gastel – 125 concerti pensati per un pubblico che, pur non rinunciando alla qualità dell’esecuzione, potrà gioire di una vera festa della musica “popolare”, ossia davvero accessibile a tutti. A partire dal prezzo dei biglietti fino alla conoscenza e fruibilità di luoghi “altri” e diversi nei quali si suonerà: non solo conservatori o teatri e non solo zone centrali di Milano o Torino, ma in ogni punto della città. Concerti al pomeriggio, alla sera, ad ore diverse, durante i weekend soprattutto per gli spettacoli dedicati ai bambini».
La serata d’apertura del festival, lunedì 3 settembre al Teatro Regio di Torino e martedì 4 al Teatro alla Scala di Milano, è affidata alla Royal Philharmonic Orchestra guidata dalla direttrice d'orchestra americana Marin Alsop, con la partecipazione di una star del violinismo internazionale come Julia Fischer. Il concerto, intitolato "Balletti Russi", introduce il tema del festival proponendo le pagine di compositori russi di tre generazioni differenti: da Čajkovskij, che ha in mente i suoi balletti quando scrive il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 35, a Stravinskij, che destina alla danza il suo primo capolavoro, L’oiseau de feu, fino a Victoria Borisova-Ollas, che ha orchestrato Träumerei di Schumann sfruttando la tavolozza timbrica del presente. Il brano, presentato in prima esecuzione italiana, rispetta la tradizione di MiTo di offrire una pagina inedita nella serata inaugurale.
Il programma del Festival percorre anche quest’anno un arco temporale molto ampio: dalla musica del Due e Trecento a Bach e Zelenka, da Boccherini a Beethoven e Brahms, fino al Novecento di Gershwin e Bernstein, per arrivare ad oggi, con brani di 140 compositori viventi, tra i quali John Adams, Ola Gjeilo, Ivo Antognini, Javier Busto, Michael Daugherty, Jaakko Mäntijärvi, Steve Reich e Omar Suleyman. Molte poi le prime esecuzioni italiane, come quelle dei brani di Victoria Borisova-Ollas, Osvaldo Golijov, Guillaume Connesson, Diego Collatti, Christian Mason ed Ellington Gomes. All'ampiezza cronologica corrisponde un'altrettanto grande varietà geografica e stilistica: basti pensare agli arrangiamenti in stile folk-barocco di musiche tradizionali irlandesi, svedesi e finlandesi; al flamenco e alle nacchere di una leggenda vivente come Lucero Tena; al tango secondo Piazzolla, Gardel o Stravinskij; al valzer di Johann Strauss, ripensato da Richard Strauss e da Ravel; fino alla musica gitana.
Per declinare in modo ancora più efficace il tema dell’edizione 2018, e ampliando la tradizionale e feconda collaborazione con Torinodanza, MiTo stringe quest'anno per la prima volta un’alleanza artistica e produttiva con il festival MilanOltre. In cartellone si trova così uno spettacolo di danza del tutto nuovo, realizzato grazie alla collaborazione di Aterballetto. Su commissione dei 3 festival nasce quindi Domus Aurea: il compositore Giorgio Colombo Taccani ha realizzato una trascrizione originale di alcune Suites di Bach che verrà eseguita dal vivo dall’ensemble Sentieri selvaggi; e su questa Diego Tortelli ha sviluppato la coreografia. Completa il programma della serata Sarabande di Jiří Kylián, anch'essa su musiche di Bach, questa volta rielaborate elettronicamente.
Ricchissime di spunti e legami con la danza sono anche le pagine di Beethoven e di Stravinskij affidate all’archetto del violinista Ilya Gringolts; fu addirittura definita “l’apoteosi della danza” la Settima Sinfonia di Beethoven interpretata daMyung-whun Chung e dalla Filarmonica della Scala; attinge direttamente al folclore iberico e ai ritmi jazzistici ilConcerto in sol di Ravel proposto dalla pianista cinese Zee Zee, rivelazione della scorsa edizione di MiTo, con l'Orchestra I Pomeriggi Musicali; dal jazz si passa al rock reinventato per quartetto d'archi con il Kronos Quartet; e la danza si fa gesto con la percussionista Evelyn Glennie che disegna con il movimento la musica che non riesce a percepire con le orecchie.

