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SCHWARZY, IL REGIO E LE PROMESSE MANCATE

Ma che bello, rivedere il sovrintendente Schwarz più pimpante che mai, in videoconferenza da casa, in Austria, a illustrare i suoi progetti e le sue speranze per il Regio in tempo di covid, e oltre.
Il sovrintendente Schwarz progetta la fase 2
Però mi ha mandato in vero visibilio l'esordio di uno Schwarz molto Schwarzenegger; incazzusissimo, perché - racconta - ha di recente parlato con un politico che gli ha confessato - quasi vantandosene - di "non sapere niente di cultura". Schwarzy s'è esibito in un crucchissimo pippone sul valore della cultura anche e soprattutto per chi si occupa di politica, mentre io frugavo freneticamente nei miei archivi mnemonici per capire a quale politico alludesse Schwarzenegger. Senza peraltro arrivare a nessuna certezza: troppo vasto il panorama dei politici che non capiscono un cazzo di cultura, e se dovessi citarne tre che qualcosa ne capiscono farei una fatica del diavolo e dovrei scendere a parecchi compromessi con me stesso e il mio concetto di cultura. In compenso sono ancora meno i politici che hanno l'umiltà per ammettere di non capire un cazzo di qualcosa, per cui il raggio d'indagine si riduce di molto. Ci penserò su.

Come sta la cassa: l'anticipo del Fus

In compenso ho compreso i motivi dell'inquietudine schwarziana nei confronti della politica, allorché ho domandato al sovrintendente notizie sulla situazione di cassa del Regio. Lui ha ostentato un certo ottimismo, citando tra i dati positivi l'aver già incassato l'anticipo del 70 per cento sul Fus per il 2020; inoltre 
quest'anno e nel 2021 il Fus sarà calcolato sulla media delle erogazioni nel triennio 2017/19, per cui ad ottobre non ci saranno sopresacce, e per due anni si saprà di che morte si muore.

Un bilancio da chiudere, se possibile non in perdita

Però il bilancio consuntivo del 2019 dev'essere chiuso entro il 30 giugno, e mi par di capire dalle affermazioni di Schwarzy sono lì a lambiccarsi su come non chiuderlo in perdita, considerati i disastri (leggi la situazione debitoria) che il sovrintendente tedesco s'è trovato come regalo d'arrivo.
D'altronde, aggiunge Schwarz, non si vede che cosa ci si potesse aspettare, considerato che la media dei contributi pubblici al Regio nel periodo dal 2005 al 2018 risulta superiore di 5,2 milioni a quanto stanziato nel 2019 (e si parla di media, perché nel 2017 i fondi pubblici erano superiori di oltre un terzo - ovvero 12,7 milioni in più - rispetto alla cifra totale del 2019). Peraltro, fa notare il sovrintendente con teutonica precisione, rispetto ad allora il Regio ha mantenuto, e anzi aumentato, la produttività e le alzate di sipario. E poi ci si stupisce se chiude in perdita.

Dalla Regione un taglio del 5 per cento

Ma ciò che davvero rode a Schwarz è la voce che circola insistente, per cui la Regione intenderebbe tagliare del 5 per cento (pari a 120 mila euro) quanto già destinato al Regio per quest'anno, con il pur nobile fine di dirottare quelle risorse alle piccole aziende e agli artigiani, nell'ambito del decreto Riparti Piemonte. L'aspetto grottesco sta nel fatto che, senza quei soldi, il Regio dovrebbe rinunciare all'opera di tanti artigiani e piccole aziende dei quali oggi si avvale (carpentieri, tecnici, fornitori) in una sorta di perverso gioco a chi se la prende per ultimo in quel posto. E poi Schwarz gradirebbe essere informato ufficialmente, tanto per sapersi regolare: ma non è ancora riuscito a ottenere un colloquio con l'assessore Poggio "benché - precisa, a scanso d'equivoci - io l'abbia cercata almeno dieci volte". Gli conveniva cercare il Papa, che magari lo richiamava subito.

Vantarsi sì, pagare no: la regola della politica

E a proposito di Regione, Schwarzy mi dicde en passant qualcosa che mi fa incazzare sul serio: ovvero che il Regio sta ancora attendendo il saldo dei contributi arretrati del 2018 e del 2019, per un totale di circa 3,4 milioni di euro che, come ben potete intuire, in un momento simile sarebbero balsamo sulle ferite e consentirebbero se non altro di pagare i musicisti che ancora attendono i compensi per le prestazioni di uno o due anni fa, se non di più. Questo è molto spiacevole, per i musicisti. E fa girare le palle a me, che detesto sentirmi raccontare le fiabe. Si dà il caso che il 6 marzo scorso il presidente Cirio annunciò di aver trovato 200 milioni per pagare gli arretrati alle imprese, agli enti e alle associazioni che vantano dei crediti - spesso lungodegenti - con la Regione. Quei ritardi dei pagamenti hanno mandato a puttane i conti di tante istituzioni in apparenza inaffondabili, dal Salone del Libro al Regio stesso, e dunque accolsi con giubilo la notizia, pur con le necessarie cautele frutto della pluriennale esperienza di infiniti annunci a vuoto. Cautela largamente giustificata anche stavolta. 
Ora, dico io, sono passati più di due mesi e il sovrintendente del Regio mi dice che non ha ancora visto nulla. Devo fare un giro per informarmi quanti sono nella stessa situazione? Nessuno pretende i miracoli, ma allora, santissimo iddio, voi non annunciateli per farvi belli, perché qui c'è gente con le pezze al culo, e mica ha tanta voglia di scherzare con le vostre vaccate esibizioniste!

Le buone notizie

Detto questo con il necessario bel garbo, veniamo lestamente alle buone notizie che Schwarzy ha raccontato nella sua videoconferenza. Io come ogni vero pessimista adoro, per una sorta di rispetto reverenziale, gli ottimisti: e dunque mi ha deliziato ascoltare il sovrintendente del Regio parlare progetti, di idee che continuano ad arrivare, sia dai dipendenti sia dal pubblico, "e tutte sono valutate e prese in considerazione"; e poi di concerti di musica da camera all'aperto, già quest'estate, per "riavvicinare il pubblico al Regio", e di bellissime visioni come un grande concerto al Parco Dora, la creazione di un ensemble di giovani talenti che vivrebbero per due anni a Torino seguendo un percorso di formazione con la famiglia del Regio, e ancora di una "prossima stagione" nella quale recuperare almeno il "Simon Boccanegra", il "Barbiere" e "La Bohème" cancellati causa virus, o affrontare le restrettezze economiche creando una rete virtuosa di scambi di produzioni con i grandi teatri lirici europei. Cose stupende, e sogni adesso mostruosamente proibiti, ma che servono per non morire di tristezza.
Già che c'era, Schwarz ha pure detto com'è andata la faccenda delle mascherine confezionate dalla sartoria del Regio: continuano a venir prodotte e consegnate al Sermig e alla Caritas per distribuirle ai più bisognosi. Questo giusto per la cronaca, dato che non sono mancati i soliti coglioni che facevano dell'ironia complottista.
P.S. A questo link trovate il video della conferenza stampa di Schwarz. Curiosamente manca la parte in cui io chiedo a Schwarz notizie sulla situazione di cassa e lui mi rivela che i soldi della Regione ancora non si sono visti. Problemi di spazio, non c'è dubbio 😏

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