Il Maestro s'è innamorato del Regio e di Torino, e ha promesso che tornerà |
Una volta tanto non abbiamo messo in piazza i nostri stracci. Per quanto malconcio e malcontento, il Regio ha fatto una magnifica impressione al Maestro. Riccardo Muti ha concluso ieri il suo soggiorno torinese, con la registrazione del Concerto verdiano che andrà in streaming il 18 marzo alle 20, mentre l'11 marzo è in programma la mozartiana "Così fan tutte". E al momento degli addii non poteva mancare il Commosso Saluto: il primo violino e il cornista, Stefano Vagnarelli e Pierluigi Filagna, hanno letto un messaggio a nome dell’Orchestra, del Coro e di tutti i lavoratori del Teatro: "Grazie Maestro! Lavorare con lei è stata un’esperienza preziosa e indimenticabile. Da Mozart a Verdi: un intero mondo musicale si è rivelato ai nostri cuori, alla nostra anima e alla nostra mente grazie alla sua interpretazione. Il suo entusiasmo ha dato forza a tutti i lavoratori del Teatro Regio e non solo all’Orchestra e al Coro che hanno avuto la fortuna di suonare e cantare sotto la sua guida. Il suo impegno affinché i teatri vengano riaperti, ha risvegliato in noi l’orgoglio di appartenere a qualcosa di importante per l’Italia tutta. Gli elogi che ha espresso nei confronti del nostro teatro hanno rafforzato la nostra voglia di fare sempre meglio. Sono stati giorni meravigliosi di musica e di insegnamenti di vita. Torni a lavorare con noi Maestro! La attendiamo a braccia aperte e le promettiamo che il Teatro Regio darà, ancora una volta, prova di grande professionalità e impegno".
Le nobili parole, così in contrasto con il clima avvelenato che ci raccontano le cronache, hanno "visibilmente colpito" (comunicano dal Regio) il Maestrone, che altrettanto nobilmente ha replicato: "Sono commosso ed emozionato, non mi aspettavo questa manifestazione d’affetto da parte dell’Orchestra, del Coro e di tutto il Teatro. Io ho fatto il mio dovere e, come ho sempre detto, un direttore d’orchestra, senza un’orchestra e un coro è un direttore muto (qui ci stava un brillante calembour, ma i brillanti calembour non s'addicono ai nobili discorsi, NdG). Io sono stato invitato per dirigere Mozart e Verdi ed ero molto incuriosito di ritrovare l’orchestra dopo moltissimi anni e dentro di me speravo di trovare un’ottima situazione dal punto di vista artistico, ma voi avete dimostrato di essere molto al di sopra dell’ottimo, di essere un’eccellenza importante non solo di Torino, ma anche d’Italia. Trovo che con l’opera Così fan tutte sia stato raggiunto un risultato dal punto di vista esecutivo notevolissimo! Così come con questo concerto verdiano. Io parto oggi e non voglio essere retorico o over-romantico, ma lascio un pezzo di voi a me e un pezzo di voi resta con me. Qualche giorno fa ho parlato di un mio desiderio, ma oggi faccio un passo più deciso con la promessa di ritornare a lavorare insieme all’orchestra, al coro e al Teatro Regio. Questa è una promessa che io faccio a tutti voi".
Purché il Regio non lo distruggano prima.
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