Tra i solisti ospiti di MiTo spicca la presenza di due grandi signore del pianoforte: Martha Argerich, che propone il Concerto di Schumann del quale è interprete di assoluto riferimento, ed Elisso Virsaladze, che con l'Orchestra del Regio di Torino e Vasily Petrenko propone il concerto di Čajkovskij, brano icona del romanticismo e precursore delle tanti capolavori coreutici che hanno reso celebre il suo autore.

MiTo propone anche rare pagine del repertorio sacro come la “Missa Galeazescha” di Loyset Compère, a Milano conOdhecaton, o ancora la ricostruzione di un vero e proprio Vespro di inizio Settecento affidata all’Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi. La “Messa del Granduca” di Tarquinio Merula, diretta da Giovanni Acciai, e laMissa Omnium Sanctorum di Jan Zelenka, proposta nell'edizione critica appena pubblicata, saranno al centro delle due celebrazioni liturgiche cantate proposte a Milano nella Chiesa di San Marco e nella Basilica di Sant'Ambrogio.
Come in passato, la programmazione destinata ai bambini e ai ragazzi continua a proporre, nei fine settimana, occasioni per scoprire modi poco consueti di fare musica e teatro musicale. Si susseguono, quindi, uno spettacolo proveniente dal Lussemburgo ("Drumblebee", con quattro esploratori-percussionisti che tentano di staccare la luna dal cielo); un lavoro commissionato da MiTo ("Un viaggio a piedi nudi"); e a un debutto italiano ("I love you Tosca": l'opera di Puccini riletta per bambini e ragazzi). Tutti scelti con lo scopo di far vivere l’esperienza musicale in modo appassionante e sorprendente, evitando qualunque forma di didascalismo o di didattica sotterranea.

Fra gli appuntamenti più attesi di MiTo, sabato 8 settembre a Milano e domenica 9 settembre a Torino, c’è il Giorno dei cori. Cantare in coro fa bene al cuore e alla mente, come ama ripetere il direttore artistico Nicola Campogrande, e la proposta si delinea di anno in anno con novità legate ai programmi e ai partecipanti. Nel 2018 i cori sono quindici, non solo italiani e distribuiti in dieci concerti; tutti i cantori si riuniranno poi a fine giornata per cantare insieme al pubblico e alCoro Giovanile Italiano diretto da Gary Graden in MITO Open Singing. La serata sarà programmata in due nuove sedi, nella Sala Verdi del Conservatorio a Milano e alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, dove saranno distribuiti gratuitamente i fascicoli con le partiture.
Il Festival si chiuderà a Torino (Auditorium Rai) il 18 e a Milano (Teatro Dal Verme) il 19 settembre con il concerto intitolato "Altre Danze", protagonisti l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Stanislav Kochanovsky edEnrico Dindo al violoncello. Il programma si apre con la prima esecuzione italiana di Azul, folgorante brano composto dall'argentino Osvaldo Golijov come una sorta di Ciaccona del XXI secolo, ispirata a Couperin, che viene accostato alla Sinfonia n. 4 di Brahms.
La programmazione di MiTo testimonia il suo essere un festival diffuso in tutta l’area metropolitana, dal centro città ai nuovi centri pulsanti; alcuni degli stessi artisti che si esibiscono nelle sale storiche, come Vittorio Ghielmi con la sua viola da gamba e la pianista Zee Zee, saranno infatti protagonisti degli appuntamenti nei nuovi quartieri.

Il Festival, con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è realizzato da Fondazione per la Cultura di Torino e I Pomeriggi Musicali di Milano grazie all’impegno economico delle due Città, e al prezioso contributo del partner Intesa Sanpaolo, che ha creduto al progetto sin dalla prima edizione, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, e degli sponsor Pirelli e Fondazione Fiera di Milano.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la