Piove sul bagnato, e grandina sul Regio. Ieri Graziosi, sovrintendente in attesa di conferma, ha portato al Consiglio d'indirizzo le conclusioni dell'ispezione del Ministero delle Finanze che evidenziano undici "macro irregolarità" nella gestione dell'ente lirico fra il 2013 e il 2017, quando era sovrintendente Vergnano. Nulla che già non si sapesse, o si intuisse: si conferma infatti che i danni maggiori per il teatro, in quel periodo, sono venuti da una gestione dei costi del personale piuttosto sbarazzina (specie per contratti a tempo determinato, integrativi, accordi sindacali per le tournée), e soprattutto dalla scellerata idea di Fassino di rifilare al Regio alcuni immobili "da vendere" anziché versare i denari contanti (che non aveva) del contributo comunale. Una trovata che è all'origine della crisi di liquidità che ancora oggi funesta i conti del Regio. Va precisato che la stessa iattura immobiliare colpì anche lo Stabile, il Museo del Cinema e la Fondazione Musei, che però in qualche modo riuscirono bene o male a sfangarla (qui potete leggere un esauriente riassunto dei fatti, che scrissi all'epoca). Per il Regio invece quelle criticità, aggiunte ai successivi tagli dei contributi pubblici, furono esiziali, come riconosceva già nel 2016 lo stesso Vergnano. Lo stesso Vergnano oggi ribadisce che lui è il Consiglio d'indirizzo hanno sempre agito con onestà e correttezza.
La stessa Leon, che s'è affrettata a dare la massima risonanza alla notizia, ha ammesso che "non abbiamo una situazione grave come in altri teatri", s'è detta fiduciosa nei benefici effetti del "piano industriale" (o di sviluppo che dir si voglia) e ha assicurato che "non ci saranno tagli al personale": intanto però entro 120 giorni la Fondazione dovrà far avere al Mef le informazioni richieste e prendere le inizative utili per "eliminare le irregolarità e accertare le relative responsabilità". Ricordo per completareil quadro che all'inizio dell'anno la procura ha chiuso la sua inchiesta sullo scorso bilancio del Regio senza individuare elementi di reato, ma trasmettendo gli atti alla Corte dei Conti per gli accertamenti di sua competenza.
Così per il Regio raddoppiano i guai: a quelli attuali, che riguardano la governabilità e il clima interno dell'ente, si sommano quelli finanziari che riemergono dal passato. Così loro potranno riaprire il giochetto del "tu sei peggio di me" mentre il Regio boccheggia. Siamo proprio ben messi.
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