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FRISSON PRE-ELETTORALI: CHI VIENE DOPO L'ANTONELLINA?

Chi succederà alla Parigi? (quello nella foto con l'Antonellina non è il successore, bensì Valter Malosti in uno dei suoi più riusciti travestimenti)
Inutile girarci attorno. Ieri mattina all'Astra per la presentazione delle prossima stagione del Tpe c'era il solito ambiente della cultura torinese e, come al solito in questi giorni, le chiacchiere prima o poi finiscono sempre lì, alla domanda delle domande: che cosa succede il 27 maggio?
La prospettiva del tutto realistica di una vittoria del centrodestra a trazione leghista è causa di incertezza e per molti di inquietudine. Non tanto per il più che probabile spoil system. Da lunedì prossimo la prima incognita per il settore della cultura torinese sarà il rapporto fra il Comune appendiniano e il nuovo potere regionale. Finora la Regione ha fatto da parafulmine per il sistema culturale cittadino: nei momenti peggiori, alla fin fine, mamma Parigi convinceva papà Chiamparino a metter mano al portafogli, e in un modo o nell'altro arrivavano i soldi che Chiarabella non aveva, o non voleva cacciare. Hanno salvato così la Fondazione Musei, per dire. Specie nell'annus horribilis 2017 sono stati interventi risolutivi. Vabbé, prima di vederli davvero, quei soldi della Regione, possono passare anche due anni: e quella è un'altra piaga devastante. E rivabbé, poi c'è chi gli dai un dito e pretende il braccio, e mi ricordo l'alzata d'ingegno di certi consiglieri comunali cinquestelle che protestarono pure perché, dicevano, "la Regione penalizza Torino"Ma insomma, bene o male la baracca finora ha retto. 
La domanda del giorno è se lo stesso atteggiamento "collaborativo" (seppure controvoglia...) dell'era del Chiappendino continuerà anche con i nuovi tenutari. Mi permetto di nutrire qualche dubbio. La Lega non è buonista. E faccio difficoltà a immaginarmi una giunta regionale a trazione leghista che soccorre il Comune cinquestelle per salvargli le istituzioni culturali. Torino non è Roma, qui non ci sono contratti di governo, e in Consiglio comunale il prode Ricca è sempre stato uno dei peggiori incubi di Chiarabella.
Resta poi da capire se l'attuale sistema culturale torinese rimarrà una priorità anche per una Regione governata dalla Lega, che per vocazione e base elettorale dovrebbe guardare con più attenzione al resto del Piemonte, e a una cultura, come dire?, differente. Tipo più tradizioni e meno arte contemporanea. 
Di conseguenza, e al di là delle convinzioni politiche individuali, i molti operatori culturali torinesi con i quali ho parlato nell'ultimo periodo sperano che, in caso di vittoria del centrodestra, il prossimo assessore alla Cultura sia espresso da Forza Italia. Ciò significherebbe che il partito-padrone delle coalizione non considera strategico il settore: e in certi casi conviene essere trascurati, piuttosto che spianati. C'è poi la speranzosa "indiscrezione" che indica in Luca Beatrice il futuro assessore alla Cultura di Forza Italia. L'ex presidente del Circolo dei Lettori è un uomo di destra apprezzato a sinistra, un libero battitore situazionista. Non è un politico, men che meno un settario - Juventus a parte, s'intende... - e per nulla docile alla disciplina di partito. 
Ma non è detto che vada così. E non perché Beatrice giura che in realtà nessuno gli ha proposto nulla: quella potrebbe essere pretattica. No, il fatto è che l'assessorato alla Cultura potrebbe toccare alla Lega. Come ben si sa, Salvini ha ceduto la presidenza della Regione a Forza Italia ma in cambio otterrà sette assessorati su nove. E tra quei sette, affermano alcune fonti, c'è la Cultura.
Sul nome del papabile circolano varie indiscrezioni, ma ne parliamo fra qualche giorno, casomai.

E bon. Per cianciare del futuro assessore ho dimenticato di dirvi della seconda stagione del Tpe diretto da Valter Malosti. Poco male, sul sito www.fondazionetpe.it trovate tutto. Una sola cosa voglio aggiungere: Malosti è chiaramente un genio. Ha presentato la stagione con un piccolo spettacolo straordinario: prima si è appalesato in video e vestito da astronauta - il teatro è un viaggio verso nuovi mondi... - e soltanto nel finale si è materializzato sul palco con uno straordinario trucco da "Pianeta delle scimmie" (o era una citazione di "Odissea nello spazio"? - recitando il "Canto notturno di un pastore errante dell’Asia" di Leopardi. Basta quello per prevedere che anche la prossima stagione il Tpe ci darà tante, ma tante soddisfazioni non banali.

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