Beh, dopo tanti inutili buffoni che imperversavano e pontificavano nei tempi normali, forse un sorriso nei tempi bui è più utile delle improvvisate seriosità dei buffoni di lungo corso. E non si tratta di sottovalutazione del disastro: sappiate - alla faccia della mia privacy - che ho più di 65 anni, soffro davvero di ben quattro delle patologie ad alto rischio, e se m'infetto le probabilità di lasciarci le penne sono attorno al 320 per cento. Però cerco di scamparla con uno stile di vita che in tempi normali io stesso non esiterei a definire da neurodeliri; e come me tanti altri che cercano di star fuori dai guai, per il bene proprio e del prossimo. E poiché il mio mestiere è raccontare ciò che vedo, adesso racconto i patemi per pagare le multe o fare la spesa, o le strane situazioni che si creano nelle case. Questa è la vita, oggi. Se poi riesco pure a strappare un sorriso a qualcuno, buon per lui. Un sorriso è terapeutico sempre; ora ancor di più.
Certo, spesse volte mi capita di sentirmi davvero ridicolo. Ma tutto sommato si sta meglio da ridicoli che da morti, e dunque non mi vergogno a raccontare sul Corriere la mia ridicola sortita di domenica scorsa. L'articolo lo potete leggere sul cartaceo; oppure on line qui.
Invece a questo link, se volete un'esperienza più immersiva, c'è pure la colonna sonora.
